La giornata è fatta di occasioni travestite da ostacoli: lì dove vorremmo imporre le regole del nostro orgoglio, c’è qualcosa da scoprire con cuore semplice e accogliente.
Di Giorgio e Valentina Guizzi
Ci eravamo lasciati martedì scorso con questa parte finale del brano evangelico :
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Se avete provato anche voi col cucchiaino in questa settimana (vedi qui), allora siete pronti per questa nuova avventura. Dobbiamo ancora fare un piccolo sforzo di immaginazione per vedere la faccia fiera dei discepoli quando il papà del ragazzo indemoniato si è rivolto a loro per guarire il figlio. Immagino Pietro… ci penso io che spacco tutto, e poi sono il capo… e Andrea: no, Pietro, vado io che sono stato il primo a conoscere il Maestro… Giovanni con l’entusiasmo tipico dei giovani che si sentono i padroni del mondo e intanto Tommaso da dietro con le braccia conserte: finché non vedo non ci credo. Alla fine si sono arresi e prendono Gesù in disparte, ma forse non come le altre volte per avere più intimità, ma perché Gesù aveva appena fatto loro una bella ramanzina davanti a tutti e quindi cercavano sì spiegazioni, ma senza farsi umiliare dalla presenza della gente. In disparte.
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Quanto ci somigliano in questi atteggiamenti i discepoli, eh già, non era ancora avvenuta la Risurrezione di Gesù e la Pentecoste, erano ancora nel pieno della personale conversione. Diciamo che assomigliavano in questa fase al germoglio della spiga di grano che prima che si trasformi in un succulente piatto di spaghetti alla carbonara ce ne vuole!
Comunque anche noi sposi possiamo immaginarci in quel gruppetto di discepoli che si chiedono perché Gesù parli di montagne da spostare. Evidentemente Gesù non parlava delle Alpi, tanto meno degli Appennini. Se ci pensiamo bene quindi, nella nostra vita matrimoniale ci sono delle montagne da spostare che alcune volte spostare le Alpi sarebbe più facile.
Montagna N°1: orgoglio
Ahi, tasto dolente per tutti! Avete presente quando le discussioni tra noi hanno come predominante la parolina “IO” ? Avete presente quando escono dalla nostra bocca frasi tipo: penso sempre a tutto io… in questa casa se non ci fossi io … per fortuna che ci sono io… te l’avevo detto io… tu devi fare come dico io… io voglio che… ecc…
Montagna N°2: permalosità
Non accettiamo mai una correzione fraterna, un rimprovero dal nostro coniuge, pensiamo che lui/lei ce lo dica per un secondo fine.
Montagna N°3: pre-giudizio
Quante volte non diamo al nostro coniuge la possibilità di cambiare, il tempo di capirlo e poi realizzarlo. Spesso abbiamo incastonato il nostro coniuge nell’idea che abbiamo nei suoi confronti e da lì non ci schiodiamo. Tu sei sempre quello/a che. Ma non è vero: uno dei più bei frutti di un matrimonio buono è che i due sposi sono cambiati perché si sono aiutati l’un l’altro/a a divenire migliori.
Montagna N°4: lussuria
Altro tasto dolente per molte coppie. La lussuria entra dentro di noi nelle sue mille sfumature, ma di fondo l’obiettivo è sempre lo stesso. Trattare il nostro sposo/a come oggetto ad uso e consumo dei miei piaceri, anche uno sguardo o una carezza possono essere intrisi di lussuria.
Montagna N° XXX
Adesso continuate voi l’elenco oppure cominciamo da queste montagne. L’importante è fare come ci ha insegnato Gesù : avere fede e nulla ci sarà impossibile.
Quando il gioco si fa duro, gli sposi cominciamo a giocare! Coraggio.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA MATRIMONIO CRISTIANO