Il misticismo della religiosa sarda, morta in odore di santità. La realizzazione del suo istituto religioso fu preceduto dalla visione di Gesù che le annunciò le “spose del Getsemani”
Il misticismo di madre Angela Marongiu raccontato attraverso visioni e contatti con le anime del Purgatorio. Lo riporta Don Marcello Stanzione nel libro Il Purgatorio nella visione delle mistiche (edizioni Sugarco).
Angela Marongiu nacque a Sassari l’8 febbraio 1854, anno della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, prima di otto figli, quattro maschi e quattro femmine. La famiglia abitava nel quartiere di sant’Apollinare, al centro della vecchia città, ed erano contadini come la maggior parte dei sassaresi di quel tempo.
La visione
I primi segni del misticismo di madre Marongiu si ebbero intorno ai vent’anni. Dopo la Comunione, il Signore le fece vedere una lunga fila di vergini biancovestite, mentre le diceva: «Queste sono le tue figliuole, e tu sarai la madre loro. Si chiameranno le spose del Getsemani, e tu la mia vaga sposa». La predizione si avvererà soltanto dopo trent’anni, per opera del suo direttore spirituale padre Manzella.
Le missioni di Manzella
Il progetto di Angela Marongiu coincideva con quello del santo missionario, padre Manzella. Il religioso, nelle sue incessanti peregrinazioni apostoliche per la Sardegna, pensava a una istituzione caritativa e catechetica che si prendesse cura delle persone più abbandonate. Di coloro che vivevano nelle capanne e negli spazi delle campagne sperdute dell’isola rocciosa. Qualcosa di simile progettava la Marongiu, e aveva già tre anime generose, pronte a iniziare l’opera.
La casa intitolata a santa Teresina
Finalmente, come Dio volle, si poté dar principio alla fondazione, benedetta dall’arcivescovo di Sassari, monsignor Cleto Cassani. Quell’edifico fu chiamato «Casa santa Teresa del Bambino Gesù», in omaggio alla nota carmelitana canonizzata da Pio XI nel 1925.
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La profezia della vestizione che non si realizzò
La nuova Casa religiosa di Sassari, aperta il giorno di Pentecoste, 5 giugno 1927, era definita da tutti «il conventino». Inizialmente le suore erano tredici, ma non poterono fare la vestizione del proprio particolare abito religioso perché mancava il riconoscimento ufficiale dell’autorità ecclesiastica. Questa tardò a venire fino a dopo la morte di madre Angela Marongiu (1936) e di padre Manzella (1937). A quel punto la madre fondatrice non poté indossare ufficialmente l’abito proprio dell’Istituto.
L’approvazione nel 1938: la profezia si completa
Il 3 ottobre 1938 l’arcivescovo Arcangelo Mazzotti diede la sua approvazione diocesana all’istituto. E dopo altri venti anni, il 17 febbraio 1958, arrivò l’approvazione pontificia dell’istituto col nome di «Suore del Getsemani». Proprio come era stato detto da Gesù a Angela Marongiu nella visione da lei avuta in gioventù.
A testimonianza che il misticismo di madre Marongiu era tutt’altro che frutto di sogni o suggestioni.
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Le anime purganti
Il misticismo di madre Marongiu non si fermava solo alla visione di Gesù. Riguardo alla sua sensibilità per le anime in Purgatorio, la carità che madre Angela aveva per i vivi la nutriva pure per i defunti; anzi, l’affetto per le anime del Purgatorio era la sua speciale devozione e la sua preoccupazione continua. Si sarebbe detto che, al pari di santa Caterina da Genova, il Signore le avesse comunicato dei lumi speciali sulla vita misteriosa delle anime passate da questa vita in stato di grazia, ma non ancora abbastanza pure per essere ammesse alla visione beatifica di Dio.
Preghiere, insonnie, sofferenze
Restano di lei delle pagine profonde sui vari gradi di purgazione delle anime. Pare anche che fra lo stato di purgazione di quelle anime e le sofferenze di madre Angela ci fossero delle misteriose relazioni che solo il dogma della Comunione dei santi potrebbe spiegare in profondità. Preghiere, veglie, insonnie, sofferenze morali e anche fisiche; spasmi come di fuoco, tutto da lei offerto per la liberazione delle anime.
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