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“La tunica e la tonaca”: un viaggio tra Gesù e San Francesco

Saint François en extase par Francisco de Zurbarán, Alte Pinakothek, Munich.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 28/09/20
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Esce il 29 settembre l’ultimo libro di Padre Enzo Fortunato. Un’idea che è nata da un lavoro compiuto da Santa Chiara sul saio di Francesco

Nel corso di una normale riunione di redazione della rivista «San Francesco», il direttore, padre Enzo Fortunato, trova in archivio, a sorpresa, un vecchio articolo scritto in occasione del restauro della tonaca del Santo di Assisi.

Nell’articolo è spiegato che i rammendi del saio di san Francesco risultavano fatti da Chiara d’Assisi utilizzando delle toppe ricavate dal proprio mantello.

Nasce da questo aneddoto il libro “La tunica e la tonaca” (Mondadori), ultima opera in ordine di tempo di Padre Fortunato, giornalista, scrittore e direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, in uscita il 29 settembre.

Un’immagine potente

Per tutti, quella del saio di Francesco rattoppato dall’allieva Chiara, è un’immagine potente, quasi uno scoop: colpisce perché parla di un’unione di fede e di spirito che va oltre l’immaginabile, ma sottolinea anche l’importanza del ricucire gli strappi, dell’imparare a recuperare, non solo le cose, ma anche i rapporti.

L’abito rattoppato di Francesco getta sì luce sul ruolo di Chiara nel prendersi cura dell’altro, del «fratello», ma ci dice anche quanto sia necessario, oggi in particolare, riparare.

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Santa Chiara (1193-1253). 11 agosto. Discepola di san Francesco d’Assisi, fondatrice dell’Ordine delle Dame Povere (meglio note come “Clarisse”). «GuardaLo, meditaLo, contemplaLo e non avere altro desiderio che imitarLo».



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“Tonaca” e “tunica”

Nella figura e nelle proporzioni, la tonaca francescana, scelta dal Santo perché quotidiana veste da lavoro dei contadini del suo tempo, ricorda, con le due larghe maniche cucite perpendicolarmente alla linea delle spalle, il disegno della croce.

Tanto da spingere il pensiero a un’altra «tonaca», anzi a una «tunica»: quella che i soldati, dopo aver crocifisso Gesù, si giocano ai dadi sul Golgota e di cui restano due reliquie illustri, l’una a Treviri e l’altra ad Argenteuil. Quella tunica, tessuta tutta d’un pezzo, è considerata un simbolo dell’unità dei cristiani.

Il confronto tra Francesco e Gesù

La comparazione proposta in questo libro altro non è che il confronto tra il Maestro e il suo discepolo, ovvero tra Gesù di Nazaret e Francesco d’Assisi: un parallelismo fatto attraverso i loro indumenti e le loro spogliazioni, che sottolinea, oltre all’immensa grandezza di questi due personaggi, l’affinità elettiva esistente tra loro. Possono due abiti essere emblema di una storia e incarnare la Parola di coloro che li indossano?

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Simboli di fragilità

È certamente così: la tunica di Gesù e la tonaca di san Francesco sono simboli di fragilità, ma al tempo stesso di dignità, di unità e di condivisione; emblemi dell’universale messaggio cristiano, che significa amore, e dello spirito francescano, precursore della cura per il pianeta. Per questo “La tunica e la tonaca” è un incredibile viaggio tra Gesù e Francesco, due figure straordinarie che – l’uno deriso e spogliato a forza, l’altro spogliandosi spontaneamente – hanno cambiato il mondo.


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