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Cos’è la santità? sprigionare il miracolo che ci portiamo dentro!

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 31/07/20
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Dio sa operare in profondità mentre nella superficie le cose ci sembrano diverse. Gesù sembrava solo il figlio di un falegname, era il Figlio Dio. Ignazio sembrava solo una causa persa ma diventa una delle figure più decisive della storia della Chiesa.In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. (Mt 13,54-58)

Le rimostranze che Gesù riceve dai suoi concittadini le avrebbero potute fare tali e quali anche al santo che oggi si festeggia: Ignazio di Loyola. “«Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?». E si scandalizzavano per causa sua”. Di Ignazio si potrebbe dire: ma non era un soldato? Non ha combattute guerre? Non voleva fare il cavaliere? Non faceva una vita completamente mondana? E ora si è messo in testa di diventare uno dei più grandi maestri di vita spirituale della Chiesa? La risposta è Si. Ciò che non comprendono i compaesani di Gesù, è che non bisogna mai leggere la vita in maniera superficiale. Dio sa operare in profondità mentre nella superficie le cose ci sembrano diverse. Gesù sembrava solo il figlio di un falegname, ma era il Figlio Dio. Ignazio sembrava solo una causa persa ma diventa una delle figure più decisive della storia della Chiesa. La domanda è: chi sembriamo noi superficialmente? E chi siamo noi in fondo? E la gente che ci vive accanto è esattamente come l’abbiamo giudicata, o Dio ha un progetto più profondo per loro? Chi siamo noi per dire che non è così? “Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità”. Nessuno di noi può sprigionare il miracolo che si porta dentro se è circondato solo da sguardi carichi di pregiudizio. Dovremmo disarmare i nostri pregiudizi e credere di più ai capolavori nascosti che Dio ha messo nel cuore di ognuno. La santità in fondo è tirare fuori questo capolavoro. Ma delle volte davanti all’evidenza siamo capaci di negare pur di non rimangiarci i nostri pregiudizi sbagliati. Ma chi ci ha perso nel vangelo di oggi sono i compaesani malelingue, non certamente Gesù. Rimarranno senza miracoli.
Matteo 13,54-58

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