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L’amore vince la morte, la Resurrezione è una promessa già mantenuta

CEMETERY
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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 02/11/20
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Nei giorni dedicati ai defunti e ai Santi una riflessione di Don Fortunato Di Noto

«Nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.» (Andrea Camilleri)

Chi ha messo sotto il letto un cesto di vimini nella notte tre l’1 e il 2 novembre? Chi, dei picciriddi (i bambini) stamattina ha trovato un regalo, uno spicciolo “portato dai cari murteceddi”? Chi ha esposto a casa, o sta sfogliando le foto (anche digitali) di chi ci ha lasciato e racconta le storie di chi ci ha dato la vita (padri, madri), dei nonni dei parenti prossimi, di una moglie, di un marito, di un amico? Chi, con incredibile sorpresa, sta visitando i profili social (raramente aggiornati da qualche congiunto) dei nostri contatti, ‘amici’, magari in attesa che ci appaia un like o una risposta a un tuo messaggio? Chi frequenterà i “cimiteri virtuali” per deporre una candela virtuale e ricordare un amico e un amico? Sarebbe un bel ricordo. Ho visitato alcuni profili social di miei amici è ho deposto, segnato un fiore e una preghiera.

Ricordare con amore i nostri defunti

E’ molto probabile che saranno gesti, pieni di nostalgia e di dolore, che si faranno per riempire il cuore e i vuoti affettivi. Per chi ama ed è stato amato l’assenza può diventare struggente e talora una fitta al cuore. Perché l’amore non ha tempo e l’amore vince la morte.

Il regalo più grande che, pur non riposto nel cesto di vimini, ma nel cesto del cuore, è la speranza che quel posto preparato per voi, così Gesù Cristo, ci ha promesso, sia pieno di vita, di risurrezione d’amore. Quel posto sia attesa, per chi verrà, e festa, per chi è invitato a gioire della presenza di Colui che non è morto ma è risorto.


CHILD, GRAVE, CANDLE
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Nel ministero sacerdotale ho celebrato migliaia di esequie, ripetuto, come una soave cantilena: l’eterno riposo dona loro Signore e splenda ad essi la luce perpetua; perdonaci, Signore per i peccati commessi, per la fragilità della carne. Fino alla fine, fino all’ultimo saluto, la Comunità dei credenti e redenti, chiede: perdonaci Signore per non aver creduto che il presente e il futuro si snoda e vive solo nell’Amore che tutto crede, che tutto spera, che tutto conforta.

Il cesto di vimini, sono le nostre mani vuote, stese come mendicanti: riempile di Te, o Signore e donaci la pace. Ri-donaci cesti pieni di pane e di pesci.

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