Ha annunciato la sua intenzione di contribuire personalmente all’anniversario con una “riflessione più ampia”Dante (1254-1321) e la sua opera ci invitano a “ritrovare il senso perduto o offuscato del nostro percorso umano”, ha detto Papa Francesco a una delegazione italiana giunta a fargli visita in vista del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta. Il Pontefice ha annunciato la pubblicazione di una “riflessione più ampia” sull’eredità e la figura di Dante Alighieri nel 2021.
In un breve discorso a un delegazione della diocesi di Ravenna, dove Dante è morto nel 1321, il leader della Chiesa cattolica ha sottolineato l’esperienza dell’esilio vissuta dal poeta. Rivolgendosi in particolare al vescovo della città, monsignor Lorenzo Ghizzoni, il Pontefice ha ricordato che questo sradicamento è “una chiave di interpretazione non solo della sua vita, ma del ‘viaggio’ di ogni uomo e donna nella storia e oltre la storia”.
Per chi vuole percorrere la selva oscura della nostra terra, ha aggiunto, la Divina Commedia è una fonte di meraviglia e ispirazione, soprattutto “là dove l’allegoria lascia lo spazio al simbolo, dove l’umano traspare più evidente e nudo”.
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Per Papa Francesco, c’è una “sorprendente risonanza” in quest’opera, che parla ai più giovani ancora oggi, nonostante gli enormi cambiamenti che il mondo ha sperimentato in sette secoli. La Divina Commedia e la vita del Poeta, ha ricordato, ci invitano a “ritrovare il senso perduto o offuscato del nostro percorso umano”.
La riflessione più ampia che il Pontefice intende dedicare a Dante si potrebbe considerare una lettera apostolica sulla linea della Scripturae Sacrae affectus, pubblicata il 30 settembre.
Il rapporto dei Papi con Dante
Una croce d’oro offerta da Papa Paolo VI nel 1965 in occasione del 700° anniversario della nascita di Dante verrà nuovamente esibita sulla tomba del poeta.
Il Papa numero 266 non sarà il primo a scrivere su Dante. Un secolo fa, Benedetto XV (1914-1922) ha dedicato un’enciclica al Sommo Poeta nel 600° anniversario della sua morte, la In Praeclare summorum (1921).
Altri Pontefici, come Benedetto XVI, Paolo VI (Altissimus cantus, 1965) o Giovanni Paolo II, lo hanno citato spesso nei loro discorsi e nelle loro pubblicazioni. Lo stesso Francesco aveva già salutato Dante come modello di speranza per il 650° anniversario della sua nascita nel 2015.