In alcune parabole evangeliche, il nostro pensiero umano tende a pensare che Dio a volte potrebbe essere ingiusto, ma Lui ha detto: “I miei pensieri non sono come i vostri pensieri”Dio ha un modo di pensare molto diverso dal nostro, come emerge chiaramente dalla parabola degli operai della vigna narrata nel Vangelo di San Matteo (20, 1-16).
Gesù racconta che un uomo va in piazza per contrattare di lavoratori per la sua vigna. Lo fa di prima mattina, verso le nove e a mezzogiorno. Il pomeriggio torna in piazza per reclutare lavoratori alle 15.00 e alle 17.00.
Alla fine della giornata, dice all’amministratore della vigna: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi” (v. 8).
Quelli che hanno lavorato un’ora ricevono lo stesso pagamento di quelli che sono stati a servizio nella vigna per tutta la giornata.
Agli occhi umani, se inseriamo questo testo nella nostra mentalità, giungiamo alla conclusione che Dio non è giusto.
Il profeta Isaia, però, aveva già annunciato: “’I miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie’, dice il Signore. ‘Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri’” (Is 55, 8-9).
Un’altra interpretazione di questo testo può mostrarci quanto segue: nel caso reale di un padrone che contratta lavoratori per la sua attività, quali sarebbero i primi ad essere scelti? Non sarebbero forse i più forti e i più preparati al servizio? In questo modo i più deboli, gli esclusi, rimarrebbero fuori. Ma Gesù è venuto per annunciare a tutti il Regno di Dio e la salvezza. Dio, nella sua infinita misericordia, non vuole che nessuno si perda. Non importa se la persona accoglie la Sua Parola alla prima o all’ultima ora.