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«Versato per voi e per le moltitudini». Ancora sul “pro multis”

BLOOD OF CHRIST
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don Francesco Pieri - Breviarium - pubblicato il 05/09/20
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A partire dalla prossima Pasqua (cioè dal 4 aprile 2021, ma anche prima secondo la discrezione dei vescovi locali) tutte le parrocchie italiane utilizzeranno la nuova traduzione italiana del Messale. Si tratta della traduzione della terza editio typica, cioè redatta in latino come punto di riferimento per l’intera chiesa universale, del Missale Romanum del 2002. Le precedenti edizioni, conformi alla riforma liturgica del Vaticano II, erano state pubblicate nel 1970 e nel 1975 e tradotte in italiano rispettivamente nel 1973 e nel 1983. Questa nuova traduzione è stata approvata nel novembre 2018 dall’Assemblea generale della Cei.

Vari contributi già pubblicati in preparazione a questo significativo appuntamento hanno messo in evidenza le scelte della nuova edizione italiana1. Sono soprattutto le varianti e gli adattamenti introdotti nella traduzione ciò a cui le assemblee eucaristiche italiane dovranno poco a poco abituarsi:

    Per limitarci agli esempi principali. È chiaro che su ognuna di queste si potrebbe aprire un commento e qualche discussione, ma nel complesso non vi è dubbio che i criteri sottesi vanno dalla maggiore fedeltà al testo latino, alla migliore qualità letteraria ed espressività, alla possibilità di corretta comprensione, alla migliore possibilità di celebrazione anche in canto.

    L’evento ha fatto tornare di attualità la discussione su di un punto specifico delle traduzioni, i cui echi sono spesso risuonati nell’ultimo decennio anche sulla stampa non specialistica. Si tratta delle parole sul pane e sul vino (della “consacrazione”) che il ministro ordinato ripete al centro della preghiera eucaristica. In un suo comunicato dell’1/9/2020 la Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX), ovvero i seguaci di mons. Lefebvre, ha sottolineato proprio a tale proposito come la nuova edizione del Messale Romano in lingua italiana

    Pagina della preghiera eucaristica dall’editio typica

    Il comunicato ribadisce le ragioni dei sostenitori della traduzione “per molti” ritenuta dalla FSSPX la sola corretta, che possono ridursi a due:

      Secondo la linea che da tale Catechismo si dipana, la formula “per molti” è considerata il fondamento della distinzione tra “grazia sufficiente”, cioè universalmente offerta da Cristo nella sua opera di salvezza, e “grazia efficace”, cioè efficacemente ricevuta dagli eletti attraverso la conversione e il conseguente impegno etico. La conclusione ribadita dalla FSSPX è che

      Malgrado la ripetitività di queste tesi già lungamente dibattute, non possiamo che rallegrarci nel constatare la scomparsa dall’armamentario degli oppositori dell'argomento – altrettanto logoro – che vorrebbe l’interpretazione inclusiva (equivalente cioè a “per tutti”) come nata dall’esegeta protestante Joachim Jeremias in opposizione alla tradizionale interpretazione cattolica. Jeremias non ha fatto altro che situarsi sulla scia di eminenti esegeti, tra i quali spiccano negli ultimi due secoli i cattolici Knabenbauer, Lagrange, Joüon e Zorrel2. Non nasce dal nulla la ricezione di questa interpretazione nel Vaticano II, che abbiamo ricordato nel titolo del presente paragrafo.

      Sarebbe difficile ripercorrere in questa sede gli argomenti e la vasta documentazione che, dopo alcuni scritti preparatori, ho elaborato in un piccolo saggio interamente dedicato a tale questione3. Mi limito a riprenderne, con qualche minima spiegazione, le Riflessioni conclusive che vi sono espresse in forma di tesi e la cui dimostrazione si trova più articolatamente esposta nel corso del saggio4.

        Una singolare conferma all’opportunità di non modificare in senso restrittivo la traduzione cui il Messale in italiano ci ha abituati dopo il Vaticano II è giunta il 10 novembre 2015, quando parlando a Firenze al Convegno della Chiesa Italiana, Papa Francesco si è riferito alla storia dello Spedale degli Innocenti con queste parole particolarmente significative:

        Le discussioni sull'applicabilità del criterio di corrispondenza letterale stabilito da Liturgiam Authenticam, le riserve mostrate a riguardo da numerosi liturgisti e teologi, ma anche da parte delle Conferenze episcopali5 hanno guidato la riflessione di papa Francesco a promulgare nel settembre 2017 il motu proprio Magnum Principium. In conclusione di questo una modifica al can. 838 del Codice di Diritto Canonico ridefinisce i rapporti tra la Santa Sede e le Conferenze episcopali sulla traduzione dei libri liturgici nelle lingue vive, le quali non necessitano più della revisione (recognitio) della Santa Sede, ma di una meno vincolante confirmatio.

        Una tale scelta corrisponde in profondità alla logica della riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II, il quale

        Nella lettera indirizzata il 3/9/2017 al cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino, papa Francesco sintetizza come le traduzioni debbano osservare una triplice fedeltà

        Rimane da dire che anche la presente edizione del Messale italiano potrebbe ancora essere perfettibile, non solo come lo è genericamente ogni traduzione (p.e. in rapporto ai tempi e alla cultura), ma anche per ragioni specifiche riportabili alla teologia del sacrificio che fin dalla prima edizione del Messale italiano si è voluto proiettare sul testo, forzandone ripetutamente la letteralità.

        Ecco la traduzione delle parole eucaristiche già proposta nei miei precedenti contributi sull’argomento.

        Rendere quod pro vobis tradetur con “offerto in sacrificio per voi” come oggi ancora la traduzione risuona

        Ecco un compito che rimane tuttora ancora aperto per una sempre possibile quarta futura edizione del Messale italiano.


        1: In particolare G. Boselli, «“Con la rugiada del tuo Spirito”. La nuova edizione italiana del Messale romano», in Rivista del clero italiano 3/2020 (anno 100), pp. 198-219. 2: F. Pieri, Sangue versato per chi? Il dibattito sul pro multis, Giornale di Teologia 369, Queriniana, Brescia 2014, pp. 105-113. 3: Cf. nota precedente. 4: Segnalo che nel 2016 ho redatto per il blog di Andrea Grillo una più ampia scelta di testi (pubblicati in tre puntate: la prima, la seconda e la terza), organizzati sistematicamente come traccia per una riflessione sui criteri cui una buona traduzione liturgica deve attenersi. Le tre puntate sono state preparate da una presentazione redatta da A. Grillo. 5: Ripercorre da ultimo i tratti salienti della vicenda Jesús Martínez Gordo.

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