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Quando hai Dio il mondo è tuo, perché Dio è tuo Padre!

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Un’omelia estiva mi ha fatto scoprire una quantità di cose di cui essere grata e sono entrata nelle chiese di mezza Italia, da padrona di casa, perché io sono battezzata, quindi sono la figlia del Capo.È un’estate un po’ diversa dal solito, fatta più di amici che di luoghi – quindi l’ideale per me, che non amo viaggiare: per me non cambia molto essere a New York o a Termini Imerese, quello che conta sono le persone con cui sei. È stata comunque un impacco di famiglia, che ci vuole comunque, anche dopo un lockdown in cui si è stati sempre insieme, perché è un tempo diverso, un tempo senza troppe regole e con qualche vuoto (sempre troppo pochi nella percezione della parte maschile della famiglia, troppi per l’ala femminile, settore iperattive). Detto questo, non è facile rispettare i tempi di preghiera, bisogna essere un po’ creativi, e creare eremi improvvisati stendendo panni o tagliando pomodori. E il Signore è più creativo di noi, cerca lui i modi di venirci a trovare. Nella parola di un amico (ne ho incontrati un decimo di quelli che avrei voluto, ma comunque è un inizio) oppure in un’omelia. Ne ho ascoltate tante, tutti i giorni, ma una, nel giorno del Perdono di Assisi, ha colto davvero il cuore del cuore di tutto.



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C’è una sola cosa che veramente vuole il nostro cuore: VIVERE. Noi non vogliamo morire. E c’è uno solo che può farci vivere: il Signore. Chiediamo perdono per tutte le volte che noi, che siamo stupidi, stupidi, stupidi, cerchiamo la vita dove non possiamo trovarla. Non siamo stati in grado di vedere i segni della salvezza di Cristo.

Siamo come un ragazzino che vuole, vuole tantissimo una macchina. Insiste così tanto, ma così tanto che alla fine i suoi genitori gliela comprano, per regalargliela per Natale. Mettono sotto l’albero un pacchettino con delle chiavi. Lui lo apre, lo guarda e chiede: ma che è? Ed è pure un po’ deluso! Come “che è?” Sono le chiavi della macchina che volevi tanto! Le chiavi sono un segno della macchina. Così noi non riconosciamo nella nostra vita i segni della bellezza che desideriamo, della salvezza, della vita, del compimento di tutti i nostri desideri!

Il miracolo dei pani e dei pesci poi si conclude con la camminata di Gesù sulle acque, poi tutta la folla lo raggiunge a Cafarnao e vuole farlo re. Ma Gesù sa che loro vogliono che sia re per il pane, non perché lui compie i loro VERI bisogni.

Siamo un po’ come in quella scena di Indiana Jones e il tempio maledetto. La donna aspetta tantissimo Indy in camera da letto, lui arriva, ma in realtà arriva non per cercare lei, ma i suoi nemici, e si mette a toccare le donne nude di legno che stanno sulle colonnine del letto, cercando di capire se nascondano un meccanismo per aprire un passaggio segreto. Ma lei gli dice: ma come, sono qui!! Guardami, non mi vedi? Sono io qui, in carne ed ossa, disponibile per te, e tu tocchi le donnine di legno?

Ecco, con Gesù facciamo così anche noi. Noi cerchiamo qualcosa mentre lui ci sta davanti, disponibile per noi, pronto a farsi mangiare.

Nonostante tutta la bontà che avete ricevuto siete ancora invidiosi? Siete ancora gelosi? Io ho dato la mia vita per voi, e voi continuate a misurare quello che ricevono gi altri, quando voi avete tutto?

Ecco, nei giorni successivi a questa omelia mi sono dedicata ad allenare l’organo della gratitudine, qualunque esso sia (la cistifellea?), e ho scoperto una quantità di cose di cui essere grata e sono entrata nelle chiese di mezza Italia, da padrona di casa, perché io sono battezzata, quindi sono la figlia del Capo. Quando hai Dio il mondo è tuo, perché Dio è tuo Padre.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO SUL BLOG DI COSTANZA MIRIANO

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