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«Ho chiesto a Gesù di darmi le sue stigmate, perché desidero sapere cosa ha provato»

SERIOUS, CHILD
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Fraternità San Carlo Borromeo - pubblicato il 21/09/20
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Era l’unico bambino che non voleva partecipare alla messa, poi è accaduto un incontro sorprendente che lo ha aperto a un’intuizione profondissima. Dio aspetta con pazienza ciascuno di noi.Di Don Davide Matteini

Era l’ultimo giorno della nostra vacanza estiva in Baviera. Dopo una intensa settimana di giochi, passeggiate e canti, preghiera e letture de Le cronache di Narnia, stavamo per tornare a casa. Tra l’entusiasmo generale, era rimasto un punto interrogativo su Carl (questo e gli altri nomi sono di fantasia), l’unico bambino che a messa proprio non voleva venire. Aveva dodici anni e una storia difficile alle spalle. Allontanato con il fratello dai genitori, era stato dato in affido a una signora di mezza età che, avendo conosciuto una famiglia del movimento di CL, cercava di mandare i suoi figli a ogni nostra iniziativa. Solitamente, Carl era uno tra i più difficili del gruppo, irrequieto, bisognoso di attenzioni e di affetto. Al tempo stesso, però, era anche quello che si legava di più. Ad ogni vacanza oppure nei lunghi viaggi in treno, spesso lo trovavo a parlare, giocare o intrattenersi con le persone che incontrava.



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Quella volta, dopo una lunga discussione, arrivo con Carl a questo compromesso: viene con noi in paese ma, durante la messa, può rimanere fuori dalla chiesa. Lui imbronciato mi segue, e altrettanto imbronciato entra inaspettatamente in chiesa. Durante l’omelia, riprendendo la storia letta e il vangelo del giorno, chiedo ai bambini:

Ma voi ci credete che esiste un amore così grande che è più forte della morte? Voi sareste disposti a dare la vita per i vostri amici come Gesù?

Mentre alcuni scuotono la testa smarriti, altri dicono che sono certi, sarebbero pronti, anche se probabilmente non hanno capito bene cosa comporti. Carl, nel frattempo, ha cambiato completamente faccia: alza le braccia e quasi sale in piedi sulla panca per attirare l’attenzione e dire, anche lui, che sarebbe pronto a tutto per i suoi amici. Finita la messa, Carl mi aspetta. Vuole accompagnarmi a casa. Lungo il tragitto mi chiede:

Davide, sai cosa ho chiesto durante la messa? Ho chiesto a Gesù di darmi le sue stigmate, perché desidero sapere cosa ha provato.

CHURCH

Pascal Deloche / Godong

Rimango senza parole, sono completamente sorpreso. Carl mi ricorda che siamo mandati a custodire e ravvivare la scintilla che Dio stesso accende nel cuore dei ragazzi. E anche degli adulti.
Tempo fa ricevo una mail da una giovane coppia che, da poco trasferita nella nostra parrocchia, mi chiede a che ora celebro la messa. Colgo l’occasione e vado a cena a casa loro per conoscerli meglio. La famiglia di Sophia è originaria di Antiochia, sono greco-ortodossi. La famiglia di Manuel è cattolica, viene dalla Spagna. Nati entrambi a Colonia, si sono conosciuti a scuola ma hanno fatto le cose per bene e sono andati a vivere insieme solo dopo il matrimonio. Come tanti qui, hanno alcune categorie chiare della fede, mescolate però a idee bizzarre. Lei ha riscoperto la fede negli ultimi anni e trascina il marito nella sua ricerca a fasi alterne. Quando è nata la loro prima figlia, mi hanno chiesto di battezzarla nonostante Sophia abbia uno zio prete ortodosso che abita nel quartiere vicino. Più volte, dopo una cena insieme, era tornato fuori il tema del loro matrimonio e di come non fossero stati preparati ad affrontarlo. Dopo l’ultimo incontro con altre famiglie, hanno deciso di fare un percorso per riscoprire cosa è accaduto loro attraverso il sacramento celebrato qualche anno fa. Ognuno ha la sua storia. Noi siamo chiamati ad assecondare la pazienza di Dio e ad accompagnare le persone che ci sono affidate, sfidando la loro libertà e sostenendo i passi che riescono a fare.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA FRATERNITÀ SAN CARLO

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