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Come una verità spiegata da San Paolo mi sta aiutando con mio marito

Saint Paul
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Sarah Robsdottir - pubblicato il 19/11/20
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In un matrimonio ci vogliono davvero tre persone!«È solo un essere umano, che ti aspettavi?», mi ha chiesto Gesù l’altra sera mentre stavo lavando i piatti. Non mi ha parlato con una voce udibile, ma nei miei pensieri e nelle mie preghiere. Stavamo chiacchierando della mia ultima discussione matrimoniale, e la Sua correzione è stata gentile.

La forza della Parola

«’Quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze’ (Isaia 40, 31) – e allora perché ti fissi sempre tanto su tuo marito?»

La mia rabbia si è immediatamente dissolta. Ho offerto una preghiera per Pete, il mio compagno di viaggio in questa breve vita, e poi mi sono rivolta al mio Unico Vero Sposo, e nel mio cuore mi sono inchinata. Nello spazio di un respiro, mentre ero in piedi davanti al bancone della cucina, Gesù è aumentato, mentre io (e mio marito, e la nostra discussione matrimoniale) sono diminuita (Giovanni 3, 30).

La realtà di Cristo come mio Unico Vero Sposo è spiegata nel Catechismo (796), traendo spunto da San Paolo:

“L’unità di Cristo e della Chiesa, Capo e membra del corpo, implica anche la distinzione dei due in una relazione personale. Questo aspetto spesso viene espresso con l’immagine dello sposo e della sposa”.

“Il Signore stesso si è definito come lo « Sposo » L’Apostolo [San Paolo] presenta la Chiesa e ogni fedele, membro del suo corpo, come una Sposa « fidanzata » a Cristo Signore, per formare con lui un solo Spirito. Essa è la Sposa senza macchia dell’Agnello immacolato”.

Il classico del venerabile Fulton Sheen Three to Get Married si allinea a questa idea. Nel testo, Sheen scrive:

“Immaginate un grande cerchio, e al centro di esso raggi di luce che si irradiano verso la circonferenza. La luce al centro è Dio, e ciascuno di noi è un raggio. Più i raggi sono vicini al centro, più sono vicini l’uno all’altro. Più viviamo vicini a Dio, più siamo legati al prossimo; più siamo lontani da Dio, più siamo lontani l’uno dall’altro. Più ogni raggio si allontana dal centro, più diventa debole; più si avvicina al centro, più diventa forte”.

Lasciate entrare Dio nel vostro matrimonio

Quella sera in cucina ho trascorso un altro po’ di tempo pregando, chiedendo al mio Unico Vero Sposo di volgere il cuore di mio marito nella mia direzione (e il mio nella sua). Come coppia eravamo in una situazione di stallo, e ciascuno pensava che l’altro avesse torto. È per questo che in momenti del genere è tanto importante sapersi volgere a Cristo. Sheen spiega anche questa pratica:

“Per fare l’amore ci vogliono tre persone, non due: voi, il vostro coniuge e Dio. Senza Dio, la gente riesce solo a tirar fuori il peggio l’uno dall’altro. Gli amanti che non hanno altro da fare che amarsi scoprono presto che non c’è altro. Senza una lealtà centrale, la vita è incompleta”.



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Nel Cantico dei Cantici (4, 9), l’Amante parla all’Amata come di una “sorella” e una “sposa”, esprimendo un amore che è sia intimo che familiare. Come moglie, trovo sano adottare una prospettiva simile nel mio matrimonio, considerando mio marito in primo luogo e soprattutto fratello in Cristo.

Un atteggiamento del genere dà un margine molto maggiore alla fragilità umana. È così che mio marito e io camminiamo in questa breve vita insieme mano nella mano. Il nostro Unico Vero Sposo guida il cammino, perché Egli è l’unico che può davvero conquistare il nostro cuore.

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