I dottori avevano detto a Michael Beynon che avrebbe avuto bisogno di una sedia a rotelle per tutta la vita. Ha provato loro che sbagliavanoMichael Beynon ama le sfide. Anche se il 25enne è nato con una miriade di complicazioni sanitarie, tra cui problemi visivi, paralisi cerebrale e ipertonia muscolare, non aveva alcuna intenzione di vedersi impedito di inseguire e realizzare i propri sogni.
Il giovane scozzese ha partecipato di recente alla Maratona di Londra, che quest’anno ha avuto luogo a livello virtuale per via della restrizioni dovute al Covid-19, anche se i medici gli avevano detto che sarebbe stato costretto per tutta la vita su una sedia a rotelle. Per completare la gara con successo, Beynon doveva percorrere 40 chilometri in 23 ore, 59 minuti e 59 secondi.
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Anche se il giovane atleta aveva sempre sognato di correre una maratona, voleva anche sottolineare una causa importante, gareggiando a nome di Mencap, un’organizzazione caritativa volta a gettare luce sulle disabilità di apprendimento. Michael, quindi, non ha corso solo per sé, ma anche per i tanti che affrontano delle difficoltà per la loro disabilità.
“Vorrei restituire qualcosa perché possano continuare a sostenere le persone come me. Le persone con una disabilità di apprendimento”, ha confessato il corridore a Radio 1 Newsbeat.
Per prepararsi alla gara, Michael ha spiegato di essersi allenato molto a livello virtuale, cosa che “è stata positiva, a volte difficile”. Fortunatamente l’atleta ha avuto il sostegno di sua madre Erica, che lo incoraggiava quando le cose diventava più complicate.
“È sempre stato un ragazzo molto determinato”, ha spiegato la mamma, che ha ricordato come il figlio abbia questo atteggiamento fin da molto piccolo. A sei mesi, quando è finalmente uscito dall’incubatrice in ospedale, “era determinato a vivere”.
Michael è oggi un atleta olimpico, e ha vinto più di 60 medaglie in varie discipline in occasione delle Paralimpiadi. Incredibilmente, nonostante la sua disabilità visiva, il ragazzo ha partecipato alle gare sciistiche di quest’anno durante le Olimpiadi speciali.
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“Non pensavamo nemmeno che sarebbe riuscito a scendere lungo il pendio, ma mi ha lasciata senza parole, e correndo la maratona lo fa ancor di più”, ha condiviso la mamma con la BBC.
La determinazione di Michael è un suo punto di forza, ma avere la madre accanto deve dargli il sostegno emotivo di cui ha bisogno. Come ha sottolineato Erica, lei non correva da un bel po’ di tempo, ma era determinata quanto il figlio a unirsi a lui nella gara. Dopo aver superato la linea del traguardo virtuale, il ragazzo è diventato il primo uomo del Galles con la sindrome di Down a correre una maratona.
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