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Due chiese incendiate durante le proteste in Cile

CHILE
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Aleteia - pubblicato il 20/10/20
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Mentre la cupola di una chiesa crollava, i manifestanti dicevano “Lascia cadere, lascia cadere”Due chiese sono state date alle fiamme in Cile durante la manifestazioni nella capitale, Santiago, domenica 18 ottobre.

Uno dei templi distrutti è la chiesa dell’Assunta, vicina a Piazza Italia, epicentro delle proteste. È una delle chiese più antiche della capitale, risalendo al 1876. Gruppi di persone incappucciate l’hanno attaccata, invadendo l’edificio per poi dar fuoco alla cupola. Mentre la struttura crollava, i manifestanti dicevano “Lascia cadere, lascia cadere”.

Prima del crollo, i pompieri hanno alzato una barriera per evitare che la struttura colpisse le persone provocando un danno maggiore.

Predecentemente all’attacco alla parrocchia dell’Assunta, un’altra chiesa era stata bersaglio dei manifestanti. Si tratta della cappella dei Carabineros San Francisco de Borja, molto vicina al centro della capitale e all’epicentro delle manifestazioni.

I manifestanti hanno saccheggiato la chiesa per poi darle fuoco. I pompieri sono riusciti a domare le fiamme.

Le proteste

Le proteste di questa domenica hanno ricordato un anno di manifestazioni sociali nella capitale cilena. I manifestanti chiedono innanzitutto maggiore uguaglianza sociale.

La mattina presto le proteste erano pacifiche, nonostante il gran numero di poliziotti nelle strade. Nel pomeriggio sono iniziate le violenze. Oltre alle chiese, sono state incendiate una stazione della metropolitana, caserme e varie macchine della polizia. Si sono anche verificati saccheggi nei supermercati e scontri tra squadre calcistiche rivali.

I disordini si sono svolti a una settimana dal referendum del 25 ottobre, che definirà se la Costituzione del Paese, eredità della dittatura di Augusto Pinochet, verrà alterata o meno.

Vari gruppi politici vedono la realizzazione del referendum come uno dei risultati delle proteste popolari iniziate nell’ottobre 2019.

ACS condanna gli attacchi

La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha condannato gli attacchi alle chiese cilene. In una nota ufficiale, il presidente esecutivo della fondazione, Thomas Heine-Geldern, ha affermato che “nulla giustifica l’uso della violenza, né gli attacchi agli spazi sacri. Non crediamo neanche che l’uso della violenza contro la fede e le convinzioni religiose contribuirà alla difesa della giustizia sociale, razziale o economica”.

La nota di ACS ricorda anche una triste statistica: dall’ottobre 2019, in Cile sono stati incendiati 57 templi o edifici religiosi.

Con informazioni dell’agenzia AFP.

 

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