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Conoscete il “Trisaghion”, magnifica preghiera di lode degli angeli?

TRISAGION
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Łukasz Kobeszko - pubblicato il 17/08/20
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«Santo, Santo, Santo è il Signore…» Cantato nella Chiesa Cattolica in occasione dell'adorazione della Croce il Venerdì Santo, il Trisaghion, magnifico inno radicato nella liturgia bizantina, è anzitutto una preghiera di lode alla Trinità intonata dai Serafi celesti. Aleteia vi propone di scoprirne versioni in aramaico, in greco, in armeno e in italiano.

«Santo, Santo, Santo è il Signore…» Cantato nella Chiesa Cattolica in occasione dell’adorazione della Croce il Venerdì Santo, il Trisaghion, magnifico inno radicato nella liturgia bizantina, è anzitutto una preghiera di lode alla Trinità intonata dai Serafi celesti. Aleteia vi propone di scoprirne versioni in aramaico, in greco, in armeno e in italiano.

«I serafi proclamavano l’uno all’altro: “Santo, Santo, Santo è il Signore Dio delle schiere!”» Questa esclamazione si trova nel libro di Isaia (Is 6,3) ed è all’origine del celebre inno di lode alla Trinità che somiglia al Sanctus delle liturgie latine.

Se il Trisaghion è una serie di tre invocazioni tipica della liturgia bizantina praticata dalle Chiese ortodosse autocefale, dalle Chiese dei tre concilî e dalle Chiese cattoliche di riti orientali, esso viene cantato più raramente nel rito romano. Il termine viene dal greco τρίς [tris], che significa “tre volte” e ἅγιος [haghios], che significa “santo”. Si tratta di una preghiera di lode alla Trinità che consiste nella ripetizione della frase “Hágios o Theós, Hágios Ischyrós, Hágios Athánatos, eléïson himás”, che vuol dire: «Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi».

Sono rari quanti sanno che questa magnifica preghiera trinitaria trova origine nel canto degli angeli rivelato dal profeta Isaia e ripreso dall’apostolo Giovanni nell’Apocalisse. Eppure furono i Padri della Chiesa a raccomandare ai fedeli di recitare il Trisaghion il più spesso possibile per unirsi al grande canto delle schiere angeliche.

In Oriente come in Occidente

Rapidamente divenuto popolarissimo in Oriente, il Trisaghion è sempre recitato per volte per richiamare la scansione trinitaria. Lo si sente allora nelle prime frasi delle preghiere del mattino e della sera, negli ufficî quotidiani (Lodi e Vespri) nonché nell’Eucaristia, dove precede la Liturgia della Parola. Quanto alla tradizione latina, le parole “Sanctus Deus, Sanctus Fortis, Sanctus Immortalis, miserere nobis” sono incluse sia nel repertorio della Liturgia delle Ore sia in innarî da recitare in periodo di sventura… e soprattutto il Trisaghion è cantato il Venerdì santo nella Liturgia della Passione di Cristo.

 

Una preghiera universale

Se il Trisaghion è una preghiera di lode, esso può prendere la forma di una domanda sincera rivolta al Signore in situazioni di vita difficili. Esso esprime gli attributi più importanti di Dio ma, attraverso l’invocazione “abbi pietà di noi!” forma la speranza nella nostra conversione, nella risurrezione dai nostri peccati e nella misericordia di Dio. Breve e facile da memorizzare, il Trisaghion può essere detto o cantato praticamente ovunque e in qualunque momento – proprio come la preghiera universale di Gesù.

Aleteia vi propone di ascoltarlo in differenti lingue:

In greco:

In aramaico:

In armeno:

In italiano:

e nella recente e suggestiva versione musicata da Marco Frisina:

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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