Con la ripresa delle udienze dopo la pausa estiva, il Pontefice inizia un ciclo di catechesi incentrato sulla pandemia. “Dobbiamo tenere ben fermo – afferma Francesco – il nostro sguardo su Gesù e con questa fede abbracciare la speranza del Regno di Dio che Gesù stesso ci porta”È questo tempo di grave emergenza sanitaria a livello globale lo sfondo delle parole di Papa Francesco. Le sue riflessioni, in un periodo così drammatico e buio, si intrecciano con la luce del Vangelo. All’udienza generale dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, la prima dopo la pausa estiva, il Pontefice ricorda che “la pandemia sta continuando a causare ferite profonde, smascherando le nostre vulnerabilità”. Quella del Covid-19 è una piaga che non smette di provocare vittime. “Molti – aggiunge il Pontefice – sono i defunti, moltissimi i malati, in tutti i continenti”. Il virus, colpisce anche il tessuto sociale di Paesi, nazioni. “Tante persone e tante famiglie – spiega il Papa – vivono un tempo di incertezza, a causa dei problemi socio-economici, che colpiscono specialmente i più poveri”.
Sguardo su Gesù
C’è una Persona su cui dobbiamo posare sempre il nostro sguardo, anche in questo tempo offuscato dalla pandemia:
Dobbiamo tenere ben fermo il nostro sguardo su Gesù e con questa fede abbracciare la speranza del Regno di Dio che Gesù stesso ci porta. Un Regno di guarigione e di salvezza che è già presente in mezzo a noi. Un Regno di giustizia e di pace che si manifesta con opere di carità, che a loro volta accrescono la speranza e rafforzano la fede.
Spirito creativo e rinnovato
Fede, speranza e carità, sottolinea il Papa, sono “doni che ci guariscono e che ci rendono guaritori, doni che ci aprono a orizzonti nuovi, anche mentre navighiamo nelle difficili acque del nostro tempo”. Un tempo in cui siamo chiamati a curare, a rinnovare la famiglia umana e il pianeta:
Un nuovo incontro col Vangelo della fede, della speranza e dell’amore ci invita ad assumere uno spirito creativo e rinnovato. In questo modo, saremo in grado di trasformare le radici delle nostre infermità fisiche, spirituali e sociali. Potremo guarire in profondità le strutture ingiuste e le pratiche distruttive che ci separano gli uni dagli altri, minacciando la famiglia umana e il nostro pianeta.
Gesù guarisce
I Vangeli ci dicono che Gesù “risana coloro che sono affetti da febbre, da lebbra, da paralisi”. Ridona “la vista, la parola o l’udito”. “Guarisce – aggiunge Francesco – non solo un male fisico, ma l’intera persona. In tal modo la riporta anche alla comunità, la libera dal suo isolamento”.
Gesù guarisce, ma non guarisce semplicemente la paralisi. Gesù guarisce tutto, perdona i peccati, rinnova la vita del paralitico e dei suoi amici. Fa nascere di nuovo, diciamo così. Una guarigione fisica e spirituale, tutto insieme, frutto di un incontro personale e sociale. Immaginiamo come questa amicizia, e la fede di tutti i presenti in quella casa, siano cresciute grazie al gesto di Gesù. L’incontro guaritore con Gesù!
La Chiesa non dà indicazioni socio-politiche
In che modo, chiede il Papa, possiamo aiutare a guarire il nostro mondo, oggi?
Come discepoli del Signore Gesù, medico delle anime e dei corpi, siamo chiamati a continuare «la sua opera di guarigione e di salvezza» in senso fisico, sociale e spirituale. La Chiesa, benché amministri la grazia risanante di Cristo mediante i Sacramenti, e benché provveda servizi sanitari negli angoli più remoti del pianeta, non è esperta nella prevenzione o nella cura della pandemia. Fa aiuto con gli ammalati, ma non è esperta. E nemmeno dà indicazioni socio-politiche specifiche. Questo è compito dei dirigenti politici e sociali.
Principi per andare avanti
Tuttavia, ha osservato il Santo Padre, nel corso dei secoli e alla luce del Vangelo “la Chiesa ha sviluppato alcuni principi sociali fondamentali”:
… Principi che possono aiutarci ad andare avanti, per preparare il futuro di cui abbiamo bisogno. Cito i principali, tra loro strettamente connessi: il principio della dignità della persona, il principio il del bene comune, il principio dell’opzione preferenziale per i poveri, il principio della destinazione universale dei beni, il principio della solidarietà, della sussidiarietà, il principio della cura per la nostra casa comune. Tutti questi principi aiutano i dirigenti, i responsabili della società a portare avanti la crescita e anche, come in questo caso di pandemia, la guarigione del tessuto personale e sociale. Tutti questi principi esprimono, in modi diversi, le virtù della fede, della speranza e dell’amore.
La pandemia e le malattie sociali
Il Papa, che oggi ha inaugurato un ciclo di catechesi incentrate sulla pandemia, ha infine invitato “ad affrontare insieme le questioni pressanti che la pandemia ha messo in rilievo, soprattutto le malattie sociali”. “Esploreremo come la nostra tradizione sociale cattolica – ha detto infine Francesco – può aiutare la famiglia umana a guarire questo mondo che soffre di gravi malattie. È mio desiderio riflettere e lavorare tutti insieme, come seguaci di Gesù che guarisce, per costruire un mondo migliore, pieno di speranza per le future generazioni”.
Appello per il Libano
Dopo la catechesi, il Papa ha lanciato un accorato appello per il Libano, Paese scosso ieri da due potenti esplosioni che hanno provocato decine di morti e migliaia di feriti. Francesco ha esortato a pregare per il Libano, per le vittime e per i loro familiari.