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È la gioia di una fede condivisa che ci dà un cuore giovane

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Fraternità San Carlo Borromeo - pubblicato il 19/11/20
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«Vuoi essere felice?» con questo invito aperto un gruppo di ragazzi di Taiwan ha incontrato i segni dell’esperienza cristiana sul volto giovane di Carlo Acutis e sul volto ancora giovane di una suora di 94 anni.

Di Don Paolo Costa, viceparroco di St. Paul Xinzhuang a Taipei (Taiwan)

Questa estate, con le parrocchie di san Paolo e san Francesco Saverio, Antonio ed io, insieme ad Anna, Lucy e Giuseppe, abbiamo proposto a 15 studenti delle medie e delle superiori una convivenza di tre giorni appena fuori Taipei. A tema, una domanda: «Vi interessa essere felici?».

Fantasmi e beati

La prima tappa era Sanxin, sulla costa est, dove si trova un centro per disabili fondato dai padri Camilliani. Padre Giuseppe Didonè, missionario a Taiwan da cinquantacinque anni (è arrivato quando ne aveva 25 e adesso ne ha 80) ci ha fatto una splendida accoglienza. Dopo pranzo, siamo andati a giocare sulla spiaggia e a fare un bagno al mare. I taiwanesi non amano il mare: da poco è iniziato il mese dei fantasmi e le persone non fanno il bagno perché temono che questi possano trascinarli sottacqua.


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La giovinezza della santità

Alcuni genitori, sapendo che saremmo andati al mare erano preoccupati per i loro figli, anch’io, più che dei fantasmi, però, ero preoccupato che ai ragazzi non succedesse niente di male, perché comunque l’oceano è sempre pericoloso. E guarda un po’, è successo che uno di loro, appena entrato, ha perso gli occhiali tra le onde. Che un fantasma ne avesse bisogno?

Dopo cena abbiamo raggiunto la chiesa di Shiding, sulle montagne appena fuori Taipei. Lì abbiamo cantato e proiettato un video sulla vita di Carlo Acutis, un ragazzo morto a quindici anni, e proclamato beato il 10 ottobre. Attraverso la sua storia, volevamo dire ai ragazzi che la santità, cioè essere amici di Gesù, nella Chiesa, è il modo per rispondere alla domanda posta all’inizio «Vuoi essere felice?». Una strada per tutti, anche per loro.

Camminare insieme

Il secondo giorno siamo andati a fare una passeggiata fino a un lago artificiale: da un punto panoramico, si vedono le colline verdi che si rispecchiano nell’acqua e prendono la forma di un coccodrillo. La breve passeggiata è stata faticosa per loro: sono ragazzi molto pigri e poco abituati allo sport. Ma noi insistiamo a portarli in montagna perché siamo stati educati al gusto delle camminate in montagna e alla bellezza di fare fatica insieme, per arrivare a una meta comune, perché è una bella metafora della vita.

REFUGEES TREKKING

Twitter I JRS France

Nel pomeriggio, abbiamo incontrato le Carmelitane di Shenkeng: quattro monache che vivono dietro delle sbarre, ma che non sembrano in prigione per quanto sono felici.

Una di loro, suor Paola, ha 94 anni ma sembra più giovane dei nostri ragazzi, per la gioia che emana dal volto luminoso. Ci ha detto che la cosa più importante nella vita è rimanere in rapporto con Dio, imparare a guardare a noi stessi col Suo sguardo. Le sue parole mi hanno commosso e dato speranza.

La vera giovinezza

L’ultimo giorno, a messa, abbiamo incontrato la famiglia di Junlin, una nostra parrocchiana di san Paolo. La nonna, originaria di Shiding, compiva 86 anni e tutta la famiglia era lì a festeggiarla. È una vecchietta giovane dentro. Ci ha raccontato di avere perso un figlio di 7 anni nel 1995 a causa di un tifone, ma di avere conservato la fede.


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Dopo la messa, seguendo l’insegnamento di Carlo Acutis, abbiamo proposto un momento di adorazione e preghiera. Molti ragazzi si sono confessati. Poi, l’assemblea finale: tutti erano molto felici dei giorni passati assieme, chi per gli amici, chi per i giochi, chi per la mancanza di stress, chi perché ci vedeva bene anche senza occhiali… io ero contento di vederli un po’ più amici tra di loro e un po’ più felici.

Ci siamo dati appuntamento per un’altra vacanza in inverno e per gli incontri domenicali nelle rispettive parrocchie.
I tre anziani che abbiamo incontrato – padre Giuseppe, suor Paola e la nonna di Junlin -, mi sono rimasti nel cuore per la loro “giovinezza”. Il giovane Carlo Acutis ci ha testimoniato che la santità può essere possibile anche per dei ragazzi.
Per me, che non sono più tanto giovane ma neanche così vecchio, questa vacanza è stata anche un modo per scoprire che la giovinezza non è data dall’età anagrafica ma dalla gioia che nasce dalla fede: sapere di essere amati da Dio è una forza che può cambiare la vita.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA FRATERNITÀ SAN CARLO

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