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Rischiava l’amputazione delle gambe. Oggi ha mosso i primi passi

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 29/10/20
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La storia straordinaria della piccola Jo, affetta da una rara malformazione alle gambe, che oggi cammina. Alcuni medici consigliarono alla madre di abortire: “Quando ho visto il primo passo fatto da Jo dopo l’operazione, avrei voluto che insieme a me a vederlo, ci fossero stati anche tutti coloro che mi avevano criticato e attaccato”.Oggi vi raccontiamo la storia straordinaria della piccola Jo, una bambina di tre anni e mezzo che da poco ha mosso i suoi primi passi dopo un percorso lungo e impegnativo, conquistando il cuore di tantissimi.

Jo è nata con alcune malformazioni scheletriche, tra cui l’emimelia tibiale: l’assenza delle tibie con solo i peroni in entrambi gli arti inferiori. Ma grazie al sostegno della sua famiglia la bambina sta affrontando con grande grinta e coraggio le sfide che la vita le ha posto nel suo cammino.

Cammino, una parola fondamentale per questa storia. Ma facciamo un passo indietro per capire come Jo è arrivata a compiere i suoi primi passi.

La diagnosi al sesto mese di gravidanza

Irene, la mamma di Jo, di Livorno ma trapiantata a Tirrenia (Pisa), vive una gravidanza serena fino a quando, al sesto mese, i medici la informano che la sua bambina sarebbe nata con alcune malformazioni alle gambe. È un colpo durissimo.

Alcuni medici le consigliano di abortire

Alcuni di loro le consigliano di abortire, ma Irene insieme al marito Luca decidono di custodire la vita della loro già amatissima figlia. In un’intervista a Fanpage la mamma lo scorso anno ha raccontato come è stato doloroso non poter stringere Jo dopo il parto, non poterla portare a casa e invece vederla all’interno di un’incubatrice:

Nessuno ci ha saputo dire e non sappiamo ancora cosa possa aver causato questo tipo di malformazioni. Vorrei farvi capire come si sente una mamma che dopo il parto non può abbracciare sua figlia, vorrei spiegarvi cosa significhi entrare in terapia intensiva e vederla dentro ad una incubatrice, mentre viene aiutata a respirare da una mascherina, mentre mille suoni la circondano e tu hai paura che sia un suono cattivo quello che senti. (Ibidem)


Angela Bianco
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Jo gattona contro ogni pronostico!

Jo viene alla luce con alcuni problemi di salute: le mancano due costole ed è affetta da emimelia tibiale bilaterale. Ma la forza della Vita è sorprendente e così, contro ogni pronostico, la piccola con il passare dei mesi comincia a gattonare. Chissà quale gioia per i genitori!

La mamma sogna i suoi primi passi

La mamma però sogna in grande per la sua bambina, sogna di vederla camminare e cerca di reperire più informazioni possibili rivolgendosi a vari specialisti. L’unica soluzione in Italia pare l’amputazione o un intervento che renderebbe le gambe di Jo ancora più corte e senza la possibilità di piegarle.

In Florida, al Paley Institute di Palm Beach, le prospettano invece la ricostruzione delle ossa mancanti. Uno spiraglio di speranza, ma come sostenere i costi?

I Sogni di Jo

I genitori di Jo si rimboccano le maniche: cominciano a raccontare la storia della figlia, organizzano eventi benefici e lanciano una campagna di raccolta fondi sul web attraverso la pagina “I Sogni di Jo”. La generosità delle persone li sorprende. L’America pian piano comincia ad essere meno lontana.

