separateurCreated with Sketch.

Come vedere l’aspetto positivo dei nostri difetti quando ci fanno soffrire?

CLIMBING
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Orfa Astorga - pubblicato il 30/09/20
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

La nostra vita è come scalare una montagna su strade che spesso non scegliamo, e oltre che mal equipaggiati lo facciamo passando per luoghi pericolosiCiò che è certo è che nel corso della vita non possiamo eliminare né le nostre virtù, né i nostri difetti. Lungo il cammino troveremo delle pietre, e nel paesaggio che ci si presenta davanti agli occhi contempleremo la nostra grandezza e le nostre miserie, con le nostre contraddizioni, le verità, le apparenze, gli inganni e gli autoinganni. E ovviamente anche le nostre sofferenze e i loro frutti!

Una storia di superamento tratta dall’esperienza del nostro consultorio

La mia è la storia di tante famiglie in cui il dolore ha provocato ferite per tutta la vita ma conta su un paradosso divino, visto che abbiamo il dono di ringraziare Dio per tutto quello che ci ha dato.

Non la pensavo così quando vivevo sommando ai miei complessi e ai traumi che avevo subìto i miei errori e i peccati personali, finché un giorno ho letto che il ringraziamento migliore è fare buon uso del dono ricevuto, e così vale la pena di vivere. E mi sono riproposto di chiedere aiuto umano e spirituale.

È stato allora che ho capito che salivo la mia montagna interiore per il cammino sbagliato, pensando che avrei potuto farlo come mi andava, quando c’era in me una dignità indiscutibile che indicava la via giusta.

E ho deciso di superare tre grandi paure molto radicate in me:

  1. Che le cose non andassero come speravo, e che perseguissi solo i fantasmi della mia mente.
  2. Che non sarei mai riuscito a superare le mie disfunzioni.
  3. Che avrei vissuto in solitudine.

Fortunatamente, gli obiettivi fondamentali della mia terapia mi hanno potuto aiutare a scoprire come gestire positivamente la mia condotta, dal punto vista del mio passato, presente e futuro.

Alcuni esempi del “come”:

  • Prendere coscienza di tutto quello che mi provocava sofferenza o reazioni negative.
  • Sviluppare atteggiamenti positivi che contrastassero il momento in cui apparivano queste idee ed emozioni.
  • Imparare a elaborare nuovi concetti, giudizi e deduzioni sui miei valori in funzione della mia verità più intima.
  • Concentrarmi sul fatto di sviluppare i miei talenti.
  • Elaborare progetti a corto, medio e lungo termine che mi tenessero fortemente motivato.
  • Formare la mia coscienza morale.
  • Curare la mia dimensione spirituale.

Ovviamente la terapia e l’inizio di un rinnovamento morale e spirituale non mi hanno curato magicamente, ma mi hanno dato nuove forze per avviare un processo di lotta, in cui nonostante le ricadute avevo la certezza di non zoppicare. Questo ha segnato l’inizio del mio recupero.

Visto che le mie disfunzioni erano profonde ho lottato per molti anni, guadagnando a poco a poco terreno.

Finalmente, quando soffrivo pensando di non poter aprire la mia intimità, ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie, che ha scoperto che in me c’era qualcosa degno di essere amato. E poi è stato un “Sì” alla vita, agli abbracci, ai baci, a formare una famiglia, ad avere successo in un progetto professionale.

Ho poi ripreso la terapia, finché è arrivato il momento in cui mi hanno detto che ero pronto a volare da solo.

So bene che l’amore umano e il fatto di coltivare i miei talenti sono stati pilastri del mio superamento e del mio recupero personale, ma sono consapevole del fatto che tutto è avvenuto per i doni spirituali con i quali mi sono rafforzato nel più intimo del mio spirito, perdendo la paura degli abissi e perdonando di tutto cuore chi mi ha messo la croce sulle spalle.

Una croce che pesa meno

So che finché vivrò serviranno molti colpi per continuare a scolpire in me una personalità sempre più equilibrata. Colpi dati con amore e pazienza dal Creatore, che mi chiede di lasciare nelle sue mani il passato, il presente e il futuro, per guarire definitivamente.

“La sofferenza può allargare il nostro cuore per pregare Dio non solo per chi ci ha fatto del bene, ma anche per chi ci ha provocato un danno, chiedendogli che tutti i frutti che abbiamo dato grazie al dolore che ci hanno provocato diventino perdono” (Come guarirele ferite della vita. Matthew Linn, Sheila Linn, Dennis Linn).

Scrivici all’indirizzo consultorio@aleteia.org

Top 10
See More