Ovunque in tutto il mondo si balla Jerusalema. Dal Sud Africa al mondo, passando per l’Europa: l’incredibile ed inaspettato successo di due artisti sudafricani che cantano una canzone dedicata a Gerusalemme come patria celeste. Una preghiera che diventa la colonna sonora di un mondo che si risveglia dopo la pandemia covid-19. Dopo la ferrea quarantena che ha costretto milioni di persone a chiudersi in casa la bella stagione ha significato per l’emisfero nord del pianeta l’inizio delle tanto attese vacanze. Se l’emergenza Covid-19 ha indotto una sensazione di prigionia forzata e di estrema preoccupazione, l’arrivo dell’estate porta con sé un desiderio di libertà e di spensieratezza in attesa della ripresa delle attività. Possiamo dire, con parole di Giussani che mai come quest’anno, l’attesa delle vacanze documenta una “volontà di vivere”.
Ma è una strana estate per tutti quella del 2020 dove la voglia di vacanza e di rilassamento si scontra con la paura di una nuova ondata di contagi e relativo ritorno al lock down.
Come ogni estate sono in molti a sperare che la propria canzone diventi il cosiddetto “tormentone” stagionale. A differenza degli ultimi anni in cui, assieme a qualche brano made in Italy, abbiamo sentito e risentito fino alla noia canzoni in spagnolo con ritmi latinoamericani (basti pensare ai successi di Vamos pa’ la playa di Pedro Capó e a Despacito di Fonsi) il tormentone di quest’anno parla il “bantu” (dialetto Sudafricano) e si balla a ritmi soul africani. Tecnicamente si parla di “gospel afro house”.
La sorpresa arriva infatti proprio dal Sud Africa e canzone si intitola Jerusalema. L’autore del brano è il youtuber e produttore sudafricano Kgaogelo Moagi il cui nome d’arte è Master KG. Classe 1996, Master KG è nato nel piccolo villaggio di Calais (Tzaneen) situato nel Lumpopo, regione a nord del paese. Fin dai tredici anni coltiva la sua passione per la musica. Nel 2016 pubblica il suo primo singolo intitolato “Situation” che lo porta a firmare per la casa discografica Open Mic Productions. Il successo arriva nel 2018 con il brano “Skeleton Move” (cantato assieme alla connazionale Zanda Zakuza) col quale ottiene diverse nomination e un premio come miglior artista African Electro. Ha poi iniziato a collaborare con diversi artisti africani conosciuti in tutto il continente.
Una inaspettata viralità
In pochi mesi il brano Jerusalema, interpretato dalla cantante ventiseienne Nomcebo Zikode, ha ottenuto uno straordinario successo planetario: il video ufficiale sfiora ad oggi i 58 milioni di visite su Youtube mentre la canzone è diventata virale sui social network in particolare su TikTok tramite una challenge (con l’hastag #jerusalemadancechallenge) e un ballo che sta coinvolgendo utenti di tutto il mondo. Un successo inaspettato che dal sud Africa ha raggiunto la Cina in poche settimane passando per l’Europa. I primi video che hanno contribuito a diffondere la canzone nel web sono stati infatti girati in Romania, Spagna e poi successivamente in Cile.
Particolare successo ha raccolto un video girato in Angola dal gruppo “Fenomenos do Semba” in cui alcuni ragazzi ballano sulle note di “Jerusalem” mentre mangiano con stoviglie riciclabili senza interrompere il loro pasto ma prendendo qualche boccone tra un passo e l’altro: una divertente coreografia ripresa in seguito da molti altri utenti (persino da alcuni pazienti di un centro anziani portoghese con tanto di piatto e forchetta in mano). Secondo Master KG gran parte del successo della canzone e del ballo si deve alla diffusione della performance dei ragazzi angolani.
Molte e diverse sono le corografie e gli interpreti che si sono cimentati nel ballo: bambini, adulti, coppie, intere famiglie… Molti sono i video registrati in casa durante la quarantena, ma anche in spiaggia, nelle piazze, in ospedale (uno francese e uno svedese)… Sono molte inoltre le traduzioni della canzone che si trovano ora nel web, persino nel linguaggio dei segni.
«Tutto questo è incredibile, ha affermato Master KG. Vedere tutte queste famiglie ballare questa canzone nelle loro case durante il lockdown, ballare assieme genitori, figli… tutto questo mi emoziona molto. Questa è la prova che Dio ha tempo per tutto. Sono felice e lo ringrazio». Da parte sua la cantante Nomcebo si è detta “benedetta” per il successo ottenuto: «Mi sento benedetta. Ogni mattina quando mi sveglio mi pizzico per capire se è tutto vero. Ho pregato molto per questa canzone e credo che Dio abbia ascoltato le mie preghiere, per questo lo ringrazio». In un’altra intervista ha affermato «Ringrazio Dio per questa opportunità. Quando ho scritto questi testi, non ero in pace con me stessa e chiedevo a Dio di guidarmi in un posto bellissimo e tranquillo». Una canzone nata quasi per caso quando a Master KG venne in mente di chiamare Nomcebo per registrare qualcosa assieme. Il primo upload del video su Youtube (nell’agosto del 2019) era incompleto ma il susseguirsi di visualizzazioni ha spinto i ragazzi a registrarla nuovamente ottenendo in una settimana un milione di visualizzazioni.
Il futuro
Ora i ragazzi si godono l’inaspettato successo – senza precedenti per un artista sudafricano – e sognano in grande. Master KG è pronto per girare il mondo e consolidare il suo successo all’estero, mentre Nomcebo lavora per registrare il suo nuovo album da vocalista. Entrambi gli artisti hanno ottenuto il sostegno e il plauso del ministro della Cultura Nathi Mthethwa che gli ha nominati “ambasciatori del Sud Africa nel mondo” affermando che la canzone ha portato coesione sociale e portato alla ribalta mondiale il paese africano. Il programma nazionale di “diplomazia culturale” punta infatti a far conoscere nel mondo le potenzialità culturali e artistiche degli artisti sudafricani.
A destare sorpresa non è solo la provenienza geografica della canzone ma soprattutto il testo del brano che parla di Gerusalemme come immagine del Paradiso, meta desiderata e ricercata come vera patria.
Una canzone dunque dal significato prettamente religioso nata in contesto evangelico. Una canzone che sembra la giusta colonna sonora per un mondo che si risveglia dopo la pandemia da Coronavirus che ha diffuso morte e paura nei cinque continenti. Un inno a Gerusalemme quella «Gerusalemme d’oro, di bronzo e di luce», il cui nome «brucia le labbra come il bacio di un serafino» come afferma il famoso inno ebraico, Yerushalayim shel zahav. Ma allo stesso tempo una richiesta di aiuto a Dio: “salvami”, “portami con te”. “Non lasciarmi qui” recita la canzone, “perché il mio posto non è qui”, “il mio regno non è qui”. In un momento di difficoltà e di paura generalizzata, di ingiustizia e di lacrime, senza che molti se ne accorgano, il mondo intero canta (e balla) la speranza di quei “nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia” (2Pt 3) e dove Dio “asciugherà le lacrime da ogni volto” (Ap. 21,4).