Questa settimana vi propriamo un carteggio d’amore d’altri tempi, un thriller scientifico e alcuni scorci insoliti sulla fede.C’era una volta un bravissimo scrittore che era anche uno strano lettore, Federigo Tozzi. Sentite che metodo seguiva per valutare se un libro era scritto bene o male:
Apro il libro a caso; ma, piuttosto, verso la fine. Prima di leggere (prego credere che non c’è da ridere troppo) socchiudo gli occhi, per una specie d’istinto guardingo, come fanno i mercanti quando vogliono rendersi conto bene di quel che stanno per comprare. Finalmente, assicuratomi che non sono in uno stato d’animo suscettibile a lasciarsi ingannare, mi decido a leggere un periodo: dalla maiuscola fino al punto. Da com’è fatto questo periodo, giudico se ne debbo leggere un altro. (da Come leggo io)
Oltre a essere un metodo di lettura è uno specchio: come guardi la tua vita? Se ti prendessero alla sprovvista, e aprissero una pagina a caso della tua vita, cosa troverebbero? Tozzi, a sua insaputa, aveva escogitato la bomba per far saltare per aria la trappola del selfie: quel modus vivendi che mostra una facciata ritoccata con tanti filtri, ed esclude i lati meno fotogenici.
Il detto vuole che un libro non vada giudicato dalla copertina, ed è proprio quello che Tozzi mette in pratica. Siamo schiavi dell’inquadratura migliore, del presentare un profilo sempre adatto e adeguato al momento e alle circostanze. Cosa accadrebbe se gli scorci che gli altri vedono di noi fossero momenti presi a caso dalla nostra vita, magari scomposti? Quei momenti in cui noi ci detestiamo, e pensiamo: “Per fortuna non mi ha visto nessuno”. Quei momenti in cui facciamo fatica a perdonarci. Dietro impalcature di presunta e costruita presentabilità cosa c’è? C’è un essere vivente. La scrittura come la vita non si misura sulla presentabilità ma sulla voragine aperta, il cantiere con i martelli pneumatici, che è il nostro esserci. Siamo fili elettrici pericolosi, e cerchiamo di coprire questa scossa con il rivestimento in plastica. Tozzi va a togliere questo rivestimento, vuole vedere il filo elettrico scoperto. E tu, hai il coraggio di farlo?
Spesso l’abilità di uno scrittore si valuta su quanto la trama che costruisce sia articolata e clamorosa, allo stesso modo spesso finiamo per giudicare il valore di una vita da ciò che succede. Mi pare molto affine a Dio lo sguardo di Tozzi, penso che nostro Padre ami osservarci nei momenti a cui noi stessi non badiamo e che gli altri trascurano; è lì che lui si innamora di noi, quando siamo e basta. E questo è liberante e strepitoso.
Vi lascio ai nostri consigli di lettura settimanali, troverete un tocco di romanticismo vintage e un thriller scientifico. Come scorcio femminile c’è un ritratto di Marta di Betania fuori dai soliti stereotipi e c’è un’autrice che osa porsi faccia a faccia con l’enigma della morte. Da un monaco cistercense, invece, possiamo riscoprire il grande tesoro della lectio divina.