Una riflessione su un ideale positivo ma parziale e che diventa idolo se non è integrato nel bene vero di tutta la persona, che è fatta di corpo mente ma anche spirito; e relazioni, e sete di senso. Non bastano verdure e cereali integrali, né le palestre aperte H24.
Ho avuto la fortuna di trascorrere le vacanze di Natale a Sydney a casa di amici. Più che aver fatto turismo, posso dire di aver vissuto la città insieme a loro e questo mi ha permesso di osservare un po’ il lifestyle dei suoi abitanti. Quello che mi ha colpito è sintetizzabile nella parola BENESSERE.
Questa è la parola-chiave che mi ha suscitato passeggiare per il quartiere di Balmain, scrutare la movida nella zona dell’Opera House, passare un po’ di tempo nelle spiagge di Manly e Balmoral.
Benessere perché è una vita piuttosto lussuosa, basta vedere gli appartamenti dalle grandi vetrati vista mare e il tipo di bottiglie di vino che venivano buttate nel bidone del vetro all’indomani della grande festa di Capodanno, corollata da fuochi spettacolari.
Benessere perché il tipo di cibo sulle tavole dei numerosi caffè e locali è piuttosto e volutamente salutare: ciotole di insalata coloratissima, avocado in quantità, cereali di tutti i tipi e frutta di ottima qualità.
Ma soprattutto benessere per la quantità di gente che fa jogging, comprese madri che corrono spingendo un passeggino, e per la quantità di negozi di abbigliamento sportivo e di palestre. Palestre aperte 24 ore su 24, of course.
Proprio le palestre in particolare mi hanno fatto riflettere con i loro slogan pubblicitari.
FITNESS FIRST, recitava uno nel CBD (Central Business District), dove squadre di professionisti in carriera trascorrono il loro tempo tra uffici al 35° piano e le palestre appunto, in pausa pranzo o dopo il lavoro.
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DEFINE YOURSELF, incoraggiava una palestra a Balmain, proprio davanti al parco dove mi sono seduta sabato mattina.
Ecco allora che leggendo queste frasi la parola benessere ha iniziato a galleggiare nella mia mente come se fosse una parola sconosciuta, in attesa di un nuovo significato.
Che cos’è il benessere? È fare la bella vita in un bell’appartamento vista mare? È scolpire il proprio corpo? Davvero tu puoi definire te stesso in una palestra? Non c’è un grande inganno dietro questa frase che campeggia in una delle tante palestre di Sydney?
A proposito di ben-essere allora… dov’è l’essere? Nei tuoi muscoli? Nella tua elasticità? Anche, ma solo se non dimentichi tutto il resto. Solo se comprendi il tuo corpo come parte integrante della tua persona, e non come il tuo tutto. Se no non si tratta di ben-essere, ma piuttosto di ben-avere o ben-apparire.
Define yourself allora è un bell’incoraggiamento solo se in funzione di tutta la persona, affinché emerga la propria autenticità. E allora sì, posso definire me stesso anche in palestra, se alleno costanza, resistenza, forza; ma soprattutto definisco me stesso quando riesco ad avere il coraggio di esprimere le mie idee, quando scopro sempre di più e con più precisione cosa mi piace e cosa no, e riesco ad essere fedele a me stesso, ai miei gusti; definisco me stesso quando coltivo le mie passioni, quando non mi arrendo ai primi ostacoli nel raggiungere un obiettivo, quando riconosco i miei talenti e non li seppellisco.
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