Vivere la comunione non è essere tutti uguali dentro uno schema che si ripete: è sapere che c’è un tempo diverso per ciascuno in cui sbocciare e della cui fioritura godono tutti.Di suor Patrizia Ameli
La nostra casa a Grenoble è circondata da una chiesa, da una scuola e da un palazzo. Si trova al pianterreno e così il nostro giardino è sotto lo sguardo di tutti. In particolare, sotto lo sguardo del palazzo che affaccia direttamente su casa nostra. Capitava spesso che, mentre lavoravo all’orto, una vicina si affacciasse chiedendomi cosa avessi piantato. Inizialmente le conversazioni erano gradevoli; dopo aver evidentemente preso confidenza, questa signora ha iniziato a ricordarmi che la motozappa è molto pericolosa e a fare altre osservazioni sul mio lavoro. Ho pensato:
Ecco, è arrivato il momento di piantare un bamboo alto 6 metri in modo che invece di scrutare minuziosamente le suore i nostri vicini abbiano davanti questa bellissima pianta giapponese.
Poi, però, guardando a mia volta il giardino della nostra vicina Claire mi sono innamorata dei suoi arbusti. Un giorno Claire mi ha scritto il loro nome su un foglio e mi ha anche regalato un cespuglietto: deutzia blanc en forme de boule, magestroemia violet, weigelia rose et saules crevettes.
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È troppo limitato il desiderio di usare una pianta per difendersi; desidero che il nostro criterio per scegliere le siepi del nostro giardino sia la bellezza, così che sia io che la vicina di casa possiamo godere della bellezza delle piante. La bellezza ci difenderà perché distoglierà il nostro sguardo dalle cose piccole e lo solleverà in alto.
Qualche tempo dopo questa vicenda, la nostra vicina ci ha chiamato per dirci che osservandoci era rimasta molto colpita da come siamo, da come viviamo e da come lavoriamo; aveva dei pregiudizi negativi sul nostro arrivo in Francia ma ora è felicissima di vederci ed averci come vicine. Ha addirittura scattato delle foto di me con la motosega e la motozappa ed era molto divertita.
La bellezza si difende e ci difende: non abbiamo bisogno di siepi alte, ma di vivere la nostra comunione. Scegliendo le piante secondo questo criterio non abbiamo preso il classico alloro o pitosforo per perimetrare i confini ma abbiamo deciso di prendere piante tutte diverse e che fioriscono in diverse stagioni: alcune fanno fiori gialli a primavera, altre fiori rosa in estate e altre in autunno. Queste siamo noi, ognuna col suo carattere e i suoi tempi di fioritura, il bello è che la comunione tra noi, come la siepe che abbiamo piantato, è bella perché è sempre fiorita. In base alla stagione c’è sempre almeno una pianta nel pieno del suo splendore che dà colore a tutto il resto. Questa è la nostra comunione, non siamo tutte perfette, tutte sempre in fiore, ma posso sempre godere della “fioritura” della sorella perché sono parte della sua stessa siepe.
Ecco, il mio desiderio è di piantare piante che rispecchino la nostra vita. La bellezza, come la verità, è piccola, fragile, ma ha una forza intrinseca che le permette di difendersi da sola senza bisogno di barriere.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA MISSIONARIE DI SAN CARLO