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“Abbiamo una seconda opportunità per prenderci cura dei nostri anziani”

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Dolors Massot - pubblicato il 05/11/20
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Victoria Cardona propone i valori che possono cambiare il nostro stile di vita dopo la prima ondata di Covid-19Victoria Cardona è un’autrice esperta. A 84 anni, i suoi libri sulla famiglia, l’educazione dei figli, la coppia, ecc., diventano subito best seller dal successo immediato e long sellers – continuano sempre a vendersi. Offre conferenze e ama stare a contatto con la gente giovane, orientando sempre a partire dalla sua esperienza.

Per via della pandemia, la casa editrice Luciérnaga si è messa in contatto con lei e le ha proposto di scrivere un libro sulla situazione degli anziani nella nostra società a causa del coronavirus.

“Il giorno prima era morta una mia amica, ed ero molto colpita. Ho risposto che lo avrei scritto, ma che vi avrei inserito la mia esperienza personale, un testo che usciva dal cuore a differenza dei libri precedenti, e scritto in base alle mie convinzioni di cattolica. La risposta è stata: ‘Hai carta bianca, scrivi quello che vuoi’”.

Il risultato è Nuestros mayores (I nostri anziani), un libro breve, conciso e pieno di contenuto che parla delle sofferenze giunte quest’anno, ma con uno sguardo di speranza.

Supplire con il nostro affetto

“In questi momenti”, spiega l’autrice, “viviamo un’altra ondata di Covid-19 e ricordiamo l’esperienza che abbiamo avuto nell’isolamento e il dolore che abbiamo provato non potendoci avvicinare ai nostri anziani. Ora possiamo accompagnarli e supplire con il nostro affetto a quello che non abbiamo potuto fare prima”.

“Non possiamo abbassare la guardia. Quando non è possibile la presenza fisica, usiamo i mezzi che ci offre la tecnologia”.

La Cardona spiega a mo’ di esempio che ora, dalla sua casa di Barcellona, fa videochiamate con una delle sue nipoti, di 26 anni, che vive a Londra. “Non siamo sempre perfette né ci siamo truccate, ma fa molto bene a entrambe quella conversazione breve o lunga, in base alla giornata”.

Gli anziani vivono pensando ai figli e ai nipoti

“Molti anziani”, aggiunge, “vivono pensando ai nipoti e ai figli. Sono la loro vita. I genitori e i nipoti devono stare attenti alla loro situazione per avere più attenzioni e delicatezza nei loro confronti. È un’opportunità per rafforzare i vincoli familiari con gli anziani che ci hanno dato tutto e sono stati referenti di molti valori”.

“Sono nata nel 1936, quando in Spagna è scoppiata la Guerra Civile”, dice. “Quelli della mia generazione sono forti, ci lamentiamo poco. E questo mi ha anche fatto pensare che anche chi è morto nei giorni più difficili dell’isolamento da solo negli ospedali o nelle residenze per anziani non fosse del tutto solo”.



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Più attenti alle difficoltà altrui

Della pandemia sottolinea una lezione: “Non sappiamo quasi nulla. Questo non sapere e non poter avere il controllo di tutto ci fa bene. Bene nella nostra convivenza familiare e bene nei nostri rapporti sociali. L’umiltà ci fa essere più attenti alle difficoltà che hanno gli altri, e ci facciamo più vicini non essendo prepotenti”.

La priorità, la nostra famiglia

Victoria Cardona ricorda che “la priorità in questa seconda ondata dev’essere la nostra famiglia, e in questa i più vulnerabili: gli anziani, i malati, i bambini, gli adolescenti”.

Nel libro, la scrittrice indica come vivere la speranza e offre molte idee relative ai valori essenziali: l’amicizia – “bisogna vivere il distanziamento sociale, ma dobbiamo cercare di viverla comunque con i mezzi che abbiamo a disposizione” -, la riconoscenza, il perdono, la speranza, il senso del dolore, l’amore, la tenerezza…, e lo fa con commenti frutto della sua esperienza di vita (con 6 figli e 4 nipoti) e con senso spirituale e al contempo pratico.

Circa la necessaria riflessione sulla morte, la Cardona scrive: “Quello che sogniamo noi anziani è aspettare la morte circondati da coloro che amiamo e che ci hanno amati e ricevere l’assistenza spirituale del sacerdote per noi che siamo credenti, perché perdonati delle nostre colpe possiamo riposare con l’amore di Dio in cielo e incontrarci con chi abbiamo amato in vita. Medici, infermieri e sacerdoti hanno fatto quello che potevano durante la pandemia, e molti piangevano alla fine della giornata di lavoro di fronte a quella situazione”.

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