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La storia dietro la Vergine Maria che abbraccia un bambino non nato

ANA LAURA SALAZAR OROZCO
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Jesús V. Picón - pubblicato il 10/08/20
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La testimonianza ad Aleteia di Ana Laura Salazar Orozco, l’artista autrice dell’opera “Maria, Madre della Vita”Ho sempre sognato il volto più bello dell’universo, perché so che quel volto è quello della Vergine Maria, la Madre di Dio, nostro Signora. Non l’ho mai visto, lo immagino e lo percepisco attraverso sculture e dipinti. Il mio desiderio più grande è che sia la prima cosa che vedrò al momento della morte.

Ho appena visto un dipinto della Vergine Maria. Questa immagine è diventata virale sulle reti sociali per via della discussione sulla depenalizzazione dell’aborto in Messico. Per la sorpresa di tutti, quello che sembrava perduto è stato vinto, perché la Suprema Corte di Giustizia della Nazione ha detto “Sì” alla vita e “No” all’aborto.

Per molti è stato un miracolo, per altri si è trattato di errori giuridici. Per me sono state le mani amorevoli della Vergine, che è intervenuta a favore dei suoi figli più indifesi.

Nel dipinto che ho menzionato, la Vergine Maria tiene tra le mani un bambino piccolo. Quest’opera d’arte mostra la tenerezza della Santissima Vergine mentre prende la creaturina tra le mani e la bacia con amore. La vita è protetta da nostra Madre, la vita ha trionfato! La bellezza, la dolcezza di questa regine celeste è perfettamente plasmata in questo dipinto, che mi dà pace, mi riempie di gioia e mi fa innamorare ancor di più della Santa Madre di Dio.

L’autrice presenta i bambini che corrono il rischio di essere abortiti, ma c’è anche qualcosa di più. Rappresenta infatti un fatto doloroso che l’artista Ana Laura Salazar Orozco ha vissuto sulla propria carne, e che racconta nelle reti sociali e nell’intervista che ci ha concesso.

ANA LAURA SALAZAR OROZCO

Facebook | Ana Laura Salazar Orozco

Ana Laura, grazie di cuore per averci concesso questa intervista per Aleteia. Puoi dirci innanzitutto chi sei?

Mi chiamo Ana Laura Salazar Orozco e sono di Città del Messico.

In quale fase della tua vita è emerso il tuo talento come pittrice, disegnatrice ed esperta di acquerelli?

È presente da sempre; provengo da una famiglia di pittori da varie generazioni. Ho visto dipingere per tutta la vita mia madre, che era ritrattista ed è morta l’anno scorso. Da quando ricordi ho sempre voluto dipingere. Non ho mai dubitato della mia vocazione, per questo dico che è qualcosa che mi porto dietro fin dalla nascita.

Cosa provi dipingendo? Cosa ti passa per la mente, nel cuore, nelle emozioni, ogni volta che disegni o dipingi?

Per me la pittura è sempre stata la vita, ed è il modo in cui so esprimermi meglio. Assaporo ogni pennellata, mi piace essere immersa nel mio studio. Le mie figlie – ho tre splendide figlie e un marito meraviglioso –… mi sopportano! Perché sto lì tutto il giorno, e all’improvviso una di loro dice “Mamma, mi dai un attimo di attenzione?”

Ma anche loro sono artiste, e ora mi capiscono. Ringrazio davvero per questo dono ricevuto, perché credo che poter esprimere tutto ciò che provo attraverso i miei quadri sia qualcosa di meraviglioso, lo adoro! Mi piace moltissimo sentire che la gente comunica con me attraverso questo.

Sappiamo che il tuo è un talento fin dalla nascita, ma hai studiato in qualche scuola o università per affinarlo?

No, non sono mai andata all’università, in primo luogo per i problemi economici della mia famiglia, poi perché quello che ho imparato fin da bambina l’ho appreso da mia madre, e mi sono iscritta solo a laboratori estemporanei, principalmente a un corso di incisione in Italia, e ho anche studiato un po’ di artigianato. Ho seguito anche dei seminari d’arte negli Stati Uniti per una settimana. È davvero la vita che mi ha fatto sperimentare le varie tecniche.

