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Mattarella premia con la medaglia al Valor Civile il prete assassinato a Como

DON ROBERTO MALGESINI
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/10/20
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Il presidente della Repubblica consegna alla memoria di don Roberto Malgesini il riconoscimento come autentico “interprete dei valori di solidarietà umana”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su proposta del Ministro dell’Interno, ha firmato il decreto di conferimento della medaglia d’oro al Valor Civile alla memoria per don Roberto Malgesini, assassinato a Como da un migrante, con problemi psichici, che conosceva e aiutava con il suo impegno a favore dei più bisognosi in città.

“Amorevole accoglienza”

«Con generosa e instancabile abnegazione – si legge nella motivazione per l’onorificenza  a don Roberto Malgesini – si è sempre prodigato, quale autentico interprete dei valori di solidarietà umana, nella cura degli ultimi e delle loro fragilità, offrendo amorevole accoglienza e incessante sostegno».

Sergio Mattarella 02

© Ministero Istruzione, Università e Ricerca

“Straordinario messaggio di fratellanza

«Mentre era intento a portare gli aiuti quotidiani ai bisognosi – prosegue la motivazione -, veniva brutalmente e proditoriamente colpito con numerosi fendenti, fino a perdere tragicamente la vita, da un uomo al quale aveva sempre dato piena assistenza e pieno sostentamento. Luminoso esempio di uno straordinario messaggio di fratellanza e di un eccezionale impegno cristiano al servizio della Chiesa e della società civile, spinti fino all’estremo sacrificio» (Tgcom, 7 ottobre).

“Uomo schivo, lontano dai riflettori”

Un uomo schivo, riservato, che «di certo non radunava le folle nella sua parrocchia», ma che aveva dedicato tutta la sua vita agli ultimi, consegnando colazioni calde alla mattina alle persone indigenti. Era questo, nel ricordo dei suoi parrocchiani e colleghi, don Roberto, 51 anni, ordinario della Valtellina ma a Como in servizio “da sempre”, come ricorda don Andrea Messaggi, rettore della Basilica di Sant’Abbondio. «Roberto era una persona semplice, voleva solo fare il prete e anni fa aveva esplicitato all’ex vescovo di Como questa volontà. Per questo era stato mandato a San Rocco, dove ogni mattina portava le colazioni calde agli ultimi. Qui lo conoscevano tutti, gli volevano tutti bene».


DON ROBERTO MALGESINI
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“Paragonabile ad un martirio”

Il suo omicidio ha suscitato forte  commozione e dolore fra i migranti. Usa parole forti Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana di Como, che aveva in don Roberto Malgesini uno dei più stretti collaboratori: «Era una persona mite, ha votato tutta la sua vita agli ultimi, era cosciente dei rischi che correva. La città e il mondo non hanno capito la sua missione. Questa tragedia è paragonabile a un martirio, voleva trasmettere un messaggio cristiano attraverso la vicinanza a queste persone. E’ una tragedia che nasce dall’odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno. Spero che questo suo martirio possa contribuire allo svelenamento della società» (La Stampa, 19 settembre).

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Don Roberto durante una delle sue iniziative di solidarietà.

Le prime parole dell’omicida

Intanto, il presunto autore dell’omicidio, Ridha Mahmoudi, 53enne di origini tunisine, irregolare in Italia e con due decreti di espulsione a carico, aveva confessato il crimine dopo l’arresto. Due giorni dopo, nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, ha invece negato tutto. Al giudice ha dichiarato: “Non sono io l’autore del delitto, non c’entro nulla” (FanPage, 7 ottobre).


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