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Avete mai assistito a un “miracolo lento”?

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Russell Shaw - pubblicato il 16/10/20
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È possibile che lo abbiate scambiato per qualcos’altroUn amico mi chiede di scrivere sui miracoli prendendo spunto dagli eventi che hanno fatto sì che lui e sua moglie siano felicemente sposati da ormai 58 anni. Non suggerisce che il loro caso sia eccezionale, vedendolo piuttosto come un esempio della mano di Dio all’opera nella loro vita, come in quella di chiunque. Altri, dice, potrebbero beneficiare dal fatto di vedere la loro vita, come lui e sua moglie traggono beneficio vedendo quella altrui.

La felice esperienza del mio amico e di sua moglie non implica nulla di quello che definiamo in genere miracolo – eventi istantanei in cui Dio mette da parte le leggi della natura per produrre qualche risultato auspicabile.

Gli esempi classici sono i miracoli di Gesù – curare i lebbrosi e i paralitici e risuscitare i morti. È questo il tipo di miracoli che offre la prova necessaria per la beatificazione e la canonizzazione. Un esempio recente riguarda la guarigione, avvenuta nel 2015, da una condizione che metteva in pericolo la vita di un bambino nell’utero materno, miracolo che ha portato alla beatificazione del fondatore dei Cavalieri di Colombo, padre Michael McGivney, prevista per il 31 ottobre a Hartford (Stati Uniti).

Eventi come questi sono quelli che il grande apologeta cristiano del XX secolo C.S. Lewis definisce miracoli “istantanei”, ma oltre a questi ci sono i miracoli che Lewis definisce “lenti”, che si verificano nel corso del tempo.


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“Un miracolo lento non è più facile da realizzare rispetto a uno istantaneo”, ha sottolineato, ma è più difficile da riconoscere perché implica una serie di eventi più o meno notevoli in sé che portano a un risultato particolare. I miracoli lenti includono quelle che San John Henry Newman chiama “provvidenze”, aggiungendo che è “spesso molto difficile distinguere” tra le due realtà. Le provvidenze, spiegava, non sono strettamente miracolose, ma si capiscono meglio come “misericordie provvidenziali…, quelle che a volte vengono chiamate ‘grazie’ o ‘favori’”.

In genere, ovviamente, è a questo che la gente pensa quando parla – forse in modo poco attento – di “coincidenze” o “casi”, ed è un errore, perché queste cose sono strumenti di Dio per modellare e rimodellare la vita come lo sono i miracoli istantanei.

Da quello che mi dice il mio amico, è accaduto questo con l’inaspettata e in qualche misura improbabile combinazione di circostanze che in tutti questi anni ha portato lui e la moglie a scegliere lo stesso corso quando studiavano entrambi Medicina. Il resto, dicono, è storia – e un miracolo lento, se mai ce n’è stato uno.

“Crediamo che il nostro matrimonio sia di questo tipo, e che alcuni trarranno beneficio dal fatto di riconoscere un’esperienza simile nella propria vita”, dicono. E hanno ragione, perché la loro esperienza, per quanto unica nei suoi aspetti specifici, è tale che tutti possiamo vederla all’opera nella nostra vita se guardiamo da vicino.

Fermatevi e pensateci. Il quartiere in cui siete cresciuti, le scuole che avete frequentato, i lavori che avete avuto (o non avuto), i successi, i fallimenti, la gente che è diventata parte della vostra vita – amici, fidanzati, coniugi, figli, capi, colleghi. Chiamatele coincidenze, se volete, ma sono i segni dell’azione di Dio, che ci spinge gentilmente (o no).

Non passate tanto tempo cercando miracoli istantanei. Se se ne verificherà uno lo saprete. Aprite invece i vostri occhi ai miracoli lenti che sono già avvenuti nella vostra vita e che possono avvenire ancora. Siatene grati. È questo il messaggio che il mio amico voleva trasmettere, e ha proprio ragione!



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