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Il Presidente messicano pretende delle scuse. Il Vaticano risponde così

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Jaime Septién - pubblicato il 28/10/20
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La richiesta presentata dal Presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, di ottenere dal Vaticano una serie di Codici propri delle culture precolombiane come prestito da esibire il prossimo anno è stata rifiutata.

“Il Vaticano non potrà prestare al Messico i quattro Codici preispanici che il Governo gli ha chiesto”, ha affermato l’arcivescovo Franco Coppola, nunzio apostolico in Messico, durante una conferenza stampa a Xalapa, capitale dello Stato di Veracruz.

Insieme al “pennacchio di Montezuma”, chiesto al Governo dell’Austria, la moglie del Presidente messicano, Beatriz Gutiérrez Müller, aveva chiesto a Papa Francesco il prestito di quattro Codici custoditi in Vaticano: il Codice Borgia, il Codice Vaticano B e il Codice Vaticano A o Codice Ríos, e mappe di Tenochtitlán.

Se si prestassero potrebbero non tornare

La signora Gutiérrez Müller ha consegnato in occasione di un’udienza privata una lettera a Papa Francesco firmata da López Obrador. Il Presidente messicano stesso ne ha reso pubblico il contenuto. Oltre ai quattro Codici, ribadiva l’insistenza che la Chiesa cattolica offrisse ampie scuse agli indigeni per la sua partecipazione alla Conquista del Messico.

Nel 2021 si compiranno 500 anni dalla caduta di México-Tenochtitlán (13 agosto 1521) ad opera delle truppe spagnole comandate da Hernán Cortés, con l’arresto e la resa dell’ultimo grande signore degli Aztechi, Cuauhtémoc. Tre anni dopo, su richiesta dello stesso Cortés, giunsero in Messico i primi missionari francescani.

López Obrador e la moglie, alla quale è stato affidato il compito di dirigere il consiglio del Coordinamento Nazionale della Memoria Storica, vogliono promuovere una grande esposizione che recuperi il passato precolombiano e motivi una revisione di quello che definiscono il passato “colonialista”.

Nella stessa conferenza stampa a Xalapa, il nunzio Coppola ha dichiarato che Papa Francesco ha già risposto alla lettera chiarendo che i Codici preispanici non potranno essere inviati in Messico.

“Mi è stato segnalato che al Messico non si può prestare niente, perché le leggi del Paese impediscono di restituire le cose che vengono prestate, perché sono monumenti storici; non si possono quindi restituire al Paese che le presta, e dovrebbero dunque essere un regalo, non un prestito”.

Circa le scuse

Quanto alla richiesta di López Obrador che il Vaticano porga le sue scuse al Messico per la Conquista, il rappresentante diplomatico del Papa in Messico ha affermato che Francesco ha riconosciuto che c’è stato un “errore storico”, ma ha anche sottolineato gli aspetti positivi derivanti da quell’incontro.

“Ci sono state sicuramente alcune ombre, ma anche molte luci. È un momento propizio per riconoscere sia quello che non è stato positivo che quello che è stato utile per tutti”, e ha anticipato che forse verranno presentate nel 2021.

Riscrivere la storia è una delle intenzioni del Presidente del Messico, e per questo ha organizzato una strategia in base alla quale nel 2021, oltre a celebrare il quinto centenario della caduta della capitale azteca, si celebrerebbe il 700° anniversario della fondazione della città e il secondo centenario dell’indipendenza messicana.

La professoressa di Relazioni Internazionali dell’Istituto Tecnologico Autonomo di Città del Messico Beata Wojna ha tuttavia scritto su El Heraldo de México: “Quello che risulta sorprendente in Messico è che questi reclami storici non sorgano dai popoli indigeni, ma dalle autorità”.

“In questo senso”, ha aggiunto, “dobbiamo chiederci se la politica storica del Governo ha davvero il proposito di rivendicare i diritti dei popoli indigeni o se servirà solo al Governo per i suoi obiettivi politici del 2021”.

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