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Due episodi in cui san Michele arcangelo ha convertito dei moribondi

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San Michele, al centro, tra San Gabriele e San Raffaele, è colui che ha questa "funzione": protettore di un trapasso all'aldilà sereno.

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 19/11/20
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Le apparizioni dell’angelo con due gentiluomini testimoniano la protezione celeste nel momento della morte Accade talvolta che gli angeli e San Michele arcangelo, in modo particolare, siano incaricati di una missione particolare. Cioè portare alla conversione colui che sta per morire e che, talvolta, non è per nulla preparato alla sua ultima ora.

Lo illustrano due aneddoti relativi a dei gentiluomini del XV secolo. Un giorno, un ponte crolla nel momento in cui Bertrand De Saluces lo attraversa, ed il cavaliere vede giunta la sua ultima ora. Ma una mano invisibile lo trattiene al di sopra dell’abisso, mentre una voce gli dice con forza: “Sono io, Michele, che vengo a strapparti alla morte! Pentiti e fai penitenza!”.

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E’ una preparazione relativamente lontana. Essa determina una conversione salutare. Bertrand, che fin là menava un’esistenza abbastanza dissipata, metterà a profitto i pochi anni che gli restano da vivere – dopo l’indicazione di san Michele arcangelo, per cambiare il suo comportamento ed accostarsi a Dio nel Terz’ordine di San Francesco.


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L’ordine di san Michele

A Guglielmo Di Thou, l’arcangelo – egli è lo specialista di questi interventi in extremis – accorda un lasso di tempo nettamente minore. Come il cavaliere stava per soccombere nel combattimento sotto la spada del nemico, San Michele arcangelo appare. E trattenendo il braccio che stava per colpirlo, dice all’aggressore: “Ti ordino di risparmiarlo! Io gli lascio tre giorni di vita affinché si riconcili con Dio e che si prepari alla morte, poiché egli è uno dei miei più devoti servitori”.

Tre giorni più tardi, Guglielmo muore in combattimento, dopo essersi potuto confessare e comunicare un’ultima volta. La sua devozione verso l’arcangelo (forse un po’ superstiziosa) gli ha ottenuto questa grazia. Ed è con l’anima debordante d’una gioia agevole che cammina incontro alla morte.


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Il concerto angelico

In effetti, per severi che possano essere, queste annunciazioni angeliche sono sempre per i loro beneficiari fonte di grandi consolazioni, come lo ammetteva l’alcantarino portoghese Martino De Nomblela, religioso a Belvis. Poco prima della sua morte, nel 1568, si sentì nella sua cella un concerto angelico. Ai frati che lo interrogavano, egli si accontentò di rispondere: “Vi basti sapere che Dio mi ha accordato grandi consolazioni”. Si conosce per contro il contenuto delle visioni da cui fu favorita la clarissa Elena Anselmini, che ricevette il velo dalle mani di San Francesco d’Assisi.


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La visione della Santissima Trinità

Il giorno di san Michele del 1242, il grande arcangelo le apparve per mostrarle un cammino di stelle percorso dagli angeli, annunciandole così la sua prossima entrata nella gloria. Poco dopo, gli angeli le fecero intravedere il mistero della Santissima Trinità. Infine, le accadde più d’una volta prima della sua morte, il 4 novembre, di rapire la sua anima con dei canti celesti.


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