“Fratello Giovanni, noi apparteniamo allo stesso ordine, ricevi questi pani che Dio ti invia per i tuoi poveri”. Era l’arcangelo RaffaeleLa vita di Giovanni di Dio, se è formidabile per le infestazioni diaboliche da cui è segnata, lo è forse ancor più per i soccorsi angelici da cui essa è fortificata. Citiamo alcuni di questi segni.
Una mattina, il santo dovette andare ad attingere l’acqua molto lontana per il servizio del suo ospedale: quale non fu la sua sorpresa, al ritorno, nel trovare le camere spazzate, i letti fatti, gli utensili di cucina puliti! Egli domandò agli ammalati che tutti, con una sola voce, gli risposero essere stato lui stesso, e nessun altro, che aveva a sua abitudine fatto le faccende mattutine. Allora il santo comprendendo il mistero, disse ai suoi cari ammalati: “Il Buon Dio, fratelli miei, ama bene i poveri, poiché invia i suoi angeli per servirli”.
Egli riconobbe da ciò che un angelo aveva preso le sue sembianze e fatta la sua opera: il che prova che, talvolta, gli spiriti angelici sono gli autori delle bilocazioni che si incontrano nella vita dei santi. Il biografo di San Giovanni di Dio stima che l’angelo di cui qui si tratta, non era altri che l’angelo delle guarigioni misteriose, l’arcangelo Raffaele.
Il povero caricato sulle spalle
In un’altra circostanza, Giovanni di Dio aveva caricato sulle sue spalle un povero che non aveva la forza di trascinarsi fino all’ospedale; egli portava, inoltre, un sacco pieno di elemosine; camminò per qualche tempo trascinandosi, ma, ad un dato momento, rotto dalla fatica, egli cadde in piena strada sotto il suo duplice fardello. In quello stesso momento, un abitante della città, avvicinandosi alla finestra (era durante una notte fredda e piovosa), sentì il buon santo che si dava egli stesso dei rimproveri.
“Fratello Giovanni…”
Poi di colpo, o prodigio, egli scorse un uomo d’una grande bellezza, che si offrì di rimettere il povero sulle spalle di Giovanni di Dio e che, prendendo la mano di questi come per servirgli da guida, gli disse: “Fratello Giovanni, Dio mi ha inviato vicino a te per venirti in aiuto. Sono io che sono incaricato di annotare accuratamente su di un registro tutto quello che tu fai per amore di Dio in favore dei poveri”. “Se faccio qualcosa di bene, riprese umilmente il santo, è Dio che mi dona la forza di farlo. Ma voi, fratello mio, chi siete dunque?”. “Io sono, riprese lo sconosciuto, l’arcangelo Raffaele che il Signore ha in modo speciale deputato alla tua custodia ed a quella dei tuoi compagni”.
Quando venne a mancare il pane
Alcuni giorni dopo, il santo faceva una distribuzione di soccorso agli indigenti; il pane venne a mancare. Subito apparve, alla vista di molti di quelli che erano presenti, l’arcangelo Raffaele, vestito con un abito simile a quello di Giovanni di Dio e portatore d’una cesta piena di pani.
Il santo lo riconobbe per essere colui che lo aveva risollevato dalla sua caduta notturna; l’arcangelo gli disse amichevolmente: “Fratello Giovanni, noi apparteniamo allo stesso ordine, ricevi questi pani che Dio ti invia per i tuoi poveri”. E scomparve, lasciando il buon santo tutto consolato. Lo storico della sua vita conclude: “E’ così che un saio grossolano copre talvolta gli uomini che sono gli eguali degli angeli”.
L’odore paradisiaco
Un’altra volta, Giovanni di Dio si trovò illuminato la notte da una luce miracolosa; due fiaccole, che il vento soffiante in tempesta non potette spegnere, camminarono davanti a lui nella discesa di una montagna in cui le tenebre lo avevano sorpreso, raccogliendo della legna per i poveri.
Alla sua preziosa morte, l’arcangelo Raffaele stava vicino al suo letto, con San Giovanni Evangelista e la Santa Vergine stessa. Senza dubbio anche che altri angeli o santi erano là. poiché i domestici sentirono un rumore di passi numerosi. Essi vi penetrarono, il santo era morto, ma un odore paradisiaco riempiva la ridotta dell’amico, dell’angelo dei malati e dei poveri.
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