Su Instagram dici di essere disegnatrice, acquerellista, pittrice… Quali tecniche applichi di più nel tuo lavoro, e dove hai esposto le tue opere?

Mi sono dedicata principalmente all’acquerello, una tecnica che mi ha sempre attirato, e sono stata membro dell’Associazione Messicana degli Acquerellisti. È lì che mi sono collegata maggiormente con l’esterno, per così dire.

In seguito sono satta accettata nella Società di Acquerellisti di San Diego, dove ho vinto due premi importanti in due anni consecutivi, e ho ottenuto il primo posto in un’esposizione internazionale organizzata da quella società.

Poi, con la Società Internazionale di Acquerello, ho ricevuto dei premi in vari settori; in India ho ottenuto il terzo posto, e ho avuto un premio anche in Bulgaria. L’acquerello è la tecnica che ho sviluppato e promosso di più, l’adoro! Ho usato la tecnica dell’olio soprattutto nei quadri religiosi. Ad esempio, ho illustrato i misteri del Rosario per la chiesa di San Josemaría Escrivá, nelle cripte di questa chiesa di Città del Messico; vi ho sviluppato una tecnica di dipingere a olio sull’onice, di modo che la vena diventi trasparente, e io approfitto per realizzare l’immagine, con un risultato molto interessante. Acquerello e olio sono quindi le tecniche che ho usato di più nella vita.

Sei cattolica, Ana Laura? Come influisce la tua fede in Dio sulle tue splendide opere religiose? Dio significa molto per te?

Sì, sicuramente. I miei genitori erano cattolici praticanti, e ci hanno sempre instillato questa fede. Sono cresciuta vivendo fortemente la fede nella mia famiglia. E ho cercato un marito cattolico, per avere gli stessi valori per educare la famiglia.

In qualche tappa della mia vita ho sentito che dovevo amare maggiormente la Vergine, e ho detto a nostro Signore: “Aumenta il mio amore per tua Madre”. E credo che ora Lei guidi i miei passi; è stata dietro a vari cose che le ho chiesto, e me le ha concesse. È importante offrire il mio lavoro a Dio.

Quando mi chiedono un’opera religiosa la medito, prego e chiedo ispirazione allo Spirito Santo, dicendo “Guidami! Muovi tu il pennello!”

Per me è molto importante che la gente, vedendo le mie opere, provi pietà o si senta in qualche modo muovere il cuore.

Puoi parlarci un po’ della tua opera intitolata “Maria, Madre della Vita”? Com’è nata?

Questo dipinto è nato a poco a poco. Ho avuto una gravidanza extrauterina; era il mio quarto figlio. Non si è salvato, ma lo abbiamo battezzato e lo teniamo sempre presente. La perdita del mio bambino mi ha provocato un dolore enorme.

Poi, essendo una mamma giovane, mi hanno invitato a vedere una pellicola su quanto sia mostruoso l’aborto. In quel film mi è sembrato davvero di sentir gridare il bambino mentre lo stavano abortendo. Mi è arrivato fino al più profondo dell’anima.

E poi, con tutto ciò che si sviluppa intorno all’aborto a livello mondiale e in Messico, ho commentato a una sorella: “Vorrei fare qualcosa, un quadro per combattere l’aborto”. Lei, sapendolo, mi ha regalato la statuina di un piccolo feto in ceramica, che mi ha colpita. Ogni volta che la guardavo pregavo perché si salvasse un’anima, un bambino.

L’idea è nata da lì, vedendo quel bambino tra le mie mani. Mi sono detta che lo avrei dipinto così, perché ogni bambino è tra le mani di Maria. Ho dipinto il quadro all’inizio di quest’anno.

Le riproduzioni del quadro che realizzo le dono alla persona che ha creato l’associazione VIFAC (dedicata ad assistere le donne in stato vulnerabile durante la gravidanza). Le ho detto: “Ti donerò tutto il ricavato di queste riproduzioni”, e lei è molto grata per questo.

Quando non è stata approvata la legge con cui sarebbe stato permesso l’aborto nello Stato di Veracruz, ho inviato l’immagine del quadro in segno di riconoscenza, ed è subito diventata virale, ma non lo avrei mai immaginato! Tutto questo mi ha molto colpito, non mi era mai accaduto niente del genere!

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