Il campione del mondo di Formula 1, cattolico fervente, dice di pregare più volte durante il giorno. Porta sempre con sé il crocifisso e si è fatto un tatuaggio su Dio
Lewis Hamilton è un cattolico fervente ed è orgoglioso di esserlo. La religiosità del campione di Formula 1 è ben visibile quando prega prima della gara con l’inseparabile catenina col crocifisso o il tatuaggio con la scritta “Dio è amore” sul collo.
Un campione cattolico che prega e ringrazia Dio
«Sono cattolico, sono un uomo di fede e prego più volte al giorno – ha spiegato Lewis Hamilton – quando mi sveglio, quando vado a letto e prima di ogni pasto. Ho una relazione stretta con Dio, lo ringrazio, chiedo aiuto per gli amici in difficoltà. E domando appoggio per me stesso quando lo stress diventa troppo forte».
In Vaticano per incontrare il Papa
Colpisce certo in un uomo abituato a sfidare la vita a 300 e passa chilometri all’ora: «Tutto può succedere ogni giorno ma sento che Dio ha la sua mano su di me» (Avvenire, 19 novembre).
Nel 2014, il campione di Formula 1, si è recato in Vaticano per conoscere personalmente papa Francesco accompagnato dalla sua fidanzata di allora, la cantante Nicole Scherzinger (Aleteia, 28 luglio 2016).
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La difficile infanzia di Lewis Hamilton
La fede del cattolico Lewis Hamilton è nata e maturata in una famiglia non agiata. Il campione di Formula 1 ha definito una baraccopoli il luogo in cui è nato il 7 gennaio del 1985 a Stevenage in Inghilterra. Un’infanzia tutt’altro che semplice: «A 4 o 5 anni ho subito il bullismo dei compagni di scuola… È stato papà che mi ha insegnato fin da quando avevo 6–7 anni a non mollare mai». Al padre riconosce il merito di tutta la sua carriera.
Quel bambino che a scuola faticava, anche perché dislessico, ha raccolto la sfida di chi diceva che non ce l’avrebbe mai fatta, togliendosi una soddisfazione dopo l’altra.
Contro bullismo e razzismo
E si capisce perché oggi sia diventato un paladino contro il bullismo («È una cosa terribile, un comportamento da codardi, chi lo subisce deve chiedere aiuto e la gente che assiste deve intervenire») o il razzismo, a cominciare dal suo mondo visto, che è ancora uno dei pochi piloti neri («Solo adesso comincio a vedere bambini di razze diverse che corrono in auto ed è un cambiamento importante»).
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La paralisi del fratello
Sempre in famiglia, l’intesa con Dio del cattolico fervente Lewis Hamilton affonda le radici nel periodo vissuto accanto al fratello Nicolas, figlio del padre e della sua seconda moglie. Nicolas era affetto da una paralisi cerebrale dovuta a una nascita prematura. A lungo costretto su una sedia a rotelle, grazie a una rieducazione motoria oggi Nicolas a 28 anni è un pilota professionista. Lewis gli è stato accanto in gran parte del suo percorso.
Una vita da campione… con Dio nel cuore!
Ecco allora che questi fatti scoprono un uomo che va bene oltre i freddi numeri dei suoi record, che lo hanno visto vincere 94 Gran premi, 97 pole position, e 7 titoli mondiali. Lewis Hamilton è un uomo di Dio, un uomo che con sacrificio è riuscito ad emergere. E che ora si gode la sua vita da campione in compagnia della famiglia e di colui a cui si affida ogni giorno: il Signore.
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