Dottoressa in Giurisprudenza con 110 e lode, ha discusso la tesi nella stanza di degenza della sorella 15enne che soffre di una rara malattia che la costringe a letto. “Io provo ad essere la sua finestra sul mondo, quello di fuori, che lei non può vivere; lei mi da tutto il resto: l’esempio, la forza, l’amore che serve”.Adriana ha due occhi giovani e chiari, una folta chioma castana che adornata con la corona d’alloro la fa apparire come una fata dei boschi, una splendida ninfa. il sorriso con gli incisivi leggermente separati come quelli delle top model d’oltreoceano. Lo so, si chiama diastema, ogni volta mi viene da leggerlo diadema. Adriana Ciafardoni, 23 anni di Cerignola, ha discusso lunedì 20 luglio in ospedale la sua tesi magistrale in Giurisprudenza. Era al Besta di Milano, dove è ricoverata Sara, la sorella minore, per alcuni controlli che si sono protratti più a lungo del previsto fino ed oltre la data della agognata sessione di laurea. Sara soffre di una rara malattia, complicazione della spina bifida, che la costringe a letto dall’età di otto anni. Eppure quel letto, che a giudicare dalla sua pagina Instagram è più un tappeto volante, non le ha impedito di creare un mondo fantastico. Una ragazza piena di talenti: ama l’arte, la scrittura, la fotografia. È una blogger di libri seguitissima, “La scrittrice sognatrice” con oltre 500.000 contatti; lo scorso anno ha pubblicato con le edizioni Terra Santa il suo primo romanzo “Con tutto l’amore che so”, ed è una appassionata bookstagrammer, “lasarabooks”. Vi consiglio di visitare la pagina dove troverete immagini e pensieri ricchi di poesia, bellezza, sogno e vita.
Ho discusso la tesi con mia sorella accanto, non potevo chiedere di meglio
Adriana, che condivide con lei e con il resto della famiglia l’amore per i libri, per restarle accanto si è collegata con la commissione di laurea per discutere la tesi dalla stanza di degenza, con la paura che la connessione le giocasse un brutto scherzo, e invece tutto è filato liscio. Il percorso di studi che ha svolto presso l’Università di Foggia, e il suo lavoro finale in Istituzioni di diritto privato, sono stati valutati ottimamente per cui è stata dichiarata dottoressa con il voto massimo di 110 e lode più plauso accademico (Foggia Today). Che straordinaria soddisfazione!
Alla fine le cose accadono sempre per un motivo. Se la seduta di laurea fosse stata in presenza, mia sorella probabilmente non ci sarebbe potuta essere. Invece, alla fine, l’unica presente è stata lei. Quindi, non potevo chiedere di meglio. (Ibidem)
https://www.facebook.com/Adriciafardoni/posts/3488978044446607:0
Mia sorella è una forza della natura
I genitori le hanno spedito in ospedale la corona d’alloro, non hanno potuto essere presenti perché in questi giorni anche mamma Isabella si sta sottoponendo ad alcune cure. Distanti solo fisicamente ma uniti nello spirito, Adriana si prende cura della sorella, papà Alessandro della moglie. “A ciascuno il suo”, perché i legami si fondano sui fatti, sulla capacità che abbiamo di lasciarci consumare per amore dell’altro, donando tempo, energie, cuore, braccia. Adriana ed Alessandro come soldati in trincea accanto ai propri cari, impegnati in dure battaglie.
La neodottoressa ha raccontato a Foggia Today:
Sicuramente immaginavo questo giorno in modo diverso, ma è andata bene così: l’ho affrontato con mia sorella, avevo una forza della natura accanto e non potevo chiedere di meglio. (Ibidem)
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Sorelle e amiche
E poi ha dichiarato la sua gratitudine nei confronti dei medici e di tutto il personale sanitario che hanno concesso a Sara di vivere in completa serenità questo importante traguardo per sua sorella:
(…) sono stati molto comprensivi e disponibili e hanno permesso a Sarina di vivere appieno questo momento. (…) Lei è la piccolina di casa, ma adesso è cresciuta e la distanza anagrafica tra noi si è andata a parificare: con lei ho un dialogo molto ampio, sa tutto della mia vita.
Io sono la sua finestra sul mondo, lei la mia forza
Un rapporto forte, a doppio nodo, sorelle e amiche, insieme nella prova e nella gioia, e il sorriso di Adriana parla da solo, perché c’è davvero tanto per cui gioire:
Io provo ad essere la sua finestra sul mondo, quello di fuori, che lei non può vivere; lei mi da tutto il resto: l’esempio, la forza, l’amore che serve.