Papa Francesco ha firmato il decreto per il prete milanese. Una guarigione dopo tre interventi al colon andati male e il sacramento della Cresima officiato prima della morte ad una bambina di 7 anni
Tre operazioni alcune colon e l’amministrazione della cresima in fin di vita. Poi il miracolo per intercessione di un sacerdote milanese vissuto tra il 1900 e il 1945. Grazie a questa guarigione, don Mario Ciceri diventerà beato.
Il 23 novembre, Papa Francesco, su indicazione di Monsignor Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha firmato il decreto relativo al miracolo.
https://www.facebook.com/associazionedmc/posts/1667520070094770
A 8 anni aveva scelto di diventare sacerdote
Nato nell’attuale Veduggio con Colzano (Monza Brianza) l’8 settembre 1900, il futuro beato manifestò ai genitori di voler diventare sacerdote quando aveva circa otto anni. Il suo ideale, maturato osservando come chierichetto il suo parroco, don Carlo Maria Colombo, si consolidò negli anni della formazione, svolta nelle sedi del Seminario diocesano di Milano.
Fu ordinato sacerdote il 14 giugno 1924 e subito destinato alla parrocchia di Sant’Antonino Martire a Sulbiate, più precisamente, nella frazione di Brentana.
Oratorio e malati
La sua preoccupazione maggiore era per i giovani: promosse l’Azione Cattolica, li invitava a partecipare a ritiri ed esercizi spirituali, lavorava con le sue mani per rendere l’oratorio un luogo accogliente. Anche i malati, specie i più poveri, ricevevano le sue cure.
Leggi anche:
Rifiutò di bestemmiare. E i militari lo massacrarono. Ora quel frate è beato
“Ribelle per amore”
Negli anni della seconda guerra mondiale, contribuì a far sentire meno lontani da casa i giovani militari tramite il bollettino Voce Amica.
Don Giovanni Barbareschi l’ha annoverato nel suo libro Memoria di sacerdoti “ribelli per amore” perché accoglieva e trovava rifugio a quanti erano in fuga per motivi politici, senza preoccuparsi della propria incolumità e rischiando anche l’arresto. Non volle accettare altri incarichi, per continuare ad aiutare la gente di Sulbiate e dei paesi vicini.
Investito da un calesse
Il 9 febbraio 1945, mentre viaggiava in bicicletta di ritorno da Verderio Inferiore, dov’era andato per aiutare nelle confessioni, don Mario fu investito da un biroccio, ovvero da un calesse. Fu soccorso molto tempo dopo e portato in ospedale. Mentre i suoi giovani facevano a gara per donargli il proprio sangue, lui dichiarava di offrire la propria vita per la fine della guerra. Morì il 4 aprile 1945, sacerdote da quasi ventuno anni.
Il processo diocesano si è svolto tra il 13 settembre 2003 e il 14 maggio 2004, mentre il decreto sull’eroicità delle virtù risale al 1° dicembre 2016 (Chiesa di Milano, 24 novembre).
Leggi anche:
Troppo innovativo e poco canonico secondo il Sant’Uffizio. Ma Padre Olinto Marella sarà beato il 4 ottobre
La malattia di Raffaella
Il decreto sul miracolo era da tempo atteso, e nella parrocchia di Sant’Antonino è stato salutato con le campane a festa. Il fatto riguarda Raffaella Di Grigoli, all’epoca una bambina di sette anni.
Il 16 settembre 1975 fu ricoverata all’ospedale Valduce di Como, oggi tra quelli in prima linea per la lotta al Coronavirus, dove le venne diagnosticato un “dolicosigma”, ossia un allungamento fuori norma del colon. Due interventi chirurgici in rapida successione non risolsero la sua situazione, tanto che il 30 ottobre 1975 le fu amministrata la Cresima in articulo mortis.
Il foulard di don Mario
Quando neanche un terzo intervento sembrava avere esito positivo, la zia della bambina pensò di ricorrere all’intercessione di don Mario. Informò del caso la sorella del sacerdote, che consegnò alla famiglia un foulard a lui appartenuto. La madre di Raffaella lo posò più volte sul suo corpo, accompagnando il gesto con le sue preghiere, alle quali si unì tutta la famiglia. Il quadro clinico migliorò, tanto che Raffaella fu dimessa il 4 febbraio 1976 e, nel 2005, divenne a sua volta madre di una bambina.
Leggi anche:
I 7 criteri scientifici di una guarigione miracolosa
Gli altri decreti per i nuovi Venerabili
Gli altri decreti firmati da Papa Francesco – che daranno vita a nuovi Venerabili – riguardano:
– il martirio dei Servi di Dio Giovanni Elia Medina, Sacerdote diocesano, e 126 Compagni, Sacerdoti, Religiosi e Laici; uccisi, in odio alla Fede, in Spagna, tra il 1936 e il 1939;
– le virtù eroiche del Servo di Dio Fortunato Maria Farina, Arcivescovo titolare di Adrianopoli di Onoriade, già Vescovo di Troia e di Foggia; nato l’8 marzo 1881 a Baronissi (Italia) e morto a Foggia (Italia) il 20 febbraio 1954;
– le virtù eroiche del Servo di Dio Andrea Manjón y Manjón, Sacerdote, Fondatore delle Scuole dell’Ave Maria; nato il 30 novembre 1846 a Sargentes de Lora (Spagna) e morto a Granada (Spagna) il 10 luglio 1923;
– le virtù eroiche del Servo di Dio Alfonso Ugolini, Sacerdote diocesano; nato il 22 agosto 1908 a Thionville (Francia) e morto a Sassuolo (Italia) il 25 ottobre 1999;
– le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Francesca Ticchi (al secolo: Clementina Adelaide Cesira), Monaca professa delle Clarisse Cappuccine; nata il 23 aprile 1887 a Belforte all’Isauro (Italia) e morta a Mercatello sul Metauro (Italia) il 20 giugno 1922;
– le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Carola Cecchin (al secolo: Fiorina), Religiosa professa della Congregazione delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo; nata il 3 aprile 1877 a Cittadella (Italia) e morta sul piroscafo mentre rientrava dal Kenya all’Italia il 13 novembre 1925;
– le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Francesca Giannetto (al secolo: Carmela), Religiosa professa della Congregazione delle Figlie di Maria Immacolata; nata il 30 aprile 1902 a Camaro Superiore (Italia) e ivi morta il 16 febbraio 1930.
Leggi anche:
Lorenza Longo, avvelenata e guarita miracolosamente a Loreto