“Spero che un giorno mia figlia si renda conto che ho fatto davvero di tutto per lei”

A sinistra Jo deve sistemare il ginocchio, riallineare la caviglia e unire i due peroni presenti per far sì che il peso del corpo possa essere sostenuto. A destra, è presente soltanto un perone. Questo ha causato un’incurvatura dell’osso presente, che si è andato a posizionare più in alto di dove dovrebbe, la gambina risulta dunque più corta. Ginocchio, caviglia, lunghezza e curvatura sono dunque tutte da sistemare. (…) Spero che un giorno mia figlia si renda conto che ho fatto davvero di tutto per lei. Se c’è anche solo una minima possibilità che lei possa camminare devo perseguirla. (Fanpage)

Quando finalmente sono nelle condizioni di affrontare il viaggio della speranza, partono con un misto di timore e di aspettative per gli Stati Uniti.

I primi passi di Jo

Dopo un delicato intervento chirurgico di ricostruzione delle ossa e tanta fisioterapia, Jo è riuscita incredibilmente a muovere i primi passi anche grazie ai tutori che le hanno applicato. Un traguardo straordinario che qualche mese prima sembrava impossibile raggiungere! Jo ha potuto suonare la campana della vittoria, la prima parte del suo percorso di guarigione è conclusa.

Anche in Italia contemporaneamente padre Lucian Gosman della parrocchia di Tirrenia, interpretando il sentimento di tutta la comunità, ha fatto risuonare le campane a festa per condividere l’enorme gioia per questo risultato.

Si torna a casa!

E così, dopo 8 lunghi mesi, la famiglia può tornare finalmente a casa. La mamma racconta così i primi momenti del rientro:

Jo è consapevole di tutto malgrado i suoi soli tre anni e mezzo. Sa che deve proseguire la fisioterapia, che tra circa un anno dovrà affrontare un’altra operazione e così via. Come sapeva, quando ha suonato la campana della vittoria all’istituto Paley, che avrebbe lasciato Jeff, il suo fisioterapista, per tornare a casa e gli ha tirato un bacio dispiaciuta, ma era anche contenta di fare ritorno. (Iltirreno)

I commenti che feriscono

Insieme all’affetto e al sostegno di tantissime persone purtroppo non è mancato qualcuno che ha criticato aspramente la scelta di Irene e Luca di mettere al mondo Jo, pur conoscendo i gravi problemi ortopedici di cui era portatrice:

Mi hanno fatto molto male invece le parole scritte sui social da una signora: “Bisogna essere dei genitori veramente cattivi per mettere al mondo una bambina che poi avrebbe dovuto passare tutto questo”. Ecco, questo commento mi ha ferito veramente tanto. (Ibidem)

Se i medici che mi avevano consigliato di abortire avessero visto i primi passi di Jo!

Me lo dicevano anche alcuni medici quando ero incinta che, decidendo di portare avanti la gravidanza, dovevo essere consapevole di quello che Jo avrebbe dovuto affrontare e che avrei dovuto abortire. Ma io e Luca abbiamo deciso diversamente. E quando ho visto il primo passo fatto da Jo dopo l’operazione, avrei voluto che insieme a me a vederlo, ci fossero stati anche tutti coloro che mi avevano criticato e attaccato. C’è ancora molta strada da fare, ma mi sono liberata di tutte quelle insicurezze che mi avevano accompagnato con le critiche. È stata una bella sensazione sia per me che per Luca. (Iltirreno)



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“Semplicemente ho scelto di salvare mia figlia”

Nonostante la sofferenza che certi giudizi superficiali e irrispettosi le hanno procurato, Irene con queste parole non intende criticare nessuno. Né i medici né le donne che in situazioni simili alle sue hanno deciso diversamente come ha tenuto a specificare quando l’ho contattata:

È importante però che tu sappia che io non condanno chi decide di abortire, sono scelte difficili in entrambi i casi. Non vorrei mai far passar il contrario. Semplicemente io ho scelto di voler salvare mia figlia… ed ho ritenuto davvero ingiusto essere giudicata sbagliata ed egoista per questo.

Jo sei solo ai tuoi primi passi ma siamo certi arriverai lontano! E noi ti auguriamo di continuare a ribaltare tutti i pronostici e di suonare sempre più forte la campana della Vittoria.

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