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Le profezie di San Malachia, il Papa e la fine del mondo

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Vanderlei de Lima - pubblicato il 21/09/20
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Le cosiddette “Profezie di San Malachia” sono, secondo i loro divulgatori, opera di Malachia di Armagh, monaco del monastero di Bangor e poi arcivescovo di ArmaghDi tanto in tanto, qualcuno ricorda le profezie attribuite a San Malachia († 1148), che prevedono la fine del papato e del mondo. In questo articolo vorremmo analizzare questi presagi.

Le cosiddette “Profezie di San Malachia” sono, in base ai loro divulgatori, opera di Malachia di Armagh, monaco del monastero di Bangor e poi arcivescovo di Armagh, morto con fama di santità e canonizzato nel 1190 da Papa Clemente III. Le sue previsioni sarebbero state scritte quando il santo monaco è stato per un mese a Roma nel 1139. Constano di 111 – o 113, secondo altri – distici latini che cercano di ritrarre ogni Papa da Celestino II (1143-1144) al presunto Pietro II, l’ultimo Papa, che governerà la Chiesa fino alla fine del mondo. Ecco, ad esempio, il distico attribuito a San Giovanni Paolo II († 2005): “De labore solis – La sofferenza del sole”.



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E qui sorge la domanda: è stato proprio San Malachia a diffondere queste profezie? No! Queste predizioni, che risalirebbero al XII secolo, epoca in cui ha vissuto il santo, apparvero solo nel 1595 nell’opera Lignum Vitae, ornamentum et decus Ecclesiae (Legno di Vita, ornamento e gloria della Chiesa), del benedettino belga Arnoldo di Wyon. Le prime 74 sono accompagnate dal breve commento di Alfonso Chacón († 1601 ca.), frate domenicano e storico spagnolo, che dimostra che le previsioni si sono realizzate in modo esatto in ogni Papa citato. Circa Vittore IV, la profezia dice Ex tetro carcere (Dal carcere oscuro), al che Chacon aggiunge: Fuit cardinalis S. Nicolai in carcere Tulliano (È stato cardinale di San Nicola nel carcere Tulliano).

In base ai commenti di Alfonso Chacón sarebbe possibile calcolare l’ultimo Papa e la fine del mondo: dopo Giovanni Paolo II (De labore solis) ci sarebbero altri tre Pontefici: Benedetto XVI, Francesco e un altro, che assumerebbe il nome di Pietro II. Di lui è scritto: Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et ludex tremendus iudicabit populum. Finis (Pietro Romano, che pascerà le pecore tra molte tribolazioni. Terminate queste, verrà distrutta la città dalle sette colline, e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine).


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Presentate le profezie, passiamo alle osservazioni.

Il primo punto importante è che le cosiddette “Profezie di San Malachia” si inseriscono nel quadro delle rivelazioni particolari: il fedele cattolico è quindi libero di accettarle o meno (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 66-68). In questa libertà c’è chi dà loro credito, ritenendo che siano azzeccate. Ad esempio, Crux de crucem (Croce derivata dalla croce) si riferisce a Pio IX (1846-1878); questi ha sofferto molto – ha preso su di sé la croce – per gli attacchi della Casa dei Savoia, sul cui emblema c’era una croce.

Alcuni studiosi respingono però queste profezie. Il maggior critico è padre Ménestrier, S.J., con il suo libro Réfutation des Prophéties faussement attribuées à S. Malachie sur les élections des Papes (Parigi, 1689). Il gesuita sostiene che: 1) per 450 anni queste profezie non sono state note. Nessuno storico medievale o rinascimentale, trattando la vita dei Papi, le cita; 2) non c’è una linea affidabile che dimostri come Chacón ne sia venuto a conoscenza e le abbia trasmesse ad Arnoldo de Wyon; 3) nella lista non appaiono solo Papi, ma anche antipapi (Vittore IV, 1159-64; Nicolò V, 1328-30; Clemente VII, 1378-94). Sarebbe blasfemo dire che Dio abbia confuso Papi e antipapi; 4) l’insinuazione della data della fine del mondo per il prossimo Papa, dopo Francesco, contraddice la Sacra Scrittura, che non rivela agli uomini la data del Giudizio Finale (cfr. Mt 24,36; Mc 13,32; At 1,7); 5) le profezie sono chiare fino a Urbano VII, in seguito diventano generiche (fuoco ardente, fede intrepida…), e si adatterebbero quindi a qualsiasi Papa degno; 6) Ménestrier conclude che le predizioni devono essere state create nel 1590 e attribuite falsamente a San Malachia (cfr. Dom Estêvão Bettencourt, OSB. Fim do mundo? A profecia de São Malaquias. Rio de Janeiro: Mater Ecclesiae, opúsculo 39).

Leggendo questo articolo, siamo invitati a mettere da parte le curiosità umane e a raddoppiare la fiducia nel Padre celeste, che si prende cura della sua Chiesa (cfr. Mt 16,18) fino alla fine dei tmpi (cfr. Mt 28,20), non lasciando che soccomba davanti alle tempeste (cfr. Mc 4,35-41).

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