Il siriaco è uno dei dialetti del ceppo aramaico del Vicino Oriente. Prossimo alla lingua di Gesù, il siriaco è stato non soltanto una lingua di traduzione biblica, ma fu soprattutto all’origine dello sviluppo delle Chiese siriache fin dai primi tempi dell’era cristiana: un fermento che perdura tutt’oggi.
Meno noto dell’ebraico, il siriaco è imparentato con l’aramaico – la lingua parlata da Gesù le cui origini affondano fino al X secolo a.C. Dialetto germogliato sul grande ceppo del semitico nord-occidentale, esso apparve fin dal I sec. d.C. e sarebbe stato formulato in tre alfabeti differenti: estrangelo, serto e madnhoyo. Il suo vocabolario si è sviluppato a partire dalle radici di tre consonanti identificabili nelle altre lingue semitiche.
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Progressivamente, il siriaco avrebbe guadagnato preponderanza tra i dialetti aramaici e sarebbe diventato la lingua franca di una vasta distesa geografica che andava da Antiochia fino all’India e alla Cina. Questa larga diffusione spiega in parte perché il siriaco è stato all’origine della traduzione della Bibbia, avendo all’attivo anzi più di una versione dell’Antico e del Nuovo Testamento
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La Peshitta
La più antica e nota traduzione dell’Antico Testamento in siriaco è chiamata “Peshitta”, che significa “la semplice”, per contrasto con la più complessa versione dell’Esapla di Origene (redatta originariamente in ebraico [per una colonna] e in greco [per le restanti colonne]), chiamata “Siro-esaplare”.
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L’origine di quest’antica traduzione in siriaco potrebbe secondo alcune tradizioni risalire a re Salomone, il quale l’avrebbe commissionata a Hiram, re di Tiro.
Tuttavia, è più probabile che le sue origini storiche vadano ricercate presso comunità giudaiche non rabbiniche, quelle stesse note per aver prodotto dapprima il Pentateuco, poi i libri di Esdra e Neemia, le Cronache e infine i “deuterocanonici”. Insomma sarebbe dall’ebraico che la Peshitta sarebbe stata tradotta in siriaco: possediamo ancora oggi una traduzione siriaca dell’Antico Testamento, un magnifico esemplare conservato nella Biblioteca Vaticana e risalente al X secolo della nostra era.
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La Siro-esaplare
Come si accennava sopra, tuttavia, alcune versioni siriache della Bibbia sarebbero state tratte non dall’ebraico ma dal greco, soprattutto intorno al VII secolo – segno che ancora in quell’epoca tarda l’influenza ellenistica, cristallizzata dal consolidamento bizantino della sola Pars Orientis dell’Impero (che tuttavia avrebbe subito perso le aree siriache per via dell’invasione araba), si faceva sentire. In particolare Paolo, vescovo di Tella, sarebbe all’origine di una versione siriaca dei Settanta a partire dal testo tràdito nell’Esapla origeniana, traduzione di cui ancora oggi conserviamo un esemplare prezioso conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano.
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Le traduzioni siriache dei Vangeli
Dal greco fu tradotto in siriaco anche il Nuovo Testamento: questa versione diede vita ad altre nuove traduzioni, ciascuna con le proprie peculiarità, ad esempio il Diatessaron e i Separati, la Peshitta dei Vangeli (distinta da quella dell’Antico Testamento), la versione Filosseniana, del VI secolo e via dicendo. Il Nuovo Testamento in lingua siriaca differisce, tuttavia, da quello a cui siamo abituati per l’assenza di alcune lettere cattoliche e dell’Apocalisse. Altro tratto parimenti specifico, è l’antichissimo e già ricordato Diatessaron, elaborato intorno al 175 da Taziano il Siro: si tratta della più antica versione sinottica nota dei quattro Vangeli. La sua diffusione sarebbe rimasta fortemente limitata per via della sua origine non apostolica, e tuttavia il prestigio di cui quel testo godette nella letteratura siriaca e non solo fu grande per diversi secoli.
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Una lingua ancora viva
Il siriaco è ancora oggi la lingua liturgica di numerose comunità di cristiani di rito siriaco. Nel corso della storia, questa lingua ha dato vita a differenti Chiese orientali, come la Chiesa apostolica assira d’Oriente, l’Antica Chiesa dell’Oriente e la Chiesa malabarese ortodossa, senza scordare la Chiesa cattolica caldea e la Chiesa cattolica siro-malabarese. Sottolineiamo in ultimo che la Chiesa siriaca cattolica è una delle Chiese cattoliche orientali a cui papa Benedetto XVI ha esteso la comunione ecclesiastica nel 2009.
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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]