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Human Rights Watch: chi trova il vaccino deve condividerlo

COVID
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Jaime Septién - pubblicato il 04/11/20
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Chiede ai Governi di rinunciare ad alcuni aspetti delle regole globali di proprietà intellettuale per permettere la produzione su larga scala“Sarebbe triste se nel fornire il vaccino si desse la priorità ai più ricchi, o se questo vaccino diventasse proprietà di questa o quella Nazione, e non fosse più per tutti. Dovrà essere universale, per tutti”, ha affermato Papa Francesco a settembre durante un’udienza alla Fondazione Banco Farmaceutico.

Sullo stesso tono si è appena pronunciata l’organizzazione Human Rights Watch (HRW) attraverso un rapporto incisivo e ben documentato di 77 pagine intitolato “Chi trova il vaccino deve condividerlo: rafforzamento dei diritti umani e trasparenza sui vaccini per il Covid-19”.

HRW, un’organizzazione non governativa di carattere internazionale con sede a New York, ha indicato che i Governi devono massimizzare l’accesso al vaccino a tutti, ricchi e poveri, per “globalizzare la cura” anziché “globalizzare l’indifferenza”, come ha detto Papa Francesco.

Tre barriere da superare

India e Sudafrica, due Paesi duramente colpiti dalla prima ondata di coronavirus, hanno rivolto una proposta ora sostenuta da HRW nel suo rapporto: che i Governi rinuncino ad alcuni aspetti delle regole globali di proprietà intellettuale (PI) per permettere la produzione su larga scala e far sì che i vaccini siano accessibili a tutti.

Il rapporto riconosce però che affinché tutti gli abitanti del pianeta abbiano un equo accesso a un vaccino sicuro ed efficace si devono superare soprattutto – ma non solo – tre barriere: trasparenza, somministrazione e prezzo.

“I Governi devono unirsi urgentemente, essere trasparenti e cooperare per condividere i benefici della ricerca scientifica che finanziano per aiutare l’umanità”, ha affermato Aruna Kashyap, consulente principale per i diritti umani e le imprese di HRW e coautrice del rapporto.

“Più di un milione di persone è morto, e si prevede che un altro milione morirà alla fine dell’anno. I Governi devono usare i loro poteri regolatori e di finanziamento per garantire che i guadagni corporativi non stabiliscano chi può ricevere i vaccini”, ha sottolineato la Kashyap.


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Sviluppo e solidarietà

Dal momento in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato lo scoppio del coronavirus come pandemia, i progetti di realizzazione di un vaccino si sono moltiplicati in tutto il pianeta, provocando una delle poche forme di concorrenza sfrenata che abbiano senso in un mondo competitivo come quello in cui viviamo.

“L’accesso universale ed equo a un vaccino contro il Covid-19 sicuro ed efficace è fondamentale per prevenire malattie gravi e la morte, e al contempo protegge la vita, fa sì che i bambini possano tornare a scuola e permette il recupero economico”, riassume HRW.

Il 19 ottobre, l’ultimo punto di riferimento a livello di dati, l’OMS riconosceva l’esistenza di 154 progetti che hanno già trovato un candidato per il vaccino e si trovano in fase pre-clinica. Ce ne sono altri 44 che l’hanno già superata e sono in fase clinica, con prove sugli esseri umani, e 10 di questi si trovano nella fase 3, precedente alla messa in commercio.

Il mondo, a cominciare dai sopravvissuti alla malattia, spera in un “vaccino popolare”. Come ha ricordato Papa Francesco, a livello etico, se esiste la possibilità di trattare una malattia con un farmaco questo dev’essere alla portata di tutti, altrimenti sarebbe un’ingiustizia.

Denaro pubblico, interessi privati

Il rapporto di HRW ha sottolineato che i Governi stanno utilizzando denaro pubblico per finanziare i vaccini contro il Covid-19 “su una scala senza precedenti”. Il problema grave è che questa spesa del denaro pubblico non è accompagnata da una politica di trasparenza.

Un gruppo di esperti australiani ha appena stimato in 19.000 milioni di dollari le donazioni governative per la ricerca, lo sviluppo, la produzione e la distribuzione del vaccino in Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Norvegia e Commissione Europea in testa.

“Non si può combattere una pandemia mondiale permettendo che i vaccini finanziati con fondi pubblici arrivino al miglior offerente, al prezzo stabilito dalle compagnie farmaceutiche”, ha affermato Margaret Wurth, ricercatrice di HRW e co-autrice del rapporto. “Quando si trova un vaccino sicuro ed efficace, dev’essere disponibile e accessibile a tutti, ovunque”.

Purtroppo, in un pianeta in cui la solidarietà è diventata una cosa rara, è chiaro a tutti che “Chi paga comanda”, anche se non lo fa con il suo denaro, ma con quello dei cittadini.


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