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Muore a 19 anni lo youtuber Landon Clifford, marito e padre di due bimbe

LANDON CLIFFORD
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Paola Belletti - pubblicato il 26/08/20
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Avevano aperto il canale Cam&Fam insieme e con i loro video raccontavano la storia della loro giovane famiglia: in poco tempo due figlie, una di 2 anni e la più piccola di soli due mesi e il loro matrimonio. Millenial al passo coi tempi ma non allineati alla cultura di morte che vede nella gravidanza un impiccio e nell’aborto una soluzione.Erano diventati famosi, come tanti teens, per mezzo di un loro canale Youtube e altri canali social. Ma nel loro caso, Cam e Sam, avevano davvero qualcosa da raccontare, qualcosa di non proprio tipicamente teens.

La vita di due giovanissimi genitori. Fino ad ora, nel mio distratto immaginario che cerca di evitare trasmissione sul tema, l’esempio tipico di storytelling su gravidanze magari indesiderate ma almeno non rifiutate era il reality di MTv, “16 anni incinta”.



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Il canale CamandFam ha raggiunto il milione e 300mila iscritti. Una produzione di tutto rispetto, con tanto di sigla, brand, merchandising: t-shirt, felpe, pigiami con il logo della famigliola.

Sì, perché è altamente probabile che la giovanissima coppia non avesse difficoltà a trovare episodi e cose da raccontare sul proprio canale, ai sempre più numerosi e affezionati iscritti: non è così per tutti, quando si diventa genitori e magari ci si sposa? (loro hanno raggiunto le due tappe in quest’ordine); la vita scappa fuori da ogni poro, si infila in ogni anfratto, tutto sembra un evento, quando c’è di mezzo l’amore e soprattutto quando ci nascono dei figli.

 

Ebbene la, tragica, notizia che li riguarda ora non è più l’arrivo di nuove vite ma la terribile fine di una di esse: lo stesso Landon Clifford, a soli 19 anni, è deceduto pochi giorni fa.

Era papà di due bimbe, la seconda era nata solo due mesi fa, e marito di Cam, ovvero Carmyn Clifford. E’ stata proprio lei, la giovanissima moglie, a dare l’annuncio della morte del marito.

Le circostanze e la cause della morte non sono state chiarite del tutto: parla di un sopraggiunto danno cerebrale, di una lesione, in seguito alla quale Landon è rimasto in coma indotto per 6 giorni ed è deceduto senza più riprendere conoscenza.

Ha donato gli organi a tante persone che ora possono godere con più sicurezza del bene che a lui è stato tolto, la vita.

È morto salvando la vita ad altri.

Racconta Cam; ed era proprio nel suo stile. Era così generoso, fedele, aperto. Le sue figlie non avrebbero potuto desiderare un padre migliore. Queste le espressioni, molto americane, che accompagnano la sua dipartita.

Ho guardato il loro canale e uno degli ultimi video postati mostra il giovane papà e marito alle prese con un esperimento che va per la maggiore sui social di questi tempi: si fa provare all’uomo l’esperienza dei dolori da travaglio (in altri casi anche “solo” quelli delle mestruazioni)

 

 

Il risultato, in questo e altri casi, è esilarante e un pizzico crudele. Se le mestruazioni, la gravidanza e il parto sono toccati a noi significa che la nostra biologia è fatta su misura anche per tollerare questo tipo di dolore. Forse per i maschi risulta spiazzante, come sappiamo che basti a prostrarli un misero paio di linee oltre il 37 sul termometro. Però, gli uomini, sanno portare altri dolori, compiere altri sacrifici, spendersi per amore di chi è loro affidato in un modo mirabile e significativamente diverso da come siamo in grado di fare noi donne, materne per vocazione, anche quando non partoriamo nessuno.

Di questa storia drammatica e non disperata, per quanto poco possa conoscerla, sono lieta di poter trattenere la bellezza della celebrazione dell’amore, del matrimonio, della vita. Sì, pure a 16, 17, 18 anni. Pure se sfruttato furbescamente con il moltiplicatore di occasioni di un canale Youtube; persino se “messo in piazza” e sottratto alle mura che dovrebbero in qualche modo proteggere l’intimità della vita di una famiglia.

E’ per lo meno un atto di onesta ribellione alla cultura dell’individualismo e della ricerca del solo piacere personale.

Piccolo aneddoto personale, mi perdonerete.

Ieri dal benzinaio ho incontrato un vecchio amico di mio marito; uno scapolo incallito, resistente a qualsiasi legame stabile, pronto a prendersi gioco di tutto ciò che sapeva di classico, di tradizione, di regole, di impegno. Ebbene, a 42 anni ha avuto un figlio. Ha dovuto dirmelo, nel rumore assordante dei camion di passaggio, con la pompa di benzina che intanto erogava carburante. Ha dovuto spiegarmi perché era felice come mai lo era stato in vita sua; ha dovuto dirmi – e avrebbe voluto dirlo al mondo – che fare figli è la cosa più bella e gratificante di tutta la sua vita, che ne vorrebbe fare 100. Che doveva iniziare prima. E che non bisogna stare ad ascoltare il mondo. Come ha fatto lui per molti anni.

Allora se Landon, che pure è morto prematuramente e in circostanze non chiarissime per ora, ha potuto donare questa speranza a tanti altri, se oltre a dare la vita alle sue bimbe e amore alla sua moglie fanciulla, ha potuto insinuare il sospetto che la vera libertà, la vera felicità stiano più nei legami che nel divertimento sfrenato, più nelle notti insonni a calmare neonati che in quelle di sballo artificiale, più nell’unione stabile con la stessa donna, sì anche se è solo una ragazzina, che non con la collezione di incontri senza nome e senza futuro, allora ha donato ben più che i propri organi.

E come cristiani abbiamo il dovere assoluto di ricordare a noi stessi e ai fratelli che persino la morte è per la vita, che ciò che a noi può apparire troppo breve, visto dall’eternità può rivelarsi compiuto, perfetto.

Preghiamo per la sua anima e per la consolazione della sua famiglia.

 

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