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Il sacerdote che aiuta a spegnere gli incendi che soffocano il Paraguay

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Rodrigo Houdin - pubblicato il 08/10/20
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Incendi boschivi e una siccità storica flagellano il Paese negli ultimi giorni. La situazione preoccupante ha fatto mobilitare padre Daniel Pesce, 34 anni, che si è unito al Corpo dei Pompieri VolontariGli oltre 13.000 incendi che hanno colpito il Paraguay nelle ultime settimane mettono in allarme le autorità e i pompieri, e non si intravede una fine. Di fronte alla mancanza di risorse, il Governo ha deciso di chiedere l’aiuto internazionale.

Dall’altro lato, i fiumi Paraguay e Paraná registrano un calo storico che inizia a influire sulla produzione e sulla navigabilità, e il suo effetto sui boschi favorisce la diffusione degli incendi.

La gran quantità di incendi preoccupa anche la Chiesa, che attraverso la Conferenza Episcopale Paraguayana (CEP) ha chiesto la collaborazione della cittadinanza per frenare gli incendi dolosi, causa della maggior parte dei problemi.

Toccato dalla situazione, il sacerdote Daniel Pesce ha deciso di unirsi al Corpo dei Pompieri Volontari per dare un po’ di speranza a chi soffre per questi eventi.

Padre Pesce, vicario della parrocchia di San Lorenzo di Ñemby, si è unito ai volontari della 15ma Compagnia dei Pompieri di Ñemby e fa parte delle migliaia di persone che lavorano per spegnere le fiamme, anche a rischio della propria vita.

Il sacerdote spiega che la sua presenza tra i pompieri si adegua a quanto esprime Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’, ovvero la cura della casa comune e del pianeta.

“Nella compagnia posso stare vicino alle persone nei momenti di difficoltà”, ha spiegato padre Pesce ad Aleteia. “Quando sono pompiere sono più sacerdote, sono invitato a pregare molto per le persone che rischiano di perdere la vita e per i loro familiari”.

Il vicario della parrocchia di San Lorenzo ha affermato che quando lavora come volontario “cuore e anima sono concentrati nella preghiera perché il danno non sia ingente o totale”. Quando una persona sta per morire, poi, può amministrarle l’unzione dei malati.

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@Padre Daniel Pesce

Lotta agli incendi

Padre Pesce ha ricordato che la settimana scorsa ha assistito a un’emergenza nella città di Areguá, dove un incendio ha consumato gran parte del bosco della zona. La situazione era preoccupante, visto che le fiamme si avvicinavano alle abitazioni.

“Abbiamo lavorato con varie compagnie di pompieri, visto che il fuoco stava arrivando alle case. Una cosa che mi ha colpito è che siamo riusciti a fermare le fiamme ad appena tre metri da un benzinaio. Poteva verificarsi una disgrazia maggiore”.

Quanto agli incendi forestali, il sacerdote ha detto che gli suscita grande tristezza vedere la distruzione totale della natura e degli animali. “È ancora più triste sapere che il 99% di questi incendi boschivi si poteva prevenire, visto che sono stati provocati dall’uomo. Quanto poco amore abbiamo per il creato!”, ha detto.

“Rattrista che l’uomo sembri avere un disprezzo per la natura. Gli incendi si verificano per incoscienza. Come dice Papa Francesco, l’ambizione smisurata per il denaro è in grado di distruggere tutto”, ha lamentato.

Il sacerdozio, “la cosa più bella” che gli è successa nella vita

Daniel Pesce ha spiegato di aver deciso di unirsi ai pompieri dopo aver visitato la compagnia per far giungere degli aiuti durante la pandemia di Covid-19.

“Trascorro il tempo in cui potrei riposare servendo come pompiere e lo faccio con grande gioia, ma senza smettere di essere sacerdote. Il sacerdozio è la cosa più bella che mi sia accaduta nella vita, la mia prima e unica vocazione; è un servizio”.

Il sacerdote, nato a Buenos Aires (Argentina), vive in Paraguay da 16 anni, e ha esortato i giovani a leggere la Laudato si’ per amare di più il creato.

“Voglio esortare i giovani all’impegno dall’interno della Chiesa e chiedere ai parroci di aprire le loro parrocchie perché i ragazzi possano decidere e partecipare. Sono il fattore di cambiamento di cui abbiamo bisogno di questo mondo”, ha concluso.

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@Padre Daniel Pesce

I vescovi preoccupati per la devastazione

La Conferenza Episcopale Paraguayana (CEP) ha diffuso una dichiarazione dopo l’ondata di incendi che interessano il Paese sudamericano e ha espresso la propria preoccupazione, sottolineando il lavoro dei pompieri.

I presuli hanno rivolto un appello alla cittadinanza per frenare questo flagello evitando di bruciare la spazzatura e di dare alle fiamme i boschi, e hanno chiesto anche di prendere coscienza delle gravi conseguenze di questi atti.

“Questo disastro naturale non dev’essere minimizzato perché provoca un devastazione dannosa e pregiudizievole non solo all’ambiente, ma a tutti, soprattutto a coloro che soffrono di malattie respiratorie”, hanno affermato i vescovi.

La CEP ha chiesto a tutte le persone di buona volontà di essere veri “custodi del creato, del disegno di Dio inscritto nella natura, guardiani dell’altro, dell’ambiente”.

Secondo l’Istituto Forestale del Paraguay, nelle ultime settimane si sono verificati almeno 13.000 incendi nel Paese. Le autorità presuppongono che più del 90% sia collegato all’azione umana.

La Direzione Generale di Statistica e Censo sostiene che in Paraguay circa 700.000 famiglie brucino la spazzatura, nonostante sia proibito dalle leggi in vigore. Questa situazione si verifica soprattutto nelle zone rurali, in cui non esiste un sistema di raccolta dei rifiuti.

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