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Come discutere da cristiani

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Tom Hoopes - pubblicato il 24/08/20
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State seguendo queste 7 regole?Viviamo in un’epoca arrabbiata e combattiva, e il nostro linguaggio del disaccordo non fa che nutrire l’agitazione. La gente si sente furiosa, fraintesa e impotente.

Cosa dovrebbe fare un cristiano? Noi a cui è stato detto di amare i nostri nemici e di diffondere il Vangelo dobbiamo rimanere fuori dalla mischia, e allora ecco qualche regola di dialogo per i cattolici.

Regola n. 1: Non rinunciare a nessuno.

Un amico ha letto di recente il documento La Chiesa di fronte al Razzismo, ed è rimasto colpito da come il testo denunci il razzismo senza mezzi termini ma rifiuti di condannare i razzisti.

Denuncia gli atti razzisti “anche a chi ne è responsabile”, ha detto, ma “cerca anche di capire come sia possibile che queste persone siano arrivate a questo punto. [La Chiesa] vorrebbe aiutarle a trovare un modo ragionevole per uscire dall’impasse in cui si trovano”.

La Chiesa rifiuta di “cancellare” chiunque, e dovremmo farlo anche noi. Anziché questo,

Regola n. 2: Conquistare anime, non argomentazioni.

Ricordate ciò che ha detto San Paolo: “Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe con loro”.

Ha rifiutato di diluire il Vangelo, ma tutto il resto era in gioco. Avrebbe sacrificato qualunque suo privilegio per seguire qualsiasi costume con cui il suo pubblico fosse stato a suo agio se questo lo avesse aiutato a farsi ascoltare.

Non voleva mettere avanti le sue preferenze personali, ma quelle di Cristo.



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Regola n. 3: Uscite dalla vostra bolla

È un triste dato di fatto della società del XXI secolo il fatto che tendiamo a limitarci alle voci dei media che rafforzano i nostri punti di vista, unendoci a una battaglia alla “noi contro loro”:

Un uomo saggio che ha lavorato per molti anni in Polizia a Washington, D.C., mi ha dato una volta un consiglio preziosissimo: “Leggi i tuoi alleati con occhio critico, e i tuoi oppositori con mente aperta”.

Quando si fa questo, si scopre quasi sempre che i propri “nemici” politici non sono diversi da noi, e che “la nostra parte” deve ripensare a varie cose.

San Giovanni Paolo II è stato un maestro al riguardo. Ad esempio, nella rivoluzione sessuale non ha denunciato il sesso – vedeva ciò che la Chiesa aveva trascurato e ha ideato la Teologia del Corpo. Vedendo poi la preoccupazione dei comunisti per questo mondo anziché per l’altro, ha detto di permettere allo Spirito di scendere e di rinnovare la faccia della Terra.

Regola n. 4: Ammettete quando sbagliate.

Ironicamente, spesso non si può vincere una discussione a meno che non si ammetta di aver sbagliato.

La tendenza umana è quella di mettersi sulla difensiva, ma se si fa questo si perde non solo la discussione, ma anche la credibilità. Nessuno ascolta una persona che si ostina a sbagliare.

Se volete che gli altri ammettano quando avete ragione, dovete ammettere quando avete torto. Noi mettiamo in pratica tutto questo con i nostri figli. Quando una discussione si conclude, la persona che si dimostra che aveva torto – perfino (e specialmente) papà – deve dire “Tu avevi ragione e io avevo torto”.

All’inizio non è facile da fare, ma lo diventa con la pratica.


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Regola n. 5: Trovate una regola in cui il vostro oppositore possa salvare la faccia.

Non siete gli unici che trovano difficile ammettere quando hanno sbagliato. Capita anche al vostro avversario, e allora dovete dargli un modo per salvare la faccia.

Se siete riusciti a far sì che ammetta la sconfitta, dovete rendergli umanamente impossibile perdere. Aiutatelo a trovare un modo per avere comunque rispetto di se stesso, libertà e verità. Un modo per farlo? Eccolo:

Regola n. 6: Costruite argomentazioni positive.

Imparate come dire ciò che sostenete, e non solo quello a cui vi opponete, prendendo ancora una volta come esempio San Giovanni Paolo II.

Il suo Vangelo della Vita riguarda il fatto di costruire la “cultura della vita”, più che criticare la “cultura della morte”. La Veritatis Splendor non riguarda il fatto di condannare l’eresia, ma la bellezza della coerenza morale.

La fede si diffonde quando la gente la vede come una via che porta alla felicità, non alla superiorità morale.

Regola n. 7: Per riassumere, amate il vostro avversario.

L’amore ha un potere senza eguali per costruire la fiducia ed eliminare gli ostacoli. Più amate il vostro avversario, più è probabile che possiate batterlo.

Ma non potete fingere amore.

Ci sono sempre due modi per approcciarsi al proprio oppositore: potete definirlo in base alle sue tendenze peggiori o vedere e amare ciò che c’è di meglio in lui.

Il primo modo porta al divorzio e rende impossibile il dialogo, mentre il secondo porta a riforma, unità, discussioni costruttive, cultura dell’incontro ed evangelizzazione. Scegliete la via dell’amore.

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