L’odissea della “Vergine col Bambino, San Giovannino e due angeli” (1480- 1485)Quando ha acquisito il quadro della “Vergine col Bambino, San Giovannino e due angeli” (1480- 1485), l’imprenditore e grande collezionista di opere d’arte Francesco Federico Cerruti non avrebbe mai potuto immaginare che l’opera avesse un passato drammatico legato a un periodo tragico della storia come la II Guerra Mondiale.
Cerruti, un uomo dai gusti raffinati, si è sentito attirato dalla delicatezza dei tratti dei personaggi e dai colori brillanti dell’opera, della cui tecnica Jacopo del Sellaio era maestro assoluto.
Alla sua morte, avvenuta nel 2015, l’imprenditore, proprietario di una delle collezioni private più importanti d’Europa, ha stabilito che la sua villa e tutti i tesori che conteneva venissero donati al vicino museo del Castello di Rivoli, alle porte di Torino. È qui che gli esperti d’arte sono rimasti sorpresi rendendosi conto di avere tra le mani un’opera che si credeva perduta dal 1936.
La Vergine apparteneva a un collezionista ebreo viennese, Gustav Arens, e alla morte di questi venne ereditata dalla figlia Ann, che la teneva esposta nella sala da pranzo. Poco tempo dopo venne confiscata dal regime nazista. Ann dovette pagare un’enorme somma di denaro per poter riportare al suo posto la Vergine.
Ma questo era solo l’inizio della vicenda, perché poco tempo dopo Hitler cominciò a perseguitare gli ebrei, e Ann con il marito e le due figlie dovette emigrare prima a Parigi e poi negli Stati Uniti. Il quadro, insieme ad altre opere d’arte, venne confiscato, e da quel momento se ne persero le tracce.
Nel 2018 la Fondazione Cerruti ha contattato l’Holocaust Claims Processing Office con la speranza di trovare la famiglia di Ann e ha avuto molta fortuna, perché è riuscita a entrare in contatto direttamente con lei, che ha oggi 93 anni.
La felicità di Ann era immensa, visto che conserva ancora vivi e nitidi i ricordi della presenza del quadro della Vergine a casa sua, come ha raccontato alla Fondazione: “Era una presenza affettuosa e tranquillizzante”. Ogni volta che si sedeva a tavola, ha aggiunto, vedeva il dolce volto di Maria e rimaneva colpita dalla bellezza dei colori e dalla sua espressione, che le è rimasta impressa nella memoria.
Quest’anno, per mantenere intatta la Collezione Cerruti, preservare la memoria dei tragici eventi che hanno scosso l’Europa durante la II Guerra Mondiale e permettere al pubblico di poter ammirare il dipinto, è stato deciso di collocarlo di nuovo nella casa-museo, Villa Cerruti. La Fondazione Cerruti ha anche dato una compensazione economica alla famiglia, impegnandosi a raccontare ai visitatori le vicissitudini che hanno passato sia il quadro che la famiglia Arens.
Oggi è quindi possibile per tutti ammirare l’opera di Jacopo del Sellaio, quadro particolarmente amato da Cerruti al punto da volerlo nella sua stanza, accanto al letto.
La Vergine Maria è senz’altro capace di trasmettere la sua dolcezza e la sua tenerezza anche attraverso l’arte a tutta l’umanità, senza differenza di religione.
Fonte: artribune.com, Maria con te, n.38, settembre 2020