Madre Virginia Beretta, sorella di santa Gianna, racconta la fede trasmessa dai genitori a tutti i figli, la messa del mattino insieme alla mamma Maria e gli ultimi momenti della vita terrena di Gianna: “(…) la forza tranquilla con cui alzò il sopracciglio e si abbandonò alla volontà di Dio”.Su Maria con te di questa settimana è apparsa una bellissima testimonianza di Madre Virginia Beretta, sorella di Gianna Beretta Molla, che ha raccontato a Luciano Regolo alcuni dei suoi più cari ricordi familiari. Una famiglia di santi, riconosciuti e non, una vera “piccola chiesa domestica” quella creata dai coniugi Alberto Beretta e Maria De Micheli. Da quando ho letto il libro “Santa Gianna Beretta Molla, una mamma per la Vita” è cresciuto l’interesse di conoscere ancora di più la vita e il carisma della santa dottoressa che ha dato la vita per mettere al mondo la sua quarta figlia e che la Chiesa ha innalzato all’onore degli altari.
La costante presenza materna di Maria tra noi
Madre Virginia, “Ginia” com’era affettuosamente chiamata in famiglia, è una suora canossiana dal 1952. Ha festeggiato 95 anni il 6 agosto scorso, è medico ed è stata missionaria in India, Hong Kong e Australia, oggi vive a Bergamo in un istituto della sua congregazione. Ultima sopravvissuta dei 13 fratelli Beretta, 5 dei quali morirono presto per malattia.
Per me, uno dei ricordi d’infanzia più belli è quando, riuniti attorno alla mamma e al papà, tutti insieme recitavamo il Rosario. Noi piccolini tendevamo ad addormentarci, ma venivamo subito richiamati dolcemente alla preghiera. Avevamo una bellissima statua della Vergine nella sala, sul pianoforte, e ci riunivamo lì davanti. Quell’effige era il segno della costante presenza materna di Maria tra noi. (Ibidem)
Andavamo a messa ogni mattina insieme a nostra mamma
I fratelli Beretta respirano la fede in famiglia, diventa naturale per loro rivolgersi a Gesù e alla Vergine, che pregano ed invocano in ogni circostanza. Il papà non perde mai la messa delle 5 prima di andare in ufficio e la mamma invece partecipa quotidianamente a quella delle 7.30 insieme ai figli.
“Chi viene con me in chiesa?” (…) La mamma era una catechista formidabile. Infatti mi fu permesso ricevere la Prima Comunione ad appena 5 anni e mezzo. Con lei Gianna e io abbiamo imparato a rivolgerci alla Madonna con la preghiera in latino “Mater mea, fiducia mea”. (Maria con te)
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Padre Alberto Maria Beretta, Servo di Dio
Poi Ginia racconta del fratello servo di Dio padre Alberto Maria Beretta, al secolo Enrico, frate cappuccino e medico missionario in Brasile a Grajaù, nella foresta amazzonica. Nel 2013 si è chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione e presto padre Alberto potrebbe essere elevato all’onore degli altari. Profondamente devoto alla Madonna, padre Alberto sognava di organizzare una nave che portasse i lebbrosi a Lourdes e aveva fatto riprodurre la grotta delle apparizioni in Brasile. Tante conversioni sono avvenute ai piedi di quella grotta, una ragazza protestante ha manifestato in quel luogo il desiderio di diventare cattolica.
Recitava sino a 18 Rosari al giorno. Se doveva avere incontri o visite si portava avanti in modo da non perderne alcuno nell’arco della giornata. Lo recitava anche di notte (…) Verso la fine lo sentito cantare l’Ave Maria, emetteva suoni perché non poteva più articolare parole, ma non cessava la preghiera mariana. (Ibidem)
Gianna era devotissima alla Madonna
Madre Virginia unica superstite di questa famiglia così innamorata di Gesù Cristo sottolinea l’amore filiale che Gianna nutriva nei confronti di Maria e la sua passione di ritrarne il volto. Racconta poi gli ultimi momenti della vita della santa, addolorata di dover lasciare i figli, di cui si prenderà cura la sorella Zita che era farmacista, ma al contempo pronta ad andare incontro allo Sposo.
Gianna era devotissima alla Madonna, ne disegnava il volto, le dedicava riflessioni stupende nei suoi quaderni. Ricordo bene i nostri pellegrinaggi a Montallegro e in tanti altri santuari mariani. Le preghiere le sgorgavano dal cuore, come a mamma e a papà. (…) il suo grande dispiacere era lasciare i bambini. Mi chiese di chiamarle il sacerdote e io andai, ma lui stava per dire Messa, quindi gli chiesi di offrirla per Gianna e poi di venire da noi. Tornai e lei volle baciare il crocifisso che tenevo al collo dopo averlo stretto al petto e guardato a lungo, in silenzio: “Ginia, sapessi quanto conforto ricevo nel Signore (…) mi disse. (Maria con te)
“Mamma e papà ti aspettano in Paradiso. Sei contenta di andarci?”
Ginia poi confida ai lettori e ai devoti della sorella che quest’ultima insieme al fratello Ferdinando avevano deciso una frase da pronunciare per farle comprendere che era vicina alla morte, ma il fratello non ebbe la forza né il coraggio di dirla e perciò tocco proprio a lei pronunciarla:
“Mamma e papà ti aspettano in Paradiso. Sei contenta di andarci?”. Vidi il dolore nei suoi occhi a causa dei suoi bambini, ma poi la forza tranquilla con cui alzò il sopracciglio e si abbandonò alla volontà di Dio. La portammo nella sua casa coniugale (…) dove fece in tempo, prima di spirare, a sentire il frastuono dei suoi piccoli (…) Sono certa che nel momento del passaggio la Vergine Maria e la nostra mamma l’abbiamo abbracciata e dato forza. (Ibidem)
Che grazia immensa accettare il proprio destino, abbracciare la croce, baciarla! Non maledire la propria vita, affidarsi a Dio e morire santamente! Ringraziamo Madre Virginia per questa preziosa testimonianza e chiediamo a Santa Gianna di intercedere per tutti noi, per le mamme che soffrono, per i figli perduti, per le famiglie ingannate dal demonio.
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