di Mauricio Montoya
Resurrezione? Indipendentemente dalla religione, ci siamo tutti chiesti qualche volta cosa succederà dopo la morte, dove andremo, chi potremo incontrare e se ci sarà un’altra vita. Ci sono tanti interrogativi che circondano il mistero che tutti dovremo vivere, ovvero la fine della vita corporale.
Come uomini e donne di fede, abbiamo la certezza che la vita non termini con la morte, ma continui nell’eternità. Quanto è facile dimenticarlo! La nostra fine non è la morte, ma la vita eterna! Ecco alcuni dati che ci aiutano a comprendere la promessa della resurrezione futura.
1Vivremo per sempre con Cristo
Il numero 989 del Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “Noi fermamente crediamo e fermamente speriamo che, come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, così pure i giusti, dopo la loro morte, vivranno per sempre con Cristo risorto, e che egli li risusciterà nell’ultimo giorno” (cfr Gv 6, 39-40).
Come la Sua, la nostra resurrezione sarà opera della Santissima Trinità: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi (Rm 8, 11)”.
La fede cristiana ha quindi la salda convinzione che in Cristo che ci ha preceduto nella resurrezione verremo risuscitati per la vita eterna e felice. È questa la beatitudine della salvezza in Dio.
La rivelazione a poco a poco ha illuminato la fede e la coscienza del popolo di Dio, e in questo processo l’uomo ha compreso che la speranza della resurrezione si basa sulla fede in Dio Padre che ha creato l’uomo nella sua totalità, ovvero corpo e anima.
Lo stesso Dio che mantiene salda la Sua alleanza di salvezza è quello che dona all’uomo la vita eterna.
2“Egli non è Dio dei morti, ma dei viventi” (Mc 12, 27)
Varie testimonianze bibliche ci parlano di Dio come Signore della vita, Re del creato. Egli ci risusciterà alla vita eterna, ci dicono alcuni testi dell’Antico Testamento:
“È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l’adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati”.
Il paragrafo 994 del Catechismo dice chiaramente: “Sarà lo stesso Gesù a risuscitare nell’ultimo giorno coloro che avranno creduto in lui e che avranno mangiato il suo Corpo e bevuto il suo Sangue”.
Nella Sua vita pubblica, Egli offre già un segno e un pegno della resurrezione restituendo la vita ad alcuni defunti (cfr. Mc 5, 21-42; Lc 7, 11-17; Gv 11), annunciando così la propria resurrezione, che sarà tuttavia di un altro ordine.
Di questo fatto unico, Egli parla come del “segno di Giona” (Mt 12, 39), del segno del
Tempio (cfr. Gv 2, 19-22). Annuncia la Sua resurrezione il terzo giorno dopo la Sua morte (cfr. Mc 10, 34).
3La fede nella resurrezione non è nuova
La certezza della resurrezione dei morti ci parla anche della pienezza dell’immortalità a cui è destinato l’uomo. Ricordiamo che l’essere umano è stato creato con una vocazione all’eternità, alla santità!
San Tommaso ritiene che la resurrezione sia qualcosa di naturale per l’uomo, perché l’anima è fatta per essere unita a Dio. È anche un carattere soprannaturale nell’uomo, perché la sua causa efficiente è la divinità.
In altre parole, l’essere umano, anche se terreno, ha vocazione all’eternità in Dio! Che cosa meravigliosa!
4Cos'è il corpo glorioso?
Non c’è uomo che possa comprendere totalmente il mistero dell’eternità, ma sappiamo che Cristo è risuscitato in un corpo glorioso, ovvero in un corpo su cui non hanno effetto le condizioni terrene, ma che liberato da ogni vincolo di mortalità vive solo in Dio.
Alla resurrezione non ci sarà più morte, non ci saranno più limitazioni corporee e umane. Non ci sarà sofferenza, ma unione piena con Dio nella Sua gloria, godendo della visione beatifica.
Vi invito a vivere in chiave di fede, di modo che la speranza sia riposta nella vita eterna e in quella visione beatifica che ci permetterà di contemplare il volto di Dio.
Il nostro camminare quotidiano sia una ricerca del Suo volto (Salmo 27,8)! Come la cerva cerca i corsi d’acqua, così la nostra anima cerca Dio giorno e notte (Salmo 42, 2-3).