L’organismo pastorale, torna così ad accendere i riflettori sulla casa, intesa come “bene comune”, riprendendo uno dei passaggi chiave della lettera di Papa Francesco al cardinale Parolin per i 50 anni di collaborazione tra Santa Sede e istituzioni europee:
Sogno un’Europa amica della persona e delle persone. Una terra in cui la dignità di ognuno sia rispettata, in cui la persona sia un valore in sé e non l’oggetto di un calcolo economico o un bene di commercio.
Parole che – chiarisce la Caritas in una nota ufficiale – “ci ricordano che purtroppo nel nostro continente sono più di cento milioni le persone in difficoltà, messe ai margini e alle quali va data attenzione e restituita dignità”.
Dossier-Dati-Testimonianze
Quello della Caritas è un dossier di analisi legislativa sul diritto alla casa nel continente europeo. “Pur nell’ambito di un quadro giuridico di spessore, la casa infatti resta per molti europei una meta difficile da raggiungere e da mantenere. Oltre 23 milioni di famiglie, circa il 10,4% della popolazione totale dell’Unione europea, spende più del 40% del reddito per mantenere la propria abitazione e quasi 9 milioni di famiglie vivono in alloggi inadeguati”.
I senza dimora
“C’è poi chi un tetto non l’ha mai avuto: solo in Europa, 700 mila persone sono senza dimora e il fenomeno è aumentato del 70% in dieci anni”. Lo affermano i promotori dell’iniziativa che, riprendendo anche l’ultimo Rapporto sulla povertà ed esclusione sociale, ricordano la situazione italiana. Nel Bel Paese, oltre 1,8 milioni di famiglie sono in condizioni di povertà assoluta e chi vive in affitto ha una situazione ancora più critica. Sono circa 850 mila le famiglie povere in locazione, quasi la metà nel Mezzogiorno. “I senza dimora sono 51mila e la loro condizione è stata aggravata dall’arrivo della pandemia per COVID-19. Ogni anno – riporta ancora il Dossier – arriva inoltre l’assalto del gelo che crea situazioni ad alto rischio per chi non ha una casa o una sistemazione al coperto”: dai clochard ai ragazzi sbandati, dagli anziani ai padri separati e magari disoccupati che non hanno più le risorse per pagarsi un’abitazione”.
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L’edilizia pubblica
Oggi, l’edilizia pubblica rappresenta il 4 per cento del patrimonio abitativo nazionale e risponde quindi a una quota minima di popolazione, ovvero un quinto del mercato dell’affitto, una delle quote più basse d’Europa. “La morosità – mette in evidenza la Caritas – è passata da percentuali irrisorie dei primi anni Ottanta, all’attuale 90% delle ragioni delle sentenze di sfratto emesse. Le domande di edilizia pubblica inevase presso Comuni e IACP ammontano a circa 650.000; 4 milioni di giovani tra i 25 e i 39 anni risiedono ancora nelle famiglie di origine; 4 milioni i lavoratori stranieri che vivono in affitto, l’80% in coabitazione e in condizioni di sovraffollamento”.
Il diritto alla casa nell’Ue
Nella cornice giuridica europea, il diritto alla casa è di pertinenza esclusiva dei singoli Stati. “Per tale motivo, il sistema di politiche abitative pubbliche appare disomogeneo e i livelli di accesso al bene casa non appaiono uniformemente distribuiti. Sono comunque presenti in Europa molte esperienze innovative da cui è possibile trarre utili piste di lavoro per favorire una migliore esigibilità del fondamentale diritto a un degno abitare”.