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I vaccini sono sicuri?

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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 03/11/20
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Rispondiamo a una delle domande più frequenti dei genitori.Siamo tutti grati ai farmaci che ci curano dalle malattie, che leniscono il nostro dolore e che ci salvano la vita. In caso di bisogno, siamo disposti ad assumere a occhi chiusi tutti i farmaci che ci vengono prescritti, senza alcuna esitazione, perché stiamo male, siamo spaventati, e vogliamo guarire.

Anche se sappiamo bene che in alcuni casi i farmaci possono fare male.

Per i vaccini è molto diverso: sono farmaci anche loro, ma ci vengono proposti quando stiamo bene, o ancor peggio, vengono somministrati ai nostri bambini in gran numero, a cominciare da quando sono piccolissimi, indifesi e soprattutto (questo è il problema vero) quando stanno bene!

I vaccini: siamo certi che sono sicuri?

Il disagio come genitori è comprensibile, soprattutto se si aggiunge che l’iniezione a volte fa un po’ male, e i bambini piangono. E malgrado le spiegazioni del pediatra, un piccolo dubbio resta: ma almeno, siamo certi che sono sicuri?

In questo numero di “A scuola di salute” vogliamo affrontare quest’ultimo dubbio, legittimo e importantissimo.

Possiamo davvero affermare che sì, i vaccini sono molto sicuri, addirittura più sicuri di quasi tutti i farmaci più comuni? Che (quasi) tutti possono essere vaccinati, anche bambini e adulti con malattie complesse e gravi?



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Diversi tipi di vaccino

Cercheremo di essere chiari e comprensibili nello spiegare i diversi tipi di vaccino, le sostanze che contengono, i processi di produzione e sperimentazione e i relativi controlli, e nell’elencare i possibili effetti collaterali (che, in genere sono banali, e se più gravi, sono molto rari).

Per quanto riguarda poi il fastidio di iniettare il vaccino al nostro bambino che ci guarda fiducioso, felice e sano, effettivamente c’è poco da dire, tranne il fatto che le malattie infettive sono ancora tra noi, che sono tante e molto pericolose.

E che i vaccini sono una grande risorsa della scienza e un regalo di protezione e salute che noi abbiamo il dovere di fare al nostro bambino.

Nel ‘900 mortalità infantile decine di volte più alta

Basti pensare che nel ‘900 la mortalità infantile – e la disabilità – erano decine di volte più alte e molti tra i più piccoli soccombevano proprio per le malattie che oggi vengono prevenute dai vaccini: morbillo, meningite, poliomielite, polmonite, difterite…

Tutti gli articoli sono a cura di: Guido Castelli Gattinara, Francesco Gesualdo, Elisabetta Pandolfi, Caterina Rizzo, Alberto Tozzi, Alberto G. Ugazio

Qual è l’impatto dei vaccini sul sistema immunitario?

Quando un microbo – un batterio o un virus – invade il nostro organismo, il nostro sistema immunitario combatte l’infezione mettendo in campo prima di tutto alcuni globuli bianchi del sangue.

Si tratta dei macrofagi e dei granulociti neutrofili che hanno la capacità di ingerire e digerire il microbo eliminandolo rapidamente dall’organismo.

Dalla digestione del microbo derivano comunque dei frammenti del microrganismo, gli antigeni, che verranno utilizzati più avanti per il suo riconoscimento.

I B linfociti e i T linfociti

Quando macrofagi e granulociti neutrofili non riescono ad eliminare il microbo, il sistema immunitario fa scendere in campo altre due armi:

• i B linfociti, globuli bianchi che sono in grado di produrre gli anticorpi. Gli anticorpi si attaccano agli antigeni del microbo e scatenano così una reazione infiammatoria che ha lo scopo di eliminarlo;

• i T linfociti, globuli bianchi che sono in grado di riconoscere gli antigeni del microbo e di distruggere le cellule che sono già state infettate.

Se un microbo invade per la prima volta l’organismo e se supera le difese dei macrofagi e dei granulociti neutrofili, occorrono molti giorni per preparare i B e i T linfociti e per metterli in funzione.


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La memoria immunitaria

Il microbo ha quindi tutto il tempo che gli occorre per diffondersi e per provocare la malattia. Tuttavia, nel corso della risposta immunitaria i B e i T linfociti, mentre combattono i germi, imparano anche a ricordare gli antigeni che incontrano: sviluppano la cosiddetta memoria immunitaria.

Se quel microbo tenterà nuovamente di infettare l’organismo, i B linfociti con i loro anticorpi e i T linfociti riconosceranno subito i suoi antigeni e saranno pronti a scatenare una rapida risposta difensiva.

Ecco perché di regola non ci ammaliamo mai una seconda volta della stessa malattia infettiva.

La vaccinazione imita l’infezione con uno scopo preciso: far sì che il sistema immunitario riconosca gli antigeni di un microbo che, in realtà, non ha mai incontrato e, grazie alla memoria immunitaria, lo prepari a una risposta immediata ed efficace.

Quindi, possiamo considerare la vaccinazione alla stregua di un vero e proprio inganno, di una “finta infezione”. Per causare una “finta infezione”, ovviamente, abbiamo bisogno di “microbi finti”: i vaccini.

Ne sono stati escogitati di diversi tipi:

I vaccini vivi attenuati

• I vaccini vivi attenuati vengono ottenuti indebolendo in provetta un virus o un batterio in modo che non sia più in grado di provocare la malattia ma solo una lieve infezione, almeno nei bambini sani, pur conservando tutti gli antigeni del microbo e permettendo così al sistema immunitario di scatenare una risposta immunitaria che lo proteggerà per sempre.

L’esempio più ovvio è il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia in cui questi tre virus sono vivi e attenuati.

Questi vaccini non vanno mai somministrati a bambini che hanno un sistema immunitario depresso – ad esempio quelli in cura per un tumore – perché i virus sono pur sempre vivi e in questa situazione potrebbero provocare la malattia.

I vaccini inattivati

• I vaccini inattivati si ottengono uccidendo il battere o il virus in modo che conservi intatti i suoi antigeni. Il vaccino antipolio che utilizziamo attualmente è un esempio di questi vaccini.

I tossoidi

• I tossoidi sono utilizzati per prevenire malattie causate dalle tossine prodotte da alcuni batteri come la tossina del tetano e la tossina della difterite. Le tossine trattate con particolari sostanze chimiche perdono la loro tossicità ma mantengono inalterati gli antigeni: prendono il nome di tossoidi.

I vaccini ad antigeni purificati o a subunità

• I vaccini ad antigeni purificati o a subunità contengono soltanto alcuni antigeni ottenuti in laboratorio dal batterio o dal virus e quindi purificati. Ne è tipico esempio il vaccino contro la pertosse.

Gli antigeni ottenuti dai batteri o dai virus cui appartengono sono quindi ottimi componenti dei vaccini. In natura infatti funzionano nella normale risposta immunitaria anti-infettiva: gli antigeni che derivano dalla digestione del microbo stimolano comunque i B e i T linfociti che li ricorderanno – memoria immunologica – e impediranno il ripetersi della malattia.



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