Se non vedo nella volontà di Dio il vero cibo, sono spacciato.Mi ha sempre colpito la frase di Gesù:
Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato.
“Il mio cibo”: Gesù non parla di dovere, né di semplice diletto; parla di cibo. Il cibo ha diverse qualità. Per prima cosa è gustoso e desiderabile, specie se si ha fame. In questo caso la fame è l’amore di Dio e il desiderio di fare la Sua volontà.
Il cibo nutre. Non solo è gradevole ma è necessario per sopravvivere. E poi il cibo buono aiuta a vivere bene, in buona salute. Ci sono i buongustai: a Napoli ce ne sono molti. Su YouTube appare un napoletano, Mimmo Corcione, che ti fa venire lo sfizio di mangiare bene con la sua allegria, simpatia, familiarità, buona salute e competenza di buongustaio: non è uno chef, è un professore che sa mangiare.
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L’ideale per nutrirsi di un buon cibo è essere buongustai come Mimmo. Volesse il Cielo che io sapessi gustare allo stesso modo tutte le manifestazioni della volontà di Dio. Il cibo è indispensabile per mantenersi in vita. Senza né acqua né cibo solido morirei in pochi giorni. Portato alla vita interiore il messaggio è che se non vedo nella volontà di Dio il vero cibo, sono spacciato.
Ecco che lo stile del cristiano è definito da una meta: accettare volentieri la volontà di Dio. Gesù sente la necessità di inserirlo nel Padre Nostro:
sia fatta la Tua volontà come in Cielo così in terra…
Una richiesta che precede quella del pane quotidiano…
Sono arrivato a una bella età per chiarirmi finalmente questa verità: il cibo buono è fare la volontà di Dio. Punto.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA GIUSEPPE CORIGLIANO