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Archeologo britannico pensa di aver trovato la casa in cui Gesù trascorse l’infanzia

FIRST CENTURY HOUSE AT THE SISTERS OF NAZARETH SITE
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John Burger - pubblicato il 26/11/20
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La casa porta tutti i segni di un artigiano esperto, com’era San GiuseppeCinque anni di ricerche intensive sui dati archeologici hanno consolidato le prove secondo le quali una casa di Nazareth del I secolo apparteneva alla Sacra Famiglia, ha concluso un archeologo britannico.

L’abitazione, scoperta tempo fa sotto un convento, è stata oggetto per la prima volta di scavi negli anni Ottanta dell’Ottocento, ma non a livello professionale.

Le Suore di Nazareth hanno costruito un convento, scoperto un’antica cisterna ed effettuato un piccolo scavo, assistite da operai e scolari.

Il convento è ancora in funzione, vicino alla basilica dell’Annunciazione di Nazareth.

In un nuovo libro, The Sisters of Nazareth Convent: A Roman-period, Byzantine and Crusader site in central Nazareth, il professor Ken Dark, archeologo dell’Università di Reading (Regno Unito), ha affermato che è probabile che sia stato San Giuseppe a costruire la casa, un’abitazione di pietra e malta parzialmente scavata in una collina calcarea.

FIRST CENTURY HOUSE AT THE SISTERS OF NAZARETH SITE

Copyright K.R.Dark

Dark, che ha trascorso 14 anni a studiare il sito, ha affermato che San Giuseppe sarebbe stato capace di costruire la casa. I racconti evangelici si riferiscono al padre putativo di Gesù come a un tekton, termine greco che significa sia falegname che artigiano associato alle costruzioni.

“È chiaro che chiunque abbia costruito la casa avesse una buona conoscenza della lavorazione della pietra”, ha detto Dark al Daily Mail.

Vari elementi della casa mostrano che il suo costruttore “aveva una buona conoscenza delle proprietà della pietra locale e di come lavorarla”, ha dichiarato.

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Copyright K.R.Dark

La storia del sito suggerisce che aveva un grande significato per i seguaci di Gesù. Nel IV secolo vi venne costruita una chiesa rupestre, decorata con mosaici e contenente uno “schermo” che separava il santuario.

Quasi trascurata

Al di là di alcuni artefatti esposti dalle suore nel loro museo, è stata prestata poca attenzione al sito, tranne che per alcuni studi effettuati nel 1936 da un Gesuita francese, Henri Senès. Le sue annotazioni erano state rese note solo alle suore fino al 2006, quando le religiose le hanno condivise con Dark e il suo Nazareth Archaeological Project. Alcune prove interessanti hanno iniziato ad emergere mentre il team di Dark riesaminava tutto il sito.

Ad esempio, hanno trovato “probabili frammenti di vasi calcarei” sul sito. Secondo una legge ebraica, i vasi calcarei non sono soggetti a impurità, a indicare che gli abitanti della casa del I secolo erano probabilmente ebrei.

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Copyright K.R.Dark

Il vasellame offre anche prove di un ampio divario culturale nella zona di Nazareth in cui Gesù è cresciuto. I siti archeologici a nord mostravano un’ampia gamma di artefatti, includendo vasellame importato, a indicare il mondo metropolitano dell’Impero romano, mentre nei siti più vicini a Nazareth c’erano artefatti come i vasi calcarei menzionati, che indicavano la cultura ebraica, a suggerire “un atteggiamento più conservativo nei confronti delle convinzioni religiose e dei concetti di purezza e un rifiuto della cultura ‘romana’ nel suo insieme”, ha affermato Dark in passato.


ST HELENA
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Da nessun’altra parte nell’Impero romano c’è un confine apparentemente così netto tra chi accettava e chi rifiutava la cultura romana, anche alle frontiere della Roma imperiale. Questo suggerisce che la zona di Nazareth era insolita per la forza del suo sentimento antiromano e/o della forza della sua identità ebraica.

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