“Sono incinta! Qualcuno faccia qualcosa!“. Come se la gravidanza fosse qualcosa da cui lasciarci passivamente investire. E invece no: quel bambino lo stiamo facendo noi, attivamente. Lo nutriamo con il cibo che ingeriamo e la biochimica delle nostre emozioni.
Resta tu alla guida
Che sembra una banalità. Eppure è il primo errore che facciamo tutte: “Sono incinta! Qualcuno faccia qualcosa!“.
Come se la gravidanza fosse qualcosa da cui lasciarci passivamente investire. E invece no: quel bambino lo stiamo facendo noi, attivamente. Lo nutriamo col cibo che ingeriamo e la biochimica delle nostre emozioni. Guidiamo noi.
E mettiamoci in testa da subito di continuare a guidare anche al parto.
Prendi una decisione solo dopo aver raccolto TUTTE le informazioni
Corollario del punto 1 è il punto 2: ogni decisione è una scelta. Che va compiuta liberamente, come è nostro diritto. E va compiuta in modo informato: come è nostro dovere.
Le procedure dell’ospedale vanno conosciute, analizzate e scelte, se del caso anche messe in discussione (soprattutto quando in palese disaccordo con le linee guida dell’OMS). Necessitano il nostro consenso informato.
Solo conoscendo veramente tutte le opzioni e implicazioni possiamo dire di aver scelto davvero. E allora prepariamoci a distinguere i pezzetti di folklore sociale e medicina difensiva rimasti impigliati nel sistema dagli inestimabili strumenti che professionisti aggiornati e competenti sanno offrirci.
Mantieni la mente focalizzata su quello che dipende da te
Continuare a pensare a tutto l’elenco delle cose che possono andare storte non è pratica particolarmente gradevole né utile per nessun aspetto della vita. In gravidanza diventa pratica nociva con il potenziale vero, reale e concreto di impostare corpo e cervello in maniera inefficace e controproducente.
Dipende da te quello che mangi, il fatto di non fumare, assumere solo nutrienti utili e sani; e dipende da te la stessa cosa a livello emotivo. Ogni emozione è un messaggio chimico tra il tuo corpo e il bambino: essere calma e rilassata dipende da te, dal tuo modo di respirare e dal tuo atteggiamento verso gli altri.
Il bambino e l’utero hanno bisogno di ossitocina: l’ormone che rilasciamo quando siamo serene e rilassate.
La tua ossitocina dipende da te: dalle parole che dici e che accetti di ascoltare, dal modo in cui respiri, e da quanto informata e sostenuta esigi di sentirti.
Ricorda che il tuo corpo e il tuo bambino ne sanno più del tuo cervello sul parto
Tu sei un corpo. Non hai un corpo. Sei un corpo funzionale ed efficiente, che sta creando un essere umano dal nulla. Concediti di connetterti con gli aspetti più istintivi di te; concediti il tempo e lo spazio di ascoltarti e seguirti. Sai molto più di quanto tu creda di sapere. E soprattutto, quel bambino che hai fatto dal nulla, sai anche farlo nascere.
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Quindi rilassa il corpo. Tutto il corpo. Profondamente.
E cosa puoi fare tu con e per questo tuo corpo? Lasciarlo lavorare. La tensione non solo rende tutto meno divertente in generale, ma rende parto e gravidanza disfunzionali: per il semplice motivo che quando siamo tese il sangue molla gli organi interni e se ne va verso le estremità. E invece il tuo bambino ha bisogno di un sacco di ossigeno, sia durante la gravidanza che – soprattutto – al parto e così il tuo utero. Una respirazione profonda e consapevole, con il corpo completamente abbandonato e rilassato è qualcosa che non siamo tanto abituate a praticare. Ma possiamo imparare, sviluppare e fortificare.
Allena un respiro consapevole, calmo ed efficiente
Il respiro è un’attività corporale, involontaria nel senso che respiriamo in automatico, e tuttavia volontariamente influenzabile.
Un respiro fluido, lungo e rilassato con profonde ispirazioni dal naso e profonde e lunghe espirazioni è il più sicuro, efficace e anche semplice strumento a tua disposizione per riconnetterti al tuo corpo (quindi al tuo bambino) e ritrovare la calma e l’efficienza che servono per fare bene qualsiasi cosa. Non solo in gravidanza.
Su questo tema trovi tantissimi esercizi nel nostro libro: I miei quattro trimestri.
Visualizza il tuo parto esattamente come lo vorresti
La comunicazione tra corpo e cervello è tutta particolare e non sempre lineare. Accade che il corpo reagisca ad input cerebrali senza che noi possiamo farci molto. Un racconto di disturbi intestinali, vomito e diarrea verdognole e schifose può darci una sensazione molto fisica di voltastomaco, ancor più se lo ascoltiamo mentre stiamo mangiando. E’ una reazione fisica a un input verbale e un’immagine mentale. E sappiamo tutti bene quanto efficaci possano essere parole, immagini o fantasie su una prestazione sessuale. Il corpo segue il cervello in modo abbastanza ottuso e letterale. Sempre efficacissimo.
Ecco perché è davvero urgente smettere di pensare al parto secondo gli schemi tradizionali e disfunzionali che i film e i racconti degli ultimi decenni hanno reso norma: guardare solo video di parti dolci, scegliere quello che ci sembra rispondere meglio ai nostri desideri e continuare a visualizzarlo è un input fisico fortissimo perché quando arriva il momento il corpo trovi naturale rilassarsi e aprirsi con dolcezza.
Ascolta solo storie di parti positivi
Per lo stesso motivo, come abbiamo già detto qui, ogni storia negativa, per quanto piccola e raccontata in buona fede, è tossica. Rimane lì annidata nel cervello e non perde occasione di farsi viva (con il suo seguito di ansie e di timori) appena le circostanze le danno anche solo un minimo appiglio. Questo rischia di rendere la gravidanza stressante ed ha addirittura il potenziale di bloccare il parto. Quando qualcuno racconta storie di parto dell’orrore, lasciare la stanza dicendo “Scusate, questa conversazione non posso averla finché non sarà nato il mio bambino” è importante quanto allontanarsi da un ambiente in cui tutti fumano.
Non si tratta di fare lo struzzo. Si tratta solo di proteggere noi, nostro figlio e il nostro parto da adrenalina inutile.
Al contrario, storie di parto dolce e video sereni impostano un sistema di accettazione e rilassamento a livello biochimico. Che ci tornerà molto utile al momento del parto.
Aspettati di farcela solo se ci provi veramente
Come abbiamo detto e scritto mille volte: sperare di avere un parto dolce non aumenta le probabilità di ottenerlo. Prepararlo invece sì. E per prepararlo, metterti al comando, raccogliere tutte le informazioni e mantenere il controllo sulle tue scelte e sul tuo respiro è richiesta la tua partecipazione attiva.
Se non pretendi e prepari tu un parto dolce per te e il tuo bambino, chi lo farà?
Non mollare
La data PRESUNTA del parto è una forca caudina, ricordatelo. Più è vicina (o superata) è, più la tentazione di mollare e mettere tutto nelle mani di qualcun altro diventa fortissima per tutte: un po’ la stanchezza, un po’ la curiosità di incontrare finalmente nostro figlio, un po’ la strizza che immancabilmente si fa viva…verso la fine della gravidanza una sottile voglia di farci da parte e lasciar fare ad altri è quasi fisiologica.
Bene. Riconosci quella tentazione…
Fai un bel respiro…
E poi non mollare.
Nessuno può far nascere il tuo bambino meglio di te.
Sei la sua mamma.
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QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA IL PARTO POSITIVO