Ecco quello che mi ha insegnato la Cantata MWV 140 di Bach. Lo Sposo arriverà, teniamo accese le nostre lampade.
La Cantata BWV 140 di Bach
E’ sempre stata fra le mie preferite. La ascoltavo a ripetizione quando, accompagnata in macchina da mio padre, adolescente valicavamo il San Bernardo per andare a lezione di pianoforte in Svizzera.
Ho continuato ad ascoltarla ed amarla sempre; ho studiato il Preludio Corale che Busoni ha ricavato dal Corale Wachet auf, e poi l’ho registrato; ci ho scritto la mia tesi di laurea in teologia; ma, soprattutto, in occasione delle nozze di mio fratello, ho trascorso quelli che forse rimangono i due giorni più belli della mia vita a provare e registrare l’intera Cantata con un gruppo di amici, per farne la “bomboniera” che abbiamo offerto agli amici degli sposi.
Vergini stolte, vergini sagge
Si può dire quindi che sia una composizione legata profondamente alla mia vita. Oggi (domenica 8 novembre 2020 NdR) il Vangelo è quello che ha ispirato questa stupenda Cantata, e ci parla delle vergini sagge e delle vergini stolte, in attesa dello Sposo. (Bach, in modo interessante, trascura totalmente le vergini stolte e si concentra solo su quelle sagge). Nella Cantata, in un bellissimo duetto, la voce del violino (che mio fratello suonava in quella, per me memorabile, registrazione) rappresenta l’amore che unisce i due amanti lontani, ma anche la luce sfrigolante della lampada accesa. Se la vergine saggia non credesse che il suo amato arriverà, non terrebbe accesa la lampada in attesa di lui; così, quel fuoco che tremola nella notte è segno del suo amore e della sua fede, ma è anche la presenza di lui nel momento dell’assenza.
Anche ora siamo nel buio di un’attesa
Questi giorni stanno mettendo a dura prova tutti noi. Sono giorni di buio, di notte profonda. Bach sottolinea l’ora in cui la parabola è ambientata: mezzanotte, l’ora più buia, ma anche l’ora da cui comincia il mattino. Manca ancora molto al mattino, ma da mezzanotte si sa che il nuovo giorno è iniziato, e per l’arrivo del sole è questione di ore.
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Attese sospese o deluse
Quest’anno ci ha tolto anche le attese, mettendoci in una situazione di attesa. Ci ha tolto l’attesa delle feste, delle gite, degli incontri, dei momenti felici; quel pregustare che, secondo Leopardi, è quasi più bello della gioia stessa. Abbiamo imparato a non programmare, a non fantasticare, perché se negli anni scorsi era ragionevole attendersi che il giorno X avremmo potuto fare la cosa Y, quest’anno tutti sappiamo che è così. Nel contempo, viviamo tutti nell’attesa che questa situazione finisca, nel sogno che si possa tornare al tempo degli abbracci, della gioia, delle feste, della normalità senza mascherine e senza paure, senza filtri e senza precauzioni.
L’arrivo dello sposo è la sola attesa che non sarà delusa
Bach ci insegna a tenere la lampada accesa; a nutrire con l’olio della letizia e della speranza la nostra lampada, a pregare perché il nostro amore e la nostra fede non si spengano. E ci insegna che c’è una sola attesa che non può mai essere delusa: quella di Colui che ci ama, ed è accanto a noi anche quando non lo vediamo e la notte sembra tanto buia.
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