Insieme ai volti che sul Dio mette sul nostro cammino arriva la frescura della Provvidenza. Anche noi, allora, possiamo essere cristiani-rugiada per gli altri.Di Mariachiara Martina
Hanno la bellezza delle gocce di rugiada sulle foglie la mattina all’alba di un’estate afosa, rinfrescano lo spirito al solo sguardo e dissetano l’animo al solo pensiero, sono quelli che chiamo incontri-rugiada. Me ne sono successi un bel po’, di incontri-rugiada e sono ancora qui a ringraziare il buon Dio per avermeli messi sul cammino.
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Fra’ Emmanuel, ad esempio, è libanese, piccolo e dallo sguardo vivacissimo, si dà un gran da fare per essere francescano in Libano e diffondere la devozione nel mondo a Santa Veronica Giuliani che, amici miei, vi consiglio di “incontrare”. Io, nel frattempo, ho deciso che la porto con me a Dublino, per presentarla al workshop mondiale dei media cattolici (risalente al 2018, NdR) perché possa arrivare ovunque con la sua potente storia di vita e il suo particolare messaggio per il mondo di oggi.
Torniamo alla rugiada di fra’ Emmanuel: viaggia a piedi nudi, ovunque e in qualunque periodo dell’anno. Io non so come faccia, col caldo che fa, a non ustionarseli o, col freddo, a non congelarseli, ma tant’è. Quell’essere a piedi nudi è stato rugiada per il mio spirito perché mi ha richiamato, con potenza, una prima domanda di verifica: Mariachiara, quanto aderisci al Mio insegnamento? Diciamo che ho capito che sto ancora con i Moon Boot pure d’estate, detto tra noi.
Il secondo incontro-rugiada è stato padre Abdel, sacerdote siriano. La sua rugiada mi è arrivata sotto forma di taxi: padre Abdel è un sopravvissuto alla guerra in Siria dove i cristiani sono passati da 1,2 milioni a 500mila in cinque anni (fonte Agensir). Padre Abdel (il nome significa “Servo di Dio”) è un uomo dal volto segnato da occhi scuri e profondi che custodiscono chissà quante storie. E da una volontà di ferro. E’ stato pastore per le sue pecore anche quando l’Isis era nel pieno delle sue forze e, per raggiungere i pochissimi che lo aspettavano per la Messa, prendeva il taxi. Quando diceva la zona di destinazione, il taxista gli rispondeva: lei è pazzo, io lì non ci vado. Padre Abdel insisteva e rilanciava fino a 4 volte il prezzo del viaggio per farsi portare:
Non succederà nulla, la Madonna viene con noi perché loro mi aspettano ed io devo andare.
La capacità di vivere fino in fondo la propria missione per Dio rischiando la pelle è stata la rugiada che ho ricavato da padre Abdel. E qui scatta laseconda domanda di verifica che mi è arrivata dritta dritta: nella mia vita, nel mio lavoro, nel mio essere genitore, salgo mai sul taxi per arrivare oltre la zona di comfort e non mancare alla mia chiamata di cristiano, costi quel che costi?
E, adesso, il terzo incontro-rugiada. Paola (nome di fantasia, ndr) è una splendida laureata in giurisprudenza con qualifiche varie che, da quando ha terminato gli studi, non ha ancora avuto esperienza di un incasso mensile che possa anche solo definirsi degno mentre di esperienze di sfruttamento lavorativo e sciacallaggio professionale ne ha collezionate da farne un libro. Un libro lungo sei anni, intanto. Con una vita famigliare da telefono azzurro, in settimana va avanti a pasta, pane e acqua e, quando ha una giornata di lavoro un po’ più pesante, cerca di comprarsi anche una brioche “sai, mi dà un po’ più di energia per reggere”. Una sera, a cena, le chiediamo: “Paola, come facciamo per settembre se devi lasciare casa? Qui stiamo cercando di trovarti un lavoro dignitoso ma intanto dobbiamo pensare al piano B”. “Grazie, certo. Ma se penso a tutte le volte che mi sono trovata in questa situazione, penso anche che, ad un soffio dal disperare, è successo il miracolo (un piccolo lavoretto, ndr) che mi ha concesso un po’ di tregua e la possibilità di chiedere di avere ancora un po’ di pazienza. Io sento che succederà anche questa volta, sai Mariachiara. Mi sto dando da fare senza sosta, per questo”. Ecco la rugiada che mi ha donato Paola: tenacia nella fiducia più cieca. Terza domanda: ma quella tenacia che Paola ha nel cercare un lavoro degno senza perdere speranza è la mia stessa per aiutare lei, e tanti come lei, a trovarlo?
E qui mi vengono in aiuto stralci di una bellissima preghiera di don Tonino Bello che desidero fare mie e che vi propongo come meditazione, carissimi Oranti:
Spirito di Pentecoste, ridestaci all’antico mandato di profeti. Dissigilla le nostre labbra, contratte dalle prudenze carnali. Introduci nelle nostre vene il rigetto per ogni compromesso. (…) E facci aborrire dalle parole quando esse non trovano puntuale verifica nei fatti.
Impegniamoci ad essere rugiada ovunque siamo chiamati ad essere ed operare. E’ finito il tempo dell’essere cristiani comodi. Diamoci da fare a cambiare le regole del gioco invocando la Madonna come nostro capitano d’impresa. Amen.
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