Non appena si è rivolto verso l’assemblea ho subito colto qualcosa di speciale e stupendo nel suo volto. La santità renda belle le persone!Intendiamoci: la scelta di essere credente o non credente non si basa su dei “motivi” come quelli che portano a scegliere una marca di lavatrice anziché un’altra. Si crede per l’intima percezione di qualcosa che ci trascende e ci affascina, e che non è una vaga sensazione bensì Qualcuno che realmente ci ama. Qualcuno che avvertiamo senza poterlo “comprendere”, che conosciamo senza realmente conoscere, di cui ci fidiamo senza poterlo imbrigliare.
La santità rende belle le persone
E tuttavia ci sono delle “ragioni” che, pur non motivando la nostra scelta, la supportano e sostengono. Per me, uno di questi è la constatazione, sempre rinnovata e sempre sorprendente, di come la santità renda belle le persone. Nella Bibbia si narra di come Mosè abbia dovuto velarsi il volto dopo essersi intrattenuto con Dio per lungo tempo: il riflesso della gloria di Dio sul suo volto umano era talmente splendido da rendere intollerabile la sua vista da parte del popolo. Così, le persone veramente vicine a Dio risplendono di una bellezza che affascina e conquista.
La bellezza di un prete molto anziano
Questa mattina sono stata a messa nella cattedrale di Evora, in Portogallo. Non appena si è rivolto verso l’assemblea ho subito colto qualcosa di speciale e stupendo nel suo volto. Era un prete molto anziano, tanto che l’altro concelebrante ha dovuto ricordargli per due volte, durante la messa, il nome del santo festeggiato oggi. E tuttavia, c’era una freschezza ed una semplicità nei suoi gesti e nelle sue parole, una tenerezza ed una comprensione nel suo sorriso timido ma diretto, una forza di verità e amicizia nel suo sguardo che conquistavano – e soprattutto che continuamente ed inavvertitamente mi richiamavano a partecipare a mia volta alla preghiera.
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Il sorriso di un vecchio prete
Quante volte avrà celebrato la messa un prete così anziano? Se si pensa che a molti la liturgia della Chiesa pare una gabbia che restringe la libertà del colloquio delle persone con Dio, un sacerdote anziano dovrebbe essere schiavo della ripetitività. E invece, era evidente che per questo vecchissimo prete le parole di una liturgia ripetuta migliaia di volte erano la forma naturale del suo parlare con Dio. Perché nella liturgia generazioni di santi e peccatori hanno rivolto la loro preghiera al Signore, non in un intimismo personalistico, ma nel respiro universale della famiglia umana.
Nel sorriso di questo vecchio prete leggevi inequivocabilmente l’amicizia che desiderava offrirti, la comprensione che voleva porgerti, la disponibilità a camminare con te.
Come deve essere bello Dio, se i suoi amici sono tanto belli.
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