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L’elemosiniere del Papa dona un rosario all’assassino di don Roberto

DON ROBERTO MALGESINI
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 24/09/20
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Il gesto del cardinale Konrad Krajewski per i poveri, per i giovani di don Roberto, per i familiari e uno anche “per quell’uomo sfortunato che l’ha ucciso”

L’assassino del parroco di Como Don Roberto Malgesini è un uomo «sfortunato». Lo ha detto l’Elemosiniere del Papa, cardinale Konrad Krajewski, che ha presieduto, nella Cattedrale del capoluogo lariano, la celebrazione della Messa di suffragio per don Roberto Malgesini.

“Chiedo alle autorità di portarglielo”

Il cardinale ha portato, a nome del Papa, dei rosari per tutti: per i poveri, per i giovani “di don Roberto”, per i familiari, uno speciale di perla per i genitori, e uno anche «per quell’uomo sfortunato che l’ha ucciso e che sta in carcere. Chiedo alle autorità di portarglielo».

«Il sacrificio di don Roberto – è stata la sottolineatura del vescovo di Como Oscar Cantoni durante l’omelia – è stato un sacrificio d’amore che spalanca alla Chiesa e a tutta la società la possibilità di una straordinaria, inimmaginabile fecondità, che tocca a noi tutti sviluppare con determinato coraggio evangelico».

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Don Roberto durante una delle sue iniziative di solidarietà.

“Martire della carità”

Don Roberto, per monsignor Cantoni, è stato non solo “martire della carità”, ma anche “martire della misericordia”, con stile mite e riservato, per farsi «debole con i deboli, povero con i poveri», inserito in una lunga schiera di santi del bene che «riempiono di luce il cammino della nostra vita» (Avvenire, 22 settembre).

Un altro prete a rischio

Famiglia Cristiana, sul numero di questa settimana, ha dedicato un ampio servizio ad un prete che rischia tutti i giorni la propria vita, provando ad evangelizzare in una delle periferie più pericolose di Roma: San Basilio.

Qui, nella “roccaforte dello spaccio organizzato”, la Chiesa che s’oppone al crimine con la forza disarmata del Rosario ha il volto e la voce di don Antonio Coluccia, 45 anni, sacerdote sotto scorta per aver sfidato le mafie, che all’imbrunire di ogni giorno scende in strada e prega. D

«Qui tutto si fa al buio», spiega don Coluccia: «Io, altri fedeli e gente di buona volontà vogliamo portare il bene, la Parola di Dio, la luce. Ci battiamo perché ciascuno abbia un futuro e la possibilità di riscatto. Ciò che facciamo è un dovere civico ed è un dovere di chiunque sia battezzato».

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ALBANI | ALBANI